Purghe cinesi, ora tocca alla finanza

Il mondo della finanza cinese trema: nella scorsa settimana, Xiang Junbo, presidente della Commissione di Vigilanza sulle Assicurazioni della Cina (Circ), è stato posto sotto indagine per «gravi violazioni disciplinari».

Finora Xiang è il quadro di più alto grado del settore finanziario a essere stato preso di mira dalla campagna anti-corruzione del leader cinese Xi Jinping. L’indagine su Xiang potrebbe sfociare in ulteriori indagini nel settore finanziario cinese: delle fonti vicine a Zhongnanhai – quartier generale del Pcc e del Consiglio di Stato – hanno dichiarato a Epoch Times che nel 2017 Xi ha in piano di prendere di mira la corruzione nel settore finanziario e che Xiang sarebbe solo la «prima tigre» catturata in questa operazione.

Secondo fonti ben informate, i crimini di Xiang sarebbero «molto gravi» e legati all’acquisto frenetico di asset nel settore delle assicurazioni negli anni recenti, che ha reso estrema la volatilità del mercato. L’indagine potrebbe anche portare a pezzi grossi di altri organismi di vigilanza, come la Commissione di Vigilanza Bancaria e la Commissione di Vigilanza sulle Security.

Xiang, 60enne, ha molte conoscenze ed esperienza, nel settore finanziario: prima di essere nominato a capo della Circ, era a capo della Agricultural Bank of China, una delle ‘quattro grandi’ banche commerciali statali della Cina e, prima ancora, era stato vice governatore della Banca Popolare Cinese.
Il licenziamento di Xiang ha sopreso molti: era infatti uno dei massimi funzionari della finanza e un membro del Comitato Centrale del Pcc.
La sua commissione ha supervisionato un settore delle assicurazioni sempre più potente e sempre più propenso ad acquisire asset all’estero.

LA TESTIMONIANZA DI UN INVESTITORE MILIARDARIO

L’arresto di Xiang è stato probabilmente accelerato dalla recente scomparsa di Xiao Jinhua, un investitore miliardario di Hong Kong.

Xiao è scomparso dalla sua residenza nel Four Seasons Hotel di Hong Kong a fine gennaio, ed è stato portato a Pechino per un interrogatorio. La sua testimonianza potrebbe essere stata uno dei tasselli che hanno portato poi a Xiang.
Secondo la fonte di Zhongnanhai, Xiao ha fornito informazioni su vari funzionari del massimo livello alleati alla ‘fazione di Jiang’. Jiang Zemin è stato il leader del Pcc per circa 13 anni (1989-2002) e ha continuato a mantenere il dominio del Partito, con l’aiuto di vari fedelissimi, per un altro decennio, fino al 2012. Da quando Xi Jinping ha preso il potere, però, il nuovo leader ha cominciato a sradicare con forza l’influenza di Jiang.

Xiao è tra gli individui più ricchi della Cina, con investimenti in vari settori, tra cui quello bancario, l’immobiliare, la tecnologia dell’informazioni e i minerali rari. Secondo Hurun Report, aveva un patrimonio di 5 miliardi e 800 milioni nel 2016.

Non è del tutto chiara la posizione di Xiao Jinhua nel conflitto tra la fazione di Jiang e Xi Jinping: in realtà sembra avere connessioni con entrambe. Nel 2006, Xiao ha aiutato Zeng Wei, il figlio dell’ex vice presidente del Partito (ai tempi di Jiang Zemin) Zeng Qinghong, a privatizzare la Shandong Luneng mediante una serie di società fittizie di Xiao.
Nel 2012, invece, ha acquistato azioni dal valore di 2 miliardi e 400 milioni da Qi Qiaoqiao e Deng Jiagui, rispettivamente sorella e cognato di Xi Jinping.

ASSICURATORI ‘PAZZI’

Negli ultimi sei anni, sotto la guida di Xiang Junbo, il settore cinese delle assicurazioni ha ottenuto un immenso potere e sollevato anche molte discussioni.

Dal 2012 al 2016, secondo dati di Munich Re, il settore è cresciuto complessivamente del 14,3 per cento e i premi assicurativi con l’esclusione di quelli sulla vita sono cresciuti del 16,5 per cento. Nello scorso anno, la Cina ha scalzato il Giappone, conquistandosi il secondo posto tra i mercati assicurativi che offrono i premi più ingenti.

Ma in realtà, sotto la governance di Xiang, il settore delle assicurazioni è diventato un covo di scalatori aziendali.

Le assicuratori tradizionali sono bastioni della conservazione, che detengono asset stabili come le security governative e le obbligazioni societarie. Per natura, gli assicuratori tendono a considerare come prioritaria la conservazione del capitale dei loro clienti.

Ma non in Cina. Fiutando un’opportunità in un ambiente a bassi tassi di interesse, negli ultimi anni gli assicuratori cinesi sono andati oltre le classiche attività assicurative, e hanno emanato dei prodotti di gestione patrimoniale chiamati polizze di vita universali: questi prodotti, che offrono tassi di interesse alti e sono un ibrido tra un bond e una polizza sulla vita, sono diventati molto popolari, tra i consumatori insoddisfatti dall’1 per cento di tasso sul deposito bancario.

Piene di soldi ma gravate dalle proprie stesse promesse di alti guadagni, le compagnie assicurative cinesi hanno riversato soldi in asset rischiosi e volatili, non tipicamente associati con le assicurazioni. Queste aziende hanno assunto posizioni importanti nelle compagnie quotate in borsa e hanno acquistato numerosi asset stranieri, tra cui compagnie e immobili.

Evergrande Life – un’unità dello sviluppatore immobiliare China Evergrande Group – ha visto aumentare i propri premi di più di 40 volte nel 2016.
Evergrande e Foresea Life (parte di Baoneng Group) hanno utilizzato i loro guadagni derivanti dalle polizze di vita universale per accumulare una grossa partecipazione nello sviluppatore immobiliare China Vanke durante lo scorso anno. Da lì è derivata una lunga disputa e un tentativo di togliere il controllo di Vanke al suo fondatore e Ceo Wang Shi, cosa che ha creato il caos nel mercato, terminato soltanto dopo l’intervento di Pechino l’anno scorso. La scalata di Vanke non è stata affatto l’unico caso di accumulazione aggressiva di asset da parte degli assicuratori, ma la sua natura virulenta – tra Baoneng e Vanke la guerra è stata anche verbale ed esposta al pubblico – l’ha resa il caso più problematico per Pechino.

Il settore delle assicurazioni è stato uno dei maggiori tramiti per l’invio di soldi all’estero sotto forma di acquisizioni, in un momento in cui Pechino cerca di fermare la fuoriuscita degli yuan.
Anbang Life era all’avanguardia di questi acquisti, ed è salita agli onori della cronaca nel 2015 per aver acquistato l’hotel Waldorf-Astoria di New York per quasi 2 miliardi. Nel 2016 Anbang ha comprato Strategic Hotel & Resorts dal gruppo Blackstone per 6 miliardi e 500 milioni.

Per anni, le rischiose strategie di investimento degli assicuratori hanno avuto la benedizione implicita della Circ. Dopo aver assunto il controllo dell’ente di vigilanza, infatti, Xiang ha sostenuto un utilizzo più flessibile dei premi assicurativi e ha insistito sul «dare carta bianca all’innovazione» nel settore, secondo un articolo del South China Morning Post.

Il contributo del settore assicurativo (mediante l’acquisto di partecipazioni azionarie) alle recenti oscillazioni del mercato azionario e alla pressione in basso nei confronti della valuta cinese (mediante l’acquisto di asset stranieri) potrebbero essere dei fattori che hanno contribuito alla caduta di Xiang. Ma le accuse contro di lui potrebbero andare oltre il solo settore delle assicurazioni, dati i suoi precedenti incarichi presso la Agricultural Bank of China e la People’s Bank of China.

Xiang non era stato visto in pubblico per varie settimane fino a febbraio, e si erano diffuse delle voci su un suo possibile arresto. È poi riapparso il 22 febbraio in una conferenza stampa, esprimendosi contro le recenti attività del settore delle assicurazioni e affermando che la Circ «punirà i massimi dirigenti e revocherà le loro licenze, e sicuramente non permetterà che il settore assicurativo si trasformi in un regal club».

Negli ultimi mesi la Circ si è impegnata a tenere al guinzaglio le attività degli assicuratori: a metà dicembre, tramite un annuncio, è stata diminuita la quantità di partecipazioni azionarie che gli assicuratori potevano detenere ed è stato loro impedito di usare i depositi assicurativi come finanziamenti per l’acquisto di partecipazioni. Per la fine di febbraio, la Circ aveva già rifiutato quattro richieste di licenza, raggiungendo lo stesso numero di rifiuti di tutto il 2016.

Ma per Xiang era forse già troppo tardi.

Articolo in inglese: Sacking of Chinese Insurance Regulator Foretells Further Financial House Cleaning

Traduzione di Vincenzo Cassano

 
Articoli correlati