Cina, il think tank dell’assurdo

Non ci vuole un genio o qualcuno con capacità soprannaturali per dire che il mondo è attualmente in gran parte nel caos. Non un caos piccolo o banale, ma molto, molto grande – ‘bigly’ – per prendere in prestito l’espressione di Donald Trump (in realtà si dice che Trump abbia detto ‘big league’ e non bigly, un termine che è stato poi molto ricercato su Google).

I coltivatori spirituali delle scuole di meditazione del Budda e del Tao sanno che gli esseri umani si trovano attualmente nell’Era della distruzione totale, del momento finale. Secondo questa visione, nel periodo attuale, demoni di ogni genere emergono dalle tenebre, confondono l’essere umano e colpiscono la società: questo è esattamente quello che sta succedendo nelle parole e nei discorsi di quei teorici, teorizzatori, spudorati sbandieratori e intellettuali imperiali del Partito Comunista Cinese.

Questi trombettieri e intellettuali imperiali, non solo inneggiano agli assassini e i macellai di piazza Tienanmen e i responsabili dei prelievi forzati di organi dai praticanti cinesi del Falun Gong, ma appaiono anche come studiosi e ricercatori nei think tank e nei campus universitari di tutta la Cina. Inoltre, mentre approfittano pienamente della libertà di parola al di fuori della Cina per ingannare la società occidentale, si stanno anche servendo dell’autoritarismo all’interno del Paese per ingannare il popolo cinese, con osservazioni e commenti senza senso. Le loro parole e i discorsi – senza freni, incoerenti e sostenuti da un regime sempre più repressivo – assomigliano sempre più alla sindrome da Kundalini o a una psicosi da qigong del mondo secolare.

In realtà, sindrome da Kundalini o psicosi da qigong sono espressioni spesso abusate e incomprese. Anche la definizione su Wikipedia è erronea e nella pagina c’è un disclaimer che informa il lettore che la definizione non fa riferimento a referenze o a fonti credibili: in altre parole, è scritta da qualcuno disinformato in merito.
La sindrome da Kundalini o psicosi da qigong si riferisce a una situazione ipotetica durante la pratica degli esercizi di qigong: una leggera psicosi a seguito di un particolare incidente. Nel qigong autentico delle scuole ortodosse, come nella meditazione della Falun Dafa (Falun Gong), non esiste alcuna psicosi da qigong poiché l’autentica coltivazione, e meditazione, sono a livelli di gran lunga superiori rispetto alla pratica del qi: la coltivazione di alto livello è guidata dal Maestro e non comporta uno stato come la psicosi.
Tuttavia, se qualcuno sta praticando in modo non ortodosso, o percorre deliberatamente una via malvagia oppure invita gli animali a possedere il proprio corpo, potrebbe davvero cacciarsi nei guai. Quando quei trombettieri sostengono fermamente il regime del Pcc (il Drago Rosso, come è comunemente noto il Partito), camuffati da ricercatori appartenenti a un gruppo di esperti, l’assurdità che manifestano è esattamente il sintomo di una vera psicosi.

La macchina della propaganda del Pcc sostiene che il 2016 è l’era in cui «il Pcc è in dialogo con il mondo». Altri intellettuali del governo cinese affermano che il mercato finanziario, plasmato dall’Occidente, non ha bisogno di uno stile occidentale per quanto riguarda la regolazione e il controllo. Qualcun altro afferma che il Pcc è «superiore» nella gestione delle crisi rispetto alle controparti occidentali e che la Cina, fino a quando esisterà un interesse nella gestione globale, non può più essere studente o apprendista, ma «insegnante o mentore» di altre nazioni. Sarebbe interessante analizzare queste parole dal punto di vista dell’ermeneutica. 

L’ermeneutica occidentale è lo studio della storia, della letteratura, della filosofia e delle parole antiche, in particolare quelle delle Sacre Scritture. Questa concezione filosofica, in base alle definizioni di alcuni studiosi della Stanford, fornisce uno strumento per analizzare il comportamento umano e le parole pronunciate. In realtà, l’ermeneutica è in qualche modo simile all’esegesi cinese (Xun Xue Gu) poiché è una branca di studi anch’essa focalizzata sulla letteratura antica.

Un intellettuale cinese, appartenente a un gruppo di esperti, ha detto che i Paesi del Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) stanno diventando una piattaforma importante nella gestione globale. Sulla base delle sue ipotesi, al decimo anniversario dalla loro fondazione, i Brics assommano il 43 percento della popolazione mondiale, il 23 percento del Pil di tutto il mondo e il 16 percento del commercio mondiale.
A dire il vero, il numero indica esattamente la loro debolezza e non quanto siano realmente forti. Si immagini un gruppo di Paesi che conti quasi metà della popolazione mondiale, ma con solo un quarto della ricchezza del mondo e un ottavo del commercio globale: con simili numeri, come possono essere considerati il ??«motore della crescita economica mondiale» e un motore importante a livello globale?

Inoltre, il ‘dialogo’ tra il Pcc e il mondo è falso. Dal momento che 250 milioni di cinesi hanno dichiarato le proprie dimissioni dal Partito e dalle leghe associate, è evidente l’isolamento in  cui il Pcc si trova. I trombettieri confondono volutamente i ‘comunisti cinesi’ con la ‘Cina’: usano la parola ‘Cina’ quando parlano al mondo esterno e ‘Pcc’ quando raccontano le stesse storie alla popolazione cinese. I governi stranieri riconoscono la Cina e interagiscono con lei, ma non riconoscono i comunisti. La legittimità del Pcc in Cina è in gran parte ignorata dalla comunità internazionale per motivi di ordine pratico, che hanno a che fare con le negoziazioni e l’ingresso nel mercato cinese. A oggi, gli Stati Uniti vietano ancora ai membri comunisti di entrare in America.

Il blocco orientale, tradizionalmente l’Unione Sovietica e i Paesi dell’Europa orientale, è ora in gran parte costituito dall’Estremo Oriente. Il Vietnam sta cooperando con l’America e accoglie la presenza americana nel contestato Mar Cinese Meridionale; nel rapporto tra Stati Uniti e Cuba c’è stato un rapido disgelo, oltre le aspettative, e il regime di Kim Jong-un potrebbe essere rimosso in qualsiasi momento dagli Usa e dalle forze speciali della Corea del Sud. Senza compagni e confidenti, il Pcc si trova ad affrontare un pericolo reale per la sua stessa esistenza e il cosiddetto ‘dialogo’ con il mondo non è altro che il tentativo di resistere.

La Cina è ancora studente, o è già in grado essere considerata un’insegnante nel suo cammino verso la modernizzazione? Francamente parlando, la Cina non è una brava allieva in Occidente poiché, come gli imperatori della dinastia Qing, il Pcc aspira solo ad apprendere la scienza e la tecnologia dall’Occidente, non la libertà, la democrazia e le competenze trasversali nel campo dell’amministrazione.

Una volta, uno studioso americano disse che gli Stati Uniti non si preoccupano tanto se la Cina ruba alta tecnologia agli Stati Uniti, dato che gli Usa possono sempre inventare nuove e migliori tecnologie in campo militare, informatico e industriale. Gli Stati Uniti dovrebbero invece temere l’utilizzo del soft power da parte del gigante asiatico che, secondo questo studioso, accenderebbe il vero potenziale della popolazione cinese, trasformandola in un avversario per l’America.

Eppure, lo spirito dei Paesi occidentali è esattamente quello che il Pcc rifiuta: quando i suoi trombettieri sostengono che il mercato finanziario cinese non ha bisogno di essere regolato e controllato secondo lo stile occidentale, le persone si chiedono se il governo cinese voglia veramente mercati dai capitali trasparenti, equi ed efficienti. La risposta è chiara: il regime ha saccheggiato la ricchezza della nazione e ora sta proteggendo il suo bottino. Naturalmente non vogliono finire sotto le normative stringenti del tipo di quelle che regolano Wall Street. 

Ma, anche se apparentemente i ‘glorificatori’ del Pcc e gli intellettuali imperiali sono sempre più affetti dalla sindrome da Kundalini o dalla psicosi da qigong, quando parlano senza senso, in realtà la loro pazzia è ben pianificata e interpretata: mentre l’aristocratico dietro la scena è sempre più preoccupato di perdere potere e controllo, la sanità mentale degli attori davanti non può essere mantenuta.

Il dottor Frank Tian Xie è professore ordinario di economia all’Università John M. Olin Palmetto e professore associato di marketing presso la University of South Carolina Aiken, negli Stati Uniti.

Quelle espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non riflettono necessariamente il punto di vista di Epoch Times.

Articolo in inglese: ‘ Think Tank that Embraces Senselessness

Traduzione: Massimiliano Russano

 
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