Dubbio plauso dell’Occidente alla riforma sui trapianti di organi in Cina

Due settimane fa i medici dei trapianti provenienti da tutto il mondo si sono recati in Cina, per dare un chiaro sostegno alle presunte riforme del sistema dei trapianti d’organi cinese. Purtroppo sembra che queste approvazioni siano state date ciecamente, senza elementi di prova a conferma.

Secondo Huang Jiefu, attuale responsabile delle attività di trapianto d’organi in Cina ed ex ministro della Sanità, dal 1 gennaio 2015 la Cina avrebbe cessato completamente l’utilizzo di organi provenienti dai prigionieri giustiziati per i trapianti. Questa pratica era iniziata negli anni 90, quando le autorità cinesi si rifornivano di organi da trapiantare prelevandoli dai detenuti nel braccio della morte.

In realtà vi sono prove che indicano che gli organi siano stati prelevati anche – e soprattutto – da prigionieri di coscienza sfruttati come fornitori forzati di organi per i trapianti. Le autorità hanno ammesso la prima fonte di approvvigionamento ma non la seconda, certamente più scomoda.

Il problema è che non ci sono prove sul fatto che sia avvenuta questa riforma. E certamente non è stata promulgata alcuna nuova legge in questa direzione. Inoltre Huang Jiefu e altri funzionari, hanno dichiarato che i detenuti possono effettivamente «donare» i loro organi, a patto che diano il loro consenso. Una dichiarazione che lascia molta incertezza, dal momento che il regime cinese potrebbe utilizzare questo ‘trucco semantico’ per continuare a prelevare gli organi dai prigionieri giustiziati, a dispetto della riforma tanto sbandierata.

Epoch Times ha affrontato il problema della probabile legittimazione, da parte della comunità medica occidentale, del sistema dei trapianti cinese qualche giorno prima della riunione a Guangzhou, dal 21 al 23 agosto 2015. Da allora, sono emerse nuove notizie su ciò che è effettivamente accaduto.

Sebbene non si siano ancora viste dichiarazioni istituzionali, i media cinesi hanno riportato delle osservazioni fatte dai chirurghi occidentali dei trapianti e dagli esperti in Cina, che potranno essere motivo d’imbarazzo in un futuro non troppo lontano. Questo se la promessa di cessare l’utilizzo dei prigionieri rimarrà una semplice promessa.

Di seguito, i commenti di alcuni dei funzionari responsabili di trapianto di organi più importanti al mondo, secondo un resoconto completo di Headline News.

«Ricordo molti anni fa, quando il professor Huang Jiefu, in un forum internazionale, aveva detto a tutti che la Cina avrebbe cessato di utilizzare gli organi dei condannati a morte, e sarebbe diventato un intero sistema cittadino di donazione. A dir la verità, al momento non sapevo davvero se in Cina sarebbe accaduto questo. Oggi, lo abbiamo visto. È vero» – Jose R. Núñez, Organizzazione mondiale della Sanità

«Dieci anni fa sono venuto in Cina per partecipare alle attività del China Medical Board Activity sponsorizzate dalla Rockefeller Foundation, e sono arrivato a comprendere le difficoltà e gli ostacoli del trapianto di organi in Cina. Oggi tutti sono stati superati, uno ad uno. Oggi siamo di fronte a questo neonato; come faremo ad allevarlo? Le sue sostanze nutritive saranno: l’apertura, la trasparenza. La donazione e il trapianto avranno un lungo futuro illuminato dalla luce della trasparenza» – Francis Delmonico, direttore esecutivo del Gruppo Custode della Dichiarazione di Istanbul

«Il progresso della Cina è il progresso del trapianto mondiale di organi. Questi risultati la Cina li ha raggiunti grazie alla forte direzione del professor Huang e al sostegno del Governo» – Filippo O’Connell, presidente della Società dei Trapianti

È possibile che le osservazioni di questi funzionari siano state in realtà molto più caute, ma i media cinesi avevano ordine di propagandare l’approvazione internazionale. Oppure forse i funzionari sono diventati vittime delle distorsioni della realtà tipiche del Partito Comunista Cinese, dove le regole vanno in fumo quando si tratta di Cina. Un esempio su tutti è la comunità imprenditoriale che ha investito enormi quantità di capitali e di tecnologie, salvo poi scoprire che i segreti commerciali erano stati violati e rubati.

Ma c’è anche un altro possibile motivo a sostegno delle dichiarazioni dei funzionari occidentali. Il Partito possiede infatti un vasto apparato burocratico specializzato a ingannare gli stranieri quando sono in visita in Cina, con discorsi che soddisfano gli ospiti e i dignitari in visita, ma che non corrispondono a realtà.

In questo caso, si può supporre che il discorso riportato in maniera ingannevole sottolineasse l’importanza di sostenere le riforme di gente coraggiosa come Huang Jiefu (primo responsabile di trapianti in Cina), che avrebbe bisogno di porre rimedio a un sistema di pubblica sicurezza alquanto degenerato, visto che è arrivato al punto di portar via gli organi ai detenuti.

Nonostante tutti i tentativi di ingraziarsi gli ospiti stranieri, difficilmente succederà che chi vive al di fuori della Cina venga ingannato o cooptato. Sempre più persone nel mondo stanno infatti venendo a conoscenza delle numerose illegalità connesse al sistema dei trapianti in Cina: decine di migliaia di prigionieri di coscienza – principalmente praticanti del Falun Gong, ma anche gli uiguri – sono stati uccisi a scopo di lucro. E secondo gli esperti, in molti casi gli organi sono stati prelevati quando le vittime erano ancora in vita.

Attualmente i medici occidentali stanno approvando questa pseudo-riforma, ignorando tutte le prove indiziarie secondo cui numerosi chirurghi cinesi si sarebbero resi colpevoli di omicidi di massa. Episodi vergognosi come questo spesso vengono condannati, nei libri di Storia, con pesanti lezioni morali.

Il Partito Comunista Cinese, sempre traballante, brama legittimità in campo internazionale, ma di questi problemi se ne occuperà chi di competenza.

Il massimo che gli stranieri possano sperare nel trattare con la Cina, è appunto di rimanere ‘stranieri’, e lasciare che il Partito Comunista risolva il resto. Le organizzazioni internazionali dei trapianti di organi devono attenersi ai propri valori, insistendo su tutti i principi orientativi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla politica dell’etica dei trapianti d’organi, e chiedendo una verifica dell’attuazione delle riforme.

Questo significherebbe non giocare a fare l’amico di Huang Jiefu, ma piuttosto esercitare su di lui una certa pressione. Solo delle decisioni ai livelli elevati del sistema possono portare a un vero cambiamento nella politica del trapianto di organi, rispetto ai finti risultati che ora vediamo.

Articolo in inglese: ‘Western Transplant Doctors Grant China a Dubious Endorsement

 
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