Sacra Sindone, il parere della scienza

L’immagine della Sacra Sindone ha sempre acceso il dibattito e in questo periodo d’ostensione il tema è ricorrente. Tutti abbiamo visto almeno una volta l’immagine, ma come si è formata, secondo la scienza?

Nel 1978 trentuno scienziati analizzarono il telo e stabilirono che l’immagine non era stata dipinta, stampata o ottenuta tramite il riscaldamento. Non furono però in grado di fornire spiegazioni sull’origine.

Alcuni studiosi hanno tentato di riprodurre l’immagine. Secondo Nicholas Allen, professore di Belle Arti all’Università sudafricana di Port Elisabeth ed esperto di fotografia, l’immagine della Sindone sarebbe stata creata con una tecnica di proto-fotografia, utilizzando agenti chimici dell’epoca che hanno impresso l’immagine sul telo di lino.

Nel 2005 lo scrittore Nathan David Wilson ha annunciato di aver riprodotto un’immagine simile alla Sindone dipingendo un volto umano su una lastra di vetro che poi è stata posta su un tessuto di lino ed esposta al sole per alcuni giorni. Joe Nickell, investigatore sul paranormale, ha invece ottenuto un’immagine simile strofinando un bassorilievo con acidi o pigmenti. Per Wilson e Nickell la Sindone è quindi un falso storico, ma il limite di questi metodi di riproduzione è che non sono riusciti a creare un’immagine sottile come quella della Sindone.

CARATTERISTICHE INSPIEGABILI

Dal 1984 la comunità scientifica è concorde su due caratteristiche singolari rivenute sul telo: è molto sottile (un quinto di millesimo di millimetro) e presenta inoltre delle sfumature di colore che analizzate al computer hanno dato origine a un’immagine tridimensionale.

Nel 2009 Paolo Di Lazzaro, fisico e dirigente presso l’Enea di Frascati, ha riprodotto la colorazione del telo, con caratteristiche di spessore e tonalità simili a quella della Sindone. Ma non è riuscito a riprodurre le striature e la sfumatura dell’immagine. A causa della sfumatura del colore, Di Lazzaro ha concluso che l’immagine non si è formata dal diretto contatto del lino con il corpo.

Giulio Fanti, professore del Dipartimento di ingegneria meccanica dell’università di Padova e da anni studioso della Sindone, ritiene che la rappresentazione tridimensionale sia estremamente difficile da ottenere per contatto tra un lenzuolo e un corpo umano.

Nel 2008 Fanti e il suo team di ricercatori hanno scoperto che l’immagine appare anche in aree dove non avrebbe potuto esserci alcun contatto con il telo; ha quindi ipotizzato un fenomeno di radiazione che ha agito a distanza e che alcuni scienziati attribuiscono alla resurrezione di Gesù Cristo.

«Dà i migliori risultati se confrontata con le altre ipotesi. Ma può sembrare problematica da un punto di vista scientifico, perché (per quanto ne sappiamo) un corpo morto non può produrre l’energia necessaria per formare un’immagine su un tessuto di lino», ha scritto Fanti, nel suo articolo Ipotesi sulla formazione dell’immagine corporea della Sindone di Torino, pubblicato sul Journal of Imaging Science and Technology.

Fanti ritiene che il fenomeno di radiazione che meglio spiega la formazione dell’immagine sia l’effetto corona, un particolare fenomeno di trasmissione della corrente elettrica che si verifica in circostanze particolari. L’effetto corona «è l’unica fonte conosciuta di radiazioni che può soddisfare tutte le caratteristiche della Sindone di Torino, ma, per il momento, resta un problema notevole: la riproducibilità sperimentale», si legge nel suo articolo.

Secondo alcuni ricercatori sono necessarie tensioni di decine di milioni di volt o ambienti altamente radioattivi per raggiungere i risultati della Sindone, forse raggiungibili attraverso le scariche dei fulmini globulari e in ambienti radioattivi.

Dalla fine dell’Ottocento furono ipotizzate altre cause nella formazione dell’immagine tra cui un fulmine e il gesso sul corpo, ma furono subito scartate per la scarsa attendibilità.

La strada è ancora lunga. «Stiamo componendo i tasselli di un puzzle scientifico affascinante e complesso», ha scritto di Di Lazzaro nel suo articolo Un approccio scientifico alla formazione dell’immagine della sindone di Torino.

«Tutti i tentativi di replica dell’immagine sinora effettuati con le più moderne tecnologie sono falliti, e ad oggi la scienza non è ancora in grado di spiegare come si sia formata l’immagine sulla Sindone», ha scritto Giuseppe Baldacchini, fisico presso l’Enea, nel suo articolo Religioni, Cristianesimo e Sindone.

 
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