Leonardo Di Caprio bandiera del catastrofismo climatico

Nel tentativo di sostenere l’ex segretario di stato Hillary Clinton, Leonardo Di Caprio pochi giorni prima delle elezioni ha presentato un nuovo film sul cambiamento climatico, ‘Before the Flood’ [Il punto di non ritorno, ndt], distruibuito in 171 Paesi e in 45 lingue.

A giudicare dal trailer e da altre informazioni divulgate prima del rilascio del film, sembra che il pubblico fosse stato preparato a una valanga di ‘propaganda’ sul riscaldamento globale. Come il breve film di Di Caprio ‘Carbon’, uscito nelle settimane precedenti al Summit delle Nazioni Unite sul clima del 2014, Before the Flood è basato sulla discutibile ipotesi secondo la quale le emissioni di anidride carbonica prodotte delle attività umane, stiano causando un cambiamento climatico catastrofico; anche secondo Di Caprio, quindi, il carbone, il petrolio e il gas naturale, le fonti di energia meno costose e più abbondanti del mondo, devono quindi essere eliminati il prima possibile.

L’attore sembra non essere al corrente delle migliaia di pagine di studi scientifici dell’organizzazione non governativa sul Cambiamento climatico (Nipcc, Nongovernmental International Panel on Climate Change) che sfaterebbero questo mito, gettando seri dubbi sulle paure relative al cambiamento climatico. Una rapida occhiata ai dati, rivela quanto la crociata di Di Caprio sia inopportuna, poiché:

  • secondo i dati della Nasa il riscaldamento globale si è fermato nel 1990 sebbene i livelli di CO2 siano cresciuti del 10 per cento dal 1997; un livello che rappresenta un impressionante 30 per cento in più di emissioni umane dall’inizio della Rivoluzione Industriale. Questi dati contraddicono tutti i modelli basati sulla teoria che lega la CO2 al riscaldamento globale;
  • l’Agenzia intergovernativa sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (Ipcc, Intergovernmental Panel on Climate Change) ammette che le statistiche generali sulla temperatura della superficie terrestre siano aumentate solo di un grado e mezzo tra il 1880 e il 2012; un così modesto aumento non è sorprendente visto che la Terra sta uscendo dalla mini era glaciale, partire dalla fine del diciannovesimo secolo;
  • nel 2012 l’Ipcc ha dichiarato che non è stata dimostrata relazione diretta tra riscaldamento globale e incendi, piogge, tempeste, uragani e altri eventi climatici estremi. Nel 2013 l’Nipcc è giunto alle stesse conclusioni;
  • l’Ente nazionale oceanico e atmosferico degli Stati Uniti (Noaa, National Oceanic Atmospheric Administration) ha dimostrato che l’incidenza di condizioni climatiche avverse è diminuita negli ultimi anni; e tra il 2015 e il 2016, non è stato registrato nemmeno un singolo caso; negli anni 2012, 2013 e 2014, poi, c’è stato un solo caso anomalo, e negli Usa bisogna risalire al 1930 per trovare un periodo di frequenti rapporti meteorologici categorizzati come estremamente pericolosi.

A proposito di altre affermazioni di Di Caprio, nel 2014 il fisico Gordon Fulks ha affermato che le campagne d’informazione sul clima «sono diventate una sorta di virus patogeno della società, che sparge disinformazione a pacchetti virulenti come fa un virus… Affermano che la CO2 sia responsabile del riscaldamento globale, ma non è così; sostengono che il livello dei mari si stia alzando ma non è vero; affermano che si stiano sciogliendo i ghiacci, ma anche questo non sta accadendo; sostengono anche che il livello di acidità dell’oceano stia aumentando, ma in realtà è rimasto invariato; propagandano, infine, che la situazione climatica stia peggiorando drasticamente ma non è affatto vero».

Chi scrive ritiene che Fulks abbia ragione: il nuovo film di Di Caprio è solo un ulteriore veicolo di diffusione del «virus».

Inoltre il costo della paura del cambiamento climatico è sconcertante. Secondo il Congressional Research Service, tra il 2001 e il 2014 il governo degli Stati Uniti ha speso 131 miliardi di dollari in progetti sul cambiamento climatico causato dall’uomo; e per questo sono anche state concesse agevolazioni fiscali per un totale di 176 miliardi di dollari a sostegno di provvedimenti energetici anti-CO2.

Inoltre, il Climate Policy Initiative di San Francisco, ha dichiarato che più di 1 miliardo di dollari sono spesi ogni giorno in tutto il mondo in finanziamenti per il clima. Purtroppo, solo il 6% di essi è dedicato ad aiutare le popolazioni e le zone più vulnerabili al cambiamento climatico, il resto viene speso nel tentativo di fermare degli eventi climatici che potrebbero un giorno verificarsi.

Queste spese strabilianti sono purtroppo destinate ad aumentare ulteriormente, come ha scritto sul Wall Street Journal del 13 ottobre scorso Bjorn Lomborg, direttore del Copenhagen Consensus Center, «a un costo compreso tra i mille e duemila miliardi di dollari annui. L’accordo sul clima di Parigi […] è probabilmente il trattato più costoso della Storia».

Di Caprio tuttavia ha ragione su una cosa: il compianto Bon Carter, ex professore e direttore della Facoltà di Scienze della Terra alla James Cook University in Australia, sosteneva che «il cambiamento climatico è un problema di coscienza: non c’è niente di più immorale che essere dalla parte di chi è ben pasciuto e comodamente sistemato, come sono gli occidentali, e sprecare quantità enormi di denaro che potrebbero essere spesi per migliorare la qualità della vita dei Paesi in via di sviluppo, in politiche anti-riscaldamento per lavarsi la coscienza».

Per Carter il punto è che nei Paesi poveri, dove notoriamente mancano servizi igienici adeguati, istruzione, acqua pulita e servizi sanitari, milioni di persone muoiono prematuramente ogni anno. Il negare a queste nazioni i finanziamenti necessari a costruire delle centrali elettriche a idrocarburi a basso costo «è stato giustamente descritto come un “genocidio tecnologico”. È di questo che ci dovrebbe indignare». 

E Leonardo Di Caprio dovrebbe fare un film su questo.

 

Tom Harris è direttore esecutivo dell’ICSC , International Climate Science Coalition dii Ottawa, Canada

Le opinioni espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non necessariamente riflettono le opinioni di Epoch Times.

Traduzione di Fabio Cotroneo

 

Articolo in inglese: Di Caprio Climate Catastrophe Film Boosts Clinton Campaign

 

 

 

 
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