Il contributo delle foreste italiane al protocollo di Kyoto

Le foreste italiane fanno risparmiare al Paese ben 500 milioni di euro e consentono di raggiungere il 70 per cento dell’accordo stipulato nel Protocollo di Kyoto di riduzione della Co2, secondo un report del Corpo forestale.

L’Italia non ha raggiunto per poco gli obiettivi imposti nel periodo tra il 2008 e il 2012 – e con questo sia stata obbligata a comprarsi il ‘diritto a inquinare’ sborsando circa 17 milioni di euro alla SendeCO2, la Borsa europea dei diritti di diossido di carbonio e crediti di carbonio.

Ma c’è una buona notizia: l’Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di Carbonio ha monitorato per dieci anni i boschi italiani, ‘contabilizzando’ il contributo di 11 milioni di ettari di foreste nazionali (più di un terzo del territorio).

La riduzione di Co2 è stata pari a 75,2 milioni di tonnellate: secondo la Forestale, stimando un valore di 5/6 euro a tonnellata, si arriva a un risparmio di oltre 500 milioni di euro, grazie alla fotosintesi degli alberi. Il protocollo consente ai Paesi sottoscrittori di contabilizzare la parte di contributo delle foreste sui cambiamenti climatici.

Il Protocollo di Kyoto, stipulato in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, entrato in vigore il 16 febbraio 2005 nella città giapponese. Il trattato internazionale in materia ambientale, relativa al riscaldamento globale, fissava come obiettivi una riduzione dell’8 per cento rispetto ai livelli del 1990 negli anni tra il 2008 e il 2012, l’Italia si è vista assegnare un valore pari al 6,5 per cento. Ci siamo fermati al 4,6 per cento.

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