Cina, quando il corpo diventa un mercato per il trapianto di organi

La dignità umana è un diritto inviolabile, inseparabile dallo stesso essere umano. Quanto sia incomparabilmente preziosa spesso diventa evidente solo quando la si perde. Se si afferma con intento sublime che la dignità umana è sacra, allora è sicuramente sconvolgente quando non solo la dignità umana, ma anche il corpo vengono danneggiati.

Siamo già abituati a sentir parlare di violazione di diritti umani. Ma ciò che sta alla base di questo termine in voga è molto più di un semplice vocabolo legale; descrive la disumanizzazione delle persone perseguitate. Data la violazione dei diritti fondamentali dell’essere umano, a essere trasgredita in questo caso non è quindi, oltre alla dignità della persona perseguitata, anche quella di chi assiste? Come possiamo valutare ancora la nostra dignità umana se stiamo a guardare – senza impedirlo – mentre questa stessa dignità, innata nel genere umano, viene violata in altre persone?

DISUMANIZZAZIONE DEI PRIGIONIERI DI COSCIENZA IN CINA: L’UOMO DIVENTA MERCATO PER GLI ORGANI

Oggi osserviamo i risultati della disumanizzazione e della condanna degli oppositori – e la conseguente perdita dell’inviolabile dignità umana – nell’esempio dei praticanti delFalun Gong in Cina. Il grave livello di violazione della dignità umana in Cina è testimoniato dalla quantità di coraggio necessaria per scrivere di questo tabù, che è la persecuzione dei praticanti del Falun Gong.

La censura imposta in Cina – insieme alla censura auto-imposta fuori dalla Cina – all’inizio di solito reprime la questione. Ma abbiamo il dovere verso la stessa dignità umana di non assecondare la pressione di questa auto-censura. La dignità umana è universale; non può essere limitata né da confini nazionali, né dalla censura.

La pratica di meditazione del Falun Gong è attualmente un drammatico caso di studio della condizione della dignità umana in Cina. Negli ultimi 22 anni il Falun Gong ha vissuto su una montagna russa di estremi, da una grandissima popolarità in tutta la Cina a una brutale persecuzione su scala nazionale. È l’esempio che oggi, meglio di qualunque altro, è il più adatto a descrivere in cosa può sfociare la disumanizzazione degli oppositori.

La storia del Falun Gong può essere brevemente riassunta in questo modo: dopo che la pratica è stata introdotta nel 1992 ha vinto numerosi premi, guadagnando in breve tempo una diffusa popolarità. Il Ministero dello sport cinese ha pubblicizzato in televisione il Falun Gong, elogiando i suoi effetti positivi sulla salute. Nel 1999 le persone che avevano iniziato a praticare il Falun Gong si aggiravano tra i 70 e i 100 milioni.

Tra la popolazione cinese i praticanti del Falun Gong erano noti per essere amichevoli e collaborativi. Proprio perché il Falun Gong è una pratica di auto-coltivazione spirituale, nella quale ognuno è consapevole di dover migliorare sé stesso e arricchire la propria interiorità, i praticanti del Falun Gong per natura non si fanno coinvolgere nelle discussioni politiche.

IL 20 LUGLIO DEL 1999 INIZIA UNA PERSECUZIONE SENZA PRECEDENTI

Nel luglio del 1999 la situazione della popolare pratica di auto-coltivazione spirituale è cambiata dal giorno alla notte; il Falun Gong viene bandito senza ragioni con l’accusa di violare la costituzione cinese. Ormai da 15 anni i praticanti del Falun Gong sono perseguitati in Cina e – in un modo o nell’altro – fuori dalla Cina, dalle ambasciate cinesi e dalle associazioni studentesche nelle università estere.

Perciò da un lato la persecuzione del Falun Gong è fatta di lavaggi di cervello,campi di lavoro, prigionia, tortura e prelievo forzato di organi, mentre dall’altro è composta da propaganda e mass media, dalle bugie adottate dai mass media occidentali, in parte per ignoranza e in parte per auto-censura, in maniera tale da non compromettere i visti futuri dei giornalisti verso la Cina.

La questione del Falun Gong è stata dichiarata un tabù e i mass media occidentali riportano solo sporadicamente – o per niente – notizie sul Falun Gong. Il tema della violazione dei diritti umani è anche evidente in campo legale. In Cina gli avvocati stessi vanno incontro all’imprigionamento se non si adeguano alle regole implicite delle udienze in tribunale – nel corso delle quali il verdetto è già stato decretato prima che il tribunale apra il caso – e difendono invece coloro che vengono ostracizzati dal sistema monopartitico ancora prima che inizi il processo. Lo Stato di diritto è fuori questione, quello che conta è la politica di partito. Quelli che non si adeguano sono etichettati come ‘nemici dello Stato’; la disumanizzazione avviene già nei tribunali.

Nel caso del Falun Gong, questa si realizza nei campi di lavoro forzato, attraverso il lavaggio di cervello e la tortura, divenuti noarma fin dal 1999. Subito dopo l’inizio della persecuzione del Falun Gong sono cominciate le prime morti per tortura, sulle quali, dietro ordine di Jiang Zemin, veniva fatta una propaganda che le dichiarava ‘suicidi’. Le richieste del partito unico hanno sopraffatto la realtà. La ‘realtà’ in Cina oggi è priva di contatti con la vera realtà. La realtà in Cina è definita da ciò che il Partito definisce come tale, che passa dall’ufficio del contabile di una piccola impresa fino ad arrivare ai tribunali.

Ma in questo caso la realtà fuori dalla Cina è differente da quella all’interno della Cina; questo concetto si applica anche alla dignità umana. Nella Cina di oggi, quella di ‘dignità umana’ è una concezione vuota, e per molti cinesi è spesso poco chiaro ciò che l’Occidente ritiene siano l’etica, la morale e la dignità umana. Ma se il rispetto per la dignità umana non è parte della realtà cinese, allora dobbiamo chiederci: a cosa porterà tutto ciò?

Lo rivela uno sguardo in campo medico: tradizionalmente, il popolo cinese è riluttante a donare gli organi per il trapianto. È un sentimento profondamente radicato nella popolazione, perciò in Cina i donatori di organi scarseggiano. Per fornire gli organi per il trapianto nel 1984 è entrata in vigore una legge che autorizzava a far provenire gli organi dai prigionieri giustiziati. Data questa legge, il passo dal prelievo di organi non solo ai prigionieri giustiziati ma anche ai prigionieri di coscienza (quali gli Uiguri, i Tibetani e i praticanti del Falun Gong) è stato breve.

UNA RISORSA SEGRETA DI ORGANI

Dopo che nel 1999 è iniziata la persecuzione del Falun Gong, la pratica del prelievo di organi dai prigionieri giustiziati si è estesa ai praticanti del Falun Gong. Milioni di praticanti del Falun Gong perseguitati sono stati esposti al rischio di essere categorizzati come risorsa segreta di organi. Gli organi venivano quindi sottratti su richiesta e con poco preavviso, senza il consenso dei detenuti.

Mentre li si teneva prigionieri nei campi di lavoro forzato o nei campi di rieducazione, i loro corpi venivano sistematicamente esaminati. Sui praticanti detenuti venivano sempre fatte costose analisi del sangue e delle urine, ecografie e raggi X. Se per 15 anni si investono milioni di dollari in diagnosi mediche non richieste sui prigionieri dei campi di lavoro forzato e sui prigionieri di coscienza, allora c’è da chiedersi dove verranno ammortizzati questi costi.

Anziché essere torturati a morte e i loro corpi danneggiati, i praticanti del Falun Gong divennero una fonte di guadagno per il trapianto degli organi. Dopo il 1999 gli ospedali cinesi hanno cominciato a pubblicizzare su internet i trapianti di organi. Questo è avvenuto in un periodo in cui la Cina non aveva un programma pubblico di donazione degli organi. Il commercio è divenuto fiorente; i beni: gli organi. Il tempo di consegna: da una a quattro settimane; il prezzo: un rene 60 mila dollari, un fegato centomila dollari.

In un caso del 2013 alcuni giornalisti della rivista tedesca ‘Der Spiegel’ hanno finto di voler comprare un rene da un agente degli organi cinese su internet. Il prezzo per un rene dalla Cina era di circa 350 mila dollari.

Dal 1999 al 2006 il numero di centri per i trapianti in Cina è salito da 150 a 600; non si può evitare di domandarsi su quale fondamento la Cina avesse la possibilità di realizzare un continuo rifornimento a lungo termine di organi senza un programma pubblico di donazione.

Nello stesso momento in cui in Cina il numero di persone giustiziate si riduceva, quello di trapianti è aumentato drasticamente dopo il 1999; da meno di tremila trapianti prima del 1999, sembrerebbe essere salito a 20 mila nel 2005. Viene da chiedersi: da dove vengono tutti gli organi trapiantati?

Dietro questi numeri astratti si cela una crudele realtà: in Cina i prigionieri di coscienza vengono uccisi in base alla richiesta di organi per il trapianto, senza aver ricevuto una sentenza di morte, né aver commesso alcun crimine e senza aver dato un libero e volontario consenso alla donazione. La triste realtà è che i dottori coinvolti hanno portato la medicina dei trapianti in Cina all’assurdo: non è affatto possibile curare un paziente con un trapianto uccidendo altre persone per quegli organi.

LA DIGNITÀ UMANA È INVIOLABILE E IMPRESCINDIBILE: ECCO PERCHÉ NON POSSIAMO STARE A GUARDARE MENTRE ALTRE PERSONE VENGONO PRIVATE DEI LORO DIRITTI UMANI

Uno sguardo più da vicino al Falun Gong ci dice quanto la persecuzione del Falun Gong dipenda direttamente anche da noi. Se ci chiediamo cosa ha a che fare tutto questo con noi, scopriremo molto.

Il Falun Gong è una pratica di auto-coltivazione spirituale che insegna i principi fondamentali. Nel caso del Falun Gong questi sono la verità, la compassione e la tolleranza. Si può concordare che questi tre principi sono visti come lodevoli e auspicabili in tutto il mondo; sono più o meno universali.

Tuttavia, inspiegabilmente, il Falun Gong viene perseguitato in Cina proprio a causa di questi sani valori. La persecuzione del Falun Gong non è diretta solo contro il Falun Gong, ma anche contro la bontà dello stesso genere umano.

La verità è senza dubbio il nemico pubblico numero 1 in Cina; questo avviene specialmente quando un Paese è largamente governato dalla corruzione, quando il furto intellettuale e la pirateria sono nella norma e la libertà dei mass media è degenerata in una censura autoimposta.

Anche la compassione è certamente un nemico pubblico n.1 in Cina, visto che l’idea di lotta di classe è tuttora presente nella società e dietro le parole armoniose e diplomatiche la popolazione è incanalata in una politica nazionale ed estera del pugno di ferro.

Infine anche la tolleranza è sicuramente il nemico pubblico n. 1 in Cina, dato che le voci dei dissidenti non sono tollerate e a qualunque allontanamento dalle direttive del Partito Comunista si risponde con una violenza brutale e con l’intransigenza.

In altre parole l’ingiustificata e irrazionale persecuzione del Falun Gong e dei suoi tre principi è allo stesso tempo una crociata contro la bontà del genere umano, contro le fondamenta della dignità umana e i valori che sono semplicemente la pietra angolare dell’umanità.

Se al libero esercizio della verità, della compassione e della tolleranza si risponde con la tortura e, in casi estremi, con il prelievo forzato di organi da prigionieri vivi, non sono a rischio anche le persone che non sono praticanti del Falun Gong ma che sono legate all’onestà, alla gentilezza e alla tolleranza? Se il sistema monopartitico della Cina è costantemente in lotta con i tre nemici numero uno dello Stato, quando sarà violata anche la nostra stessa dignità umana fuori dalla Cina, esattamente nello stesso modo in cui ora avviene nel caso dei praticanti del Falun Gong? La risposta è sconvolgente: sta già avvenendo, proprio adesso.

Da una prospettiva umanitaria non si può limitare la dignità umana a confini nazionali, perché è universale. Il prelievo forzato di organi dai prigionieri vivi in Cina ha oltrepassato i limiti dell’umanità. Il regime di Pechino dà ai prigionieri di coscienza la possibilità di scegliere di morire, fisicamente o spiritualmente. La scelta in sé stessa è disumana. Ognuno di noi dovrebbe prendersi un attimo per riflettere e chiedersi come risponderebbe a tale domanda se vi si trovasse direttamente coinvolto. Guardare passivamente mentre altri vengono portati a questa scelta disumana non è nient’altro che abbandonare anche la propria dignità umana.

Ogni giorno creiamo nuovamente la nostra realtà. Se abbiamo a cuore la nostra dignità umana e i diritti fondamentali, allora dobbiamo preoccuparcene sempre, o altrimenti potremmo pian piano perderli, proprio come una pianta senz’acqua muore lentamente.

I praticanti del Falun Gong se ne sono presi cura ogni giorno per 15 anni. Negli ultimi 15 anni infatti i praticanti del Falun Gong hanno fatto per la dignità degli esseri umani, del genere umano e della stessa umanità più di quanto abbia fatto il regime monopartitico di Pechino. Forse è arrivato il momento in cui siamo noi ad attivarci e a impegnarci per la bontà del genere umano. Lo dobbiamo a noi stessi.

Con il prelievo di organi dai prigionieri di coscienza vivi abbiamo oltrepassato un confine. È giunto il tempo in cui dobbiamo difendere l’inviolabile dignità degli esseri umani.


Il dottor Torsten Trey è fondatore e direttore esecutivo dell’Ong internazionale Medici Contro il Prelievo Forzato di Organi (Dafoh). La Dafoh si impegna per porre fine al prelievo forzato di organi e per promuovere le norme etiche in medicina.

I punti di vista espressi in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non rispecchiano necessariamente il punto di vista di Epoch Times.

Articolo in inglese: China: When the Body Becomes a Marketplace for Transplant Organs

 
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