Crisi nordcoreana, il regime cinese è un lupo travestito da agnello

Il programma nucleare della Corea del Nord non deve essere visto solo come l’azione di un singolo Stato canaglia. Molti suoi progetti sono infatti frutto di finanziamenti esteri e la sua tecnologia proviene da altre nazioni, a loro volta parte di una rete di Stati canaglia che stanno collaborando per aumentare il proprio potenziale nucleare.

Il regime comunista della Corea del Nord sta infatti lavorando a stretto contatto con Iran, Siria e Pakistan e condividendo progetti di armamenti chimici e nucleari; la Russia e altre nazioni hanno fornito loro la tecnologia necessaria per sviluppare armi nucleari, e il Partito Comunista Cinese ha sostenuto e supportato nel complesso tutti questi programmi.

Secondo Richard Fisher, membro dell’International Assessment and Strategy Center, «Pechino ha creato uno scellerato sistema di cooperazione per la proliferazione [delle armi nucleari, ndr], il regime cinese ha aiutato il Pakistan, l’Iran e la Corea del Nord a differenti livelli». Il Pcc ha procurato diverse tecnologie a ognuno di questi Paesi per aiutarli a sviluppare un proprio programma di armamenti nucleari, successivamente Corea del Nord, Pakistan e Iran hanno condiviso tecnologie, progressi e nuove scoperte, scambiandoli tra di loro; «La Cina ha dovuto dare solo un contributo materiale, di cui i tre  Paesi hanno beneficiato reciprocamente».

L’ex leader del Pcc Jiang Zemin e la sua fazione hanno alimentato e mantenuto relazioni con la Corea del Nord, mentre il rapporto diplomatico dell’attuale leader cinese Xi Jinping con il dittatore coreano Kim Jong Un, sono piuttosto tese; inoltre Xi ha comunicato all’amministrazione Trump di essere favorevole alle dure sanzioni contro la Corea del Nord.


L’ex leader del Pcc Jiang Zemin al 18simo congresso del Partito il 14 novembre 2012 (AP Photo/Lee Jin-man).

Secondo una comunicazione riservata del Dipartimento di Stato Usa divulgato nel 2005, la Corea del Nord ha inviato 19 missili balistici all’Iran grazie ai quali, per la prima volta, quest’ultimo sarebbe in grado di colpire una capitale dell’Europa orientale.

Nella parata militare in Corea del Nord nell’ottobre del 2010 sono sfilati i missili Hwasong-10 (conosciuti anche come BM-25 o Musudan), testati nel giugno del 2016. Secondo il Center for Strategic & International Studies, i missili balistici a medio raggio hanno una portata di 3.600 chilometri e il loro progetto è stato copiato dai missili sottomarini sovietici lanciati dal Soviet SS-N-6.
Fisher ha fatto notare che l’Iran ha recentemente testato un missile balistico che per molti esperti della difesa si tratterebbe di un BM-25, sebbene, ha precisato lo studioso, l’immagine non fosse abbastanza chiara da fornire una prova certa. E dopo che l’Iran ha lanciato il suo missile, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha scritto su Twitter: «L’Iran ha testato un missile balistico capace di colpire Israele, sta lavorando in collaborazione con la Corea del Nord. Questo non ci fa affatto piacere».
Secondo Fisher «La Corea del Nord  sta cooperando con Pakistan e Iran per quanto riguarda la costruzione di missili e la Cina è ancora la principale potenziale risorsa di finanziamenti […] È platealmente assurdo che un Paese così arretrato ed enormemente povero come la Corea del Nord abbia un così forte e sofisticato programma nucleare!».

ALLEANZA NUCLEARE FRA ‘CANAGLIE’

Bruce Klingner, ricercatore e membro anziano della Heritage Foundation, che nel marzo 2014 ha partecipato alla sotto-commissione per l’Asia della Camera degli Affari Esteri degli Stati Uniti, ha fatto notare che gli Stati canaglia collaborano strettamente gli uni  con gli altri nei rispettivi programmi di costruzione di armi atomiche: la Corea del Nord è solo una delle tante pedine in questo gioco di aiuto reciproco.

Klingner ha fatto notare che gli analisti «hanno spesso sottostimato il programma missilistico nordcoreano», pensando che l’arretratezza del Paese impedisse di sviluppare una tale tecnologia, e lasciandosi sfuggire il fatto che la Corea del Nord ha condiviso il suo programma con altre nazioni. Klingner porta come esempio proprio «la lunga relazione di collaborazione tra Corea del Nord e Pakistan»: il regime di Islamabad infatti è già in possesso di missili a testata nucleare che è in grado di usare. Parte del patto tra i due Paesi consiste nel fatto che la Corea del Nord «fornisce un’assistenza fondamentale e sostanziosa al programma missilistico di Islamabad» ricevendo in cambio dal Pakistan «componenti, tecnologie e competenza nell’ uso di armi nucleari all’uranio». Lo conferma lo scambio avvenuto nel 2004 quando «A.Q. Khan, padre del programma di armamento nucleare pakistano, ha fornito un pacchetto nucleare a Pyongyang includendovi i progetti delle testate nucleare, centrifughe, e carburante nucleare», in cambio dell’assistenza da parte della Corea del Nord nel progetto per l’inserimento di una testata nucleare nel suo missile Ghauri.

Klingner sostiene che il progetto delle testate potrebbe essere lo stesso che Khan ha fornito alla Libia, rivelato nel febbraio del 2004, nel quale vi erano «le istruzioni dettagliate per produrre una testata nucleare del tipo cinese, che avrebbe dovuto essere utilizzata per il missile nord coreano No Dong». Klinger ha anche evidenziato come la Corea del Nord non abbia mostrato esitazioni nel fornire alla Siria «tecnologie, armi chimiche e nucleari» e allo stesso tempo abbia lavorato con l’Iran per il progetto missilistico e nucleare, mentre lo assisteva nel rifornimento di armi ai gruppi terroristici di Hamas e Hezbollah.

CHI PAGA?

Secondo William Triplett, veterano della Reagan White House dell’American intelligence community, è importante ricordare che quando la Corea del Nord ottiene armi e tecnologie straniere, qualcuno le sta pagando e qualcun altro sta aiutando a trasportarle. Triplett spiega infatti che, quando l’equipaggiamento militare è stato trasportato via aerea dalla Corea del Nord all’Iran, «nessun aereo poteva volare da Pyongyang a Teheran senza essere obbligato a fare scalo in un aeroporto militare cinese».

Non solo: nel 1970 gli Stati Uniti hanno venduto i cargo 747-F all’Iran, e i C-130 all’Iran e al Pakistan; aerei che ora sono stati visti nei campi di aviazione della Corea del Nord.
Triplett cita anche alcune notizie risalenti ad agosto, che riportavano la vendita alla Corea del Nord di razzi a motore da parte di Ucraina e Russia e insiste: «Qualunque cosa fosse, qualcuno ha dovuto pagarla, e trasportarla dal punto A al punto B». Un altro punto da tenere a mente è che il regime della Corea del Nord è estremamente povero e gran parte della popolazione è ridotta alla fame, mentre ogni lancio di razzi costa circa 30 milioni di dollari: «tutto l’armamentario è molto, molto costoso. Qualcuno lo sta pagando». Chi? «Tutte le strade» portano al Partito Comunista Cinese.

Quanto alla Cina, il regime di Pechino si è ultimamente dichiarato d’accordo con le sanzioni ai danni della Corea del Nord, ma nel passato è stato il principale fornitore di armi e tecnologia usate dall‘Iran, dal Pakistan e naturalmente dalla Corea del Nord.

Secondo Richard Fisher la Corea del Nord è vicina a scatenare una sorta di guerra fredda nucleare con gli Stati Uniti, e questo fa pensare al Pcc, per il quale è normale usare stati canaglia per simili obiettivi: il regime di Pechino «ha trasformato il Pakistan in una nazione dotata di missili nucleari per controbilanciare l’India, ha sostenuto il programma missilistico dell’Iran per avvantaggiarsi della conseguente instabilità, e infine è riuscita a diventare il maggior fornitore di armi del Medio Oriente, grazie al fatto che le nazioni dell’area sono state indotte a doversi difendere a causa della superiorità militare iraniana foraggiata proprio da Pechino».

Articolo in inglese   North Korea’s Nuclear Weapons Tied to Network of Rogue States

Traduzione Fabio Cotroneo

 

 

 
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