Cinque leggende cinesi di ispirazione per il nuovo anno

L’IMPERATORE YU CONTROLLA LE INONDAZIONI

Il Fiume Giallo è conosciuto come ‘il dolore della Cina’ perché, nonostante sia la linfa vitale dell’agricoltura, a causa delle sue inondazioni frequenti e difficili da controllare, nel corso dei secoli milioni di persone hanno perso tutti i beni e addirittura la vita.

Secondo una leggenda cinese, uno dei primi a risolvere questo annoso problema fu l’imperatore Yu il Grande. Per anni, l’imperatore guidò personalmente i suoi uomini nella costruzione di argini per guidare il corso del fiume e stabilizzare la geografia delle Pianure Centrali e, a causa della dedizione, suo figlio poteva vederlo solo quando passava vicino a casa per andare al lavoro.

La laboriosità esemplare di Yu il Grande e la sua grande attenzione al benessere del suo popolo si sono conservate generazione dopo generazione, grazie al lavoro incessante di contadini e operai che hanno continuato a mantenere e controllare gli argini che contengono la forza del fiume.

L’imperatore Yu il grande. (Dominio pubblico)

LE LACRIME DI MENG JIANG

Dopo aver unificato la Cina, il primo imperatore Qin ordinò la costruzione di una Grande Muraglia per difendere il confine settentrionale dell’impero dagli invasori. Una giovane, Meng Jiang, si era appena sposata quando le autorità improvvisamente precettarono suo marito, insieme con centinaia di migliaia di altri giovani, e lo arruolarono per completare questo ambizioso progetto.

Il lavoro sulla Muraglia era molto duro, e decine di migliaia di uomini morirono a causa del clima impietoso o del troppo lavoro. Per portare abiti caldi al marito, la giovane Meng Jiang fece a piedi il difficile viaggio fino alla Muraglia, ma al suo arrivo scoprì che era morto.
Meng Jiang pianse amaramente per tre giorni, causando, per miracolo divino, il collasso di una enorme sezione della Grande Muraglia; secondo la leggenda, vedendo le cataste di ossa umane sepolte sotto il muro, pregò le divinità perché la aiutassero a trovare il resti di suo marito. Quindi si punse un dito fino a farlo sanguinare e poi fece cadere il sangue sugli scheletri, con la convinzione che sarebbe entrato nelle ossa del suo amato marito, mentre sarebbe scivolato sopra le altre. Con l’aiuto delle divinità, alla fine riuscì a trovare i resti del marito, a cui diede una adeguata sepoltura.

In onore di questa donna fedele, le generazioni successive eressero un tempio a lei dedicato su una montagna vicino a Shanhaiguan, dove la Grande Muraglia incontra l’Oceano Pacifico, e la ricordarono con il nome di Signora Meng Jiang.

La fine della Grande Muraglia, dove incontra l’oceano. (CC BY 2.0)

WU ZIXU VIVE PER VENDICARE LA FAMIGLIA

Duemila cinquecento anni fa, all’inizio del Periodo degli Stati combattenti, c’era in Cina un ministro e generale di nome Wu Zixu, che fece di tutto per vendicare l’esecuzione ingiusta di suo padre e di suo fratello.

La storia di Wu iniziò quando suo padre, tutore del principe del loro nativo Stato di Chu, venne imprigionato dal re, il quale era stato ingannato da dei cospiratori e costretto a credere che il vecchio Wu stesse progettando una ribellione. Dietro le sbarre, il tutore reale venne obbligato a scrivere una lettera che ordinava ai suoi figli di raggiungerlo nella capitale, con l’intento di eliminarli tutti in un colpo solo.

Quando Wu Zixu e suo fratello, Wu Shang, videro la lettera, compresero immediatamente che si trattava di una trappola mortale, ma non osarono disobbedire al padre. D’altra parte, in quanto figli devoti, non potevano lasciare volontariamente che il padre fosse ucciso per la mano di qualche criminale.

Alla fine i due fratelli trovarono una soluzione: Wu Shang partì per la capitale di Chu, sacrificando la sua vita e adempiendo al suo dovere per onorare il comando ricevuto dal padre. Wu Zixu sopravvisse, ma il suo percorso divenne per questo ancora più arduo. Promettendo di rovesciare il governo corrotto di Chu, Wu Zixu prima partì da solo e attraversò il potente Fiume Giallo, scappando nello Stato di Wu a est. Qui riuscì non solo a diventare un ufficiale, ma aiutò a rovesciare un usurpatore del trono, fondò quella che diventerà la moderna città di Suzhou e arruolò il leggendario autore dell’Arte della guerra, Sun Zi, nella sua spedizione alla conquista di Chu.

Dopo molti anni di preparativi, Wu Zixu guidò un esercito verso la capitale di Chu ed eliminò gli uomini che – per brama di potere – avevano ucciso i suoi familiari.

LIU BEI INGAGGIA ZHUGE LIANG

Zhuge Liang è stato un funzionario chiave al servizio di Liu Bei, che si battè per ristabilire la dinastia Han (206 aC – 220 dC). Una famosa storia raccontata nel classico Romanzo dei Tre Regni racconta di come Liu e i suoi uomini riuscirono a ingaggiare questo famoso stratega.

Quando Liu Bei e i suoi più fidati amici, i generali Guan Yu e Zhang Fei, seppero dell’abilità di Zhuge Liang, si recarono alla sua residenza di Longzhong per parlare con lui. Ma anche dopo due viaggi di incontrarlo, uno dei quali durante una pesante nevicata, non riuscirono a incontrarlo e nessuno sapeva dove si trovasse.
Al terzo viaggio, i generali di Liu Bei si erano già stancati di cercare questo stratega: Guan Yu era convinto che Zhuge li evitasse perché non credeva di essere adatto all’incarico, mentre Zhang Fei si offrì di catturare Zhuge se lo avessero trovato al terzo tentativo, ma si fosse rifiutato di collaborare.

Zhuge era a casa a dormire quando arrivarono alla sua porta per la terza volta. Liu Bei dovette trattenere un impaziente Zhang Fei, che suggeriva di dare fuoco alla casa di Zhuge per spaventarlo e tirarlo giù dal letto, e attese invece che si svegliasse. Due ore dopo, Zhuge Liang si svegliò e ricevette Liu Bei nella sua casa. Rimase impressionato dalla missione di ristabilire la dinastia Han e decise di aiutarlo nelle sue campagne.

CONFUCIO INSEGNA IN TEMPI TURBOLENTI

Anche se ha avuto una enorme influenza sulla società tradizionale cinese, il saggio maestro Confucio non vide mai attuati i suoi insegnamenti nei molti Stati che formavano la Cina dei suoi giorni.

Il confucianesimo era una delle molte scuole di pensiero della Cina: alcune promuovevano leggi più severe, altre vedevano una speranza di pace nell’amore e nell’uguaglianza universali e nel pacifismo protetto da robuste fortificazioni.
Secondo Confucio invece, quello di cui la Cina aveva bisogno era che ogni individuo, dal principe ai contadini, rispettasse i propri familiari e coltivasse la virtù nella propria vita. Al tempo di Confucio, molti uomini di potere si preoccupavano prima di tutto della propria sopravvivenza e di arricchirsi: pochi erano sinceramente interessati a quello che Confucio e i suoi discepoli, che provenivano da diversi strati sociali, avevano da offrire.

Ma questo non era importante: per Confucio, seguire quello che gli antichi chiavano il ‘Mandato del Cielo’ era un modo di vivere, la Via di un uomo moralmente superiore. Il confucianesimo non fu mai adottato mentre Confucio era in vita, e fu soppresso dal Primo imperatore. Ma alla fine gli insegnamenti di questo grande saggio divennero uno dei fondamenti del popolo e della cultura cinesi.

Confucio nel trittico “Confucio e i suoi discepoli Yanzi e Huizi all’ Altare di albicocco dell’artista giapponese Kanto Tanyuu. (Dominio pubblico)

 

Articolo in inglese: Fortify Your New Year’s Resolutions With These 5 Chinese Legends

Traduzione di Veronica Melelli

 
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