«Copilota ha azionato la discesa», indagini confermano la volontà di far cadere aereo Germanwings

Andreas Lubitz avrebbe provocato il disastro dell’Airbus 320. La scatola nera ci racconta che il copilota tedesco avrebbe atteso l’uscita dalla cabina del comandante per chiudersi dentro e portare il velivolo a perdere quota, fino a schiantarsi contro le Alpi sudorientali francesi, trascinando con sé le 150 persone a bordo.

Le parole sono del procuratore francese Brice Robin in conferenza stampa nel pomeriggio di giovedì 26 marzo. A due giorni dallo schianto del volo Germanwings, partito da Barcellona e diretto in Germania a Dusseldorf, esce una prima dichiarazione ufficiale sui drammatici minuti che sono passati da quando l’aereo è sceso dalla quota prestabilita di crociera, senza aver attivato una segnalazione di soccorso.

Robin ha parlato di «gesto volontario» da parte di Lubitz, riprendendo quanto uscito dalla scatola nera e pubblicato su Ansa. Lo scambio di battute con il comandante, considerate cordiali e senza che ci fosse niente di anomalo, precede il rumore della porta che si chiude. Il copilota di 28 anni da quel momento «è solo e manipola i comandi per azionare la discesa dell’apparecchio», sostiene il procuratore.

Una discesa costante, da circa 12 mila a 2 mila metri di altitudine, che non viene notata dai passeggeri fino all’ultimo istante, quando il panico esplode e si sentono i colpi alla porta che il comandate cerca di sfondare, tra le urla di chi è a bordo. «Non è possibile escludere che casi come questo possano accadere, anche con tutte le misure di sicurezza del mondo», il commento in un comunicato di Carsten Spohr, amministratore delegato di Lufthansa, che controlla la lowcost Germanwings.

L’OMBRA DEL SUICIDIO OSCURA L’IPOTESI TERRORISMO

Lubitz, secondo la compagnia aerea tedesca, aveva alle spalle 630 ore di volo, con un contratto iniziato a settembre 2013 dopo aver superato i test medici e psicologici per l’abilitazione al volo. Germanwings accetta quindi la versione riportata inizialmente dal New York Times, inizialmente smentita: il copilota ha fatto schiantare l’aereo consapevolmente. «I nostri pensieri e le nostre preghiere continuano ad andare alle famiglie e agli amici delle vittime», si legge in un comunicato.

Mentre si rincorrono voci non confermate di una presunta depressione del copilota, le registrazioni della scatola nera allontanano le congetture relative a un attentato terroristico. Comandante e copilota, fa sapere Robin, «non sono classificati come terroristi», aggiungendo che sono sconosciute le cause che hanno portato alla distruzione dell’aereo.

«Non credo che si debba ricercare in quella direzione. Al momento nulla ci dice che si tratti di terrorismo. Sono state chieste le origini personali, familiari e professionali del copilota di nazionalità tedesca». Un disastro che va ad aggiungersi alla lista degli incidenti causati dall’azione deliberata in cabina di pilotaggio. L’ultimo era stato a fine novembre 2013, con 33 vittime in Namibia.

 
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