Finale di Miss Mondo, la Cina contro Anastasia Lin

L’inizio della finale internazionale di Miss Mondo è fissato per il 21 novembre e quest’anno si svolgerà in un resort della città di Sanya, in Cina. Tuttavia, tra tutte le concorrenti, sembra che Anastasia Lin, Miss Canada 2015, sia l’unica a non aver ricevuto una lettera di invito dall’organizzazione cinese ospitante.

La Lin è attiva nella promozione dei diritti umani in Cina e ritiene di essere stata esclusa per questa ragione. Di conseguenza, sta chiedendo all’organizzazione di Miss Mondo, che ha sede a Londra, di intervenire. «A questo punto, non credo più che sia un problema amministrativo», ha detto in un’intervista telefonica da Toronto. «Le altre ragazze hanno ricevuto i loro inviti dieci giorni fa. Io sono l’unica, per quanto ne sappia, a non averlo ancora ricevuto».

Tuttavia, la risposta dell’organizzazione di Miss Mondo è sembrata elusiva. «Non abbiamo alcun controllo sui visti che vengono rilasciati», ha replicato il gruppo sul Washington Post. «Sebbene quanto accaduto sia spiacevole, riteniamo che l’evento dovrebbe continuare anche in queste circostanze».

La Lin ha replicato a sua volta sostenendo che non è stata affrontata direttamente la questione della discriminazione politica. «Credo che l’organizzazione di Miss Mondo abbia il potere di cambiare le conseguenze di questa situazione», ha detto. Senza la lettera dell’invito la Lin non può richiedere il visto, e se non ottiene il visto entro il 20 novembre, sarà automaticamente squalificata.

Considerato che, poco dopo che lo scorso maggio la Lin si era aggiudicata la corona di Miss Mondo del Canada, erano stati inviati degli agenti della sicurezza a casa di suo padre in Cina, al fine di metterla sotto pressione, la mano del regime cinese non sembra lontana da tutto questo.

La Lin ha recitato in un certo numero di film sul tema delle questioni dei diritti umani in Cina, tra cui la persecuzione della pratica spirituale del Falun Gong, un soggetto fortemente censurato dalle forze cinesi della sicurezza e della propaganda. Oltre che per i suoi film, la Lin è conosciuta per essere attiva nelle discussioni e nel sensibilizzare le persone sugli abusi dei diritti umani in Cina. È statala sua promessa di «essere una voce per chi non ha voce» ad aiutarla ad aggiudicarsi la corona di Miss Mondo del Canada.

Dopo aver riferito che suo padre era stato minacciato dai funzionari della sicurezza – un tentativo di zittirla – i rappresentanti del governo canadese si sono pronunciati in suo sostegno. «Il Canada elogia la signora Lin per il suo impegno nel sensibilizzare l’opinione pubblica in merito a questi problemi», ha detto il portavoce del Ministero degli Esteri Amy Mills a Epoch Times, in un comunicato inviato via email. «Il Canada è anche preoccupato per le affermazioni inerenti alle molestie che il governo cinese ha attuato nei confronti della famiglia della signora Lin in Cina».

Il Washington Post, in un editoriale del 7 novembre, ha scritto che «supponevamo che il concorso di Miss Mondo avrebbe avuto abbastanza amor proprio da insistere affinché la Nazione ospitante ammetta ogni legittima concorrente – oppure, in caso contrario, cambiare a location della competizione».

Il Post ha definito la reazione che ha constatato – con l’organizzazione di Miss Mondo che sostanzialmente se ne è lavata le mani – come «il tipo di reazione pusillanime che è diventata sempre più comune con l’intensificarsi delle angherie della Cina».

Il Partito Comunista Cinese è ampiamente noto per le intimidazioni e gli attacchi inflitti a certi individui e gruppi – tra i quali figurano accademici stranieri, giornalisti, organizzazioni non governative e altri – che si adoperano per fare luce sulle persecuzioni politiche o su altri abusi commessi dallo Stato in Cina.

La Lin ha detto a Epoch Times: «Sono una concorrente che rappresenta il Canada, e i giudici canadesi mi hanno scelto proprio perché pensavano che avrei rappresentato al meglio i valori canadesi, tra cui la libertà e la dignità umana. Adesso, le autorità cinesi stanno cercando di proibirmi di rappresentare il mio Paese, discriminandomi perché ho scelto di rimanere fedele alla mia coscienza e perché ho espresso le mie proprie opinioni».

La concorrente ha continuato parlando di ciò che l’organizzazione di Miss Mondo dovrebbe fare a fronte della potenziale discriminazione e dell’interferenza politica da parte della Cina: «Vorrei rispettosamente suggerire all’organizzazione di Miss Mondo di valutare se sia il caso o meno di continuare a considerare la Cina come sede per i suoi eventi».

«Ho concorso per Miss Mondo del Canada attratta dal motto della competizione: ‘La bellezza con uno scopo’, e credo di aver fatto uso del mio titolo in un modo consono a tale principio. Se anche loro volessero veramente attenersi al loro motto, allora dovrebbero riconsiderare il fatto di svolgere la competizione in Cina quest’anno», ha detto. «Se tutti, sulle questioni di principio, si schierassero contro il regime cinese, allora loro non sarebbero più opprimenti con le persone come in questo caso».

 
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