Guerre stellari, la Cina verso la supremazia militare

L’esercito cinese ha di recente annunciato di aver compiuto passi avanti nello sviluppo di progetti chiave in materia di armamenti, che potrebbero cambiare volto alla guerra.

Secondo il periodico The Diplomat, nell’evoluzione delle armi a microonde ad alta potenza (Hpm), gli scienziati cinesi affermano di aver ottenuto risultati superiori alle aspettative: a gennaio, Huang Wenhua, ex direttore dell’Istituto di Tecnologia Nucleare del Nord-ovest della Cina, è stato premiato per le sue ricerche sulle armi a energia diretta, in cui sono incluse le armi Hpm.

In un’era in cui la maggior parte dei sistemi di combattimento – dai carri armati agli aerei, dalle radio ai satelliti – si basano sull’elettronica, i sistemi delle Hpm sono in grado di distruggere gli equipaggiamenti e sono quindi in grado di rivoluzionare il modo in cui si combattono le guerre. Le forze armate cinesi inizieranno con le navi da guerra, che verranno dotate di armi Hpm in modo da poter intercettare i missili.

Il progetto Hpm, insieme ad altri progetti che coinvolgono laser e impulsi elettromagnetici, rappresenta il classico ‘asso nella manica’ per il regime cinese (in cinese Shashoujian, letteralmente il ‘bastone dell’assassino’), ed è parte di un programma volto a sconfiggere i nemici tecnologicamente più avanzati, semplicemente disattivando, o distruggendone tecnologia nel caso sia un punto di forza.

Michael Pillsbury, consulente del Pentagono, nel suo libro del 2016 ‘The Hundred-Year Marathon’, scrive che la prima volta in cui gli Stati Uniti hanno perso in una simulazione di guerra è stato proprio quando al suo team (che aveva il ruolo del nemico) è stato chiesto di includere negli armamenti il progetto cinese Hpm.

Nella simulazione, «ogni volta che il team della Cina ha usato tattiche e strategie convenzionali, l’America ha vinto, e di molto. Tuttavia, in tutti i casi in cui la Cina ha impiegato il suo ‘asso nella manica’, ne è uscita vincitrice».

Secondo Richard Fisher, esperto ricercatore presso il Centro Strategie e Valutazione Internazionale, i nuovi sviluppi del regime cinese vanno persino oltre quello che potrebbe offrire il nuovo progetto Hpm e rappresentano nel complesso un punto di svolta verso la «concezione bellica della quinta generazione». 

È un accenno di cambiamento verso il campo della guerra cibernetica, della guerra elettronica e della guerra spaziale, dove si utilizzeranno armi autonome.

La chiave di questo cambiamento, ha dichiarato Fisher, sono le nuove ‘Forze per il Supporto Strategico’ dell’esercito cinese, introdotte nel dicembre del 2015. Secondo l’esperto, questo nuovo ramo dell’esercito, concentra le nuove armi in un unico dipartimento e dimostra la capacità di «militarizzazione di ampie aree, oltre alla militarizzazione dello spazio».

L’idea delle guerre stellari, in particolare, era al centro dell’attenzione durante la Guerra Fredda: gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Unione Sovietica hanno firmato il Trattato dello Spazio nel 1967 (ora ratificato da 105 Paesi) che stabilisce le norme sull’utilizzo dello spazio e proibisce a qualsiasi Paese di posizionare testate nucleari nello spazio.

Quello che l’accordo non ha proibito, tuttavia, è l’uso di armi convenzionali nello spazio, e la Cina, in particolare, sta costruendo armi capaci di distruggere o disattivare satelliti, puntando quindi al tallone d’Achille dell’esercito statunitense.

Il National Interest, un periodico geopolitico, ha riportato il 10 marzo che «l’esercito cinese sta sviluppando potenti laser, proiettili elettromagnetici, e armi a microonde ad alta potenza, al fine di utilizzarli in una futura ‘guerra di luci’, che include attacchi ai satelliti nello spazio». La rivista cita una pubblicazione dell’esercito cinese del 2013, nel quale dei ricercatori svelano l’idea del posizionare cinque tonnellate di laser chimico in un’orbita terrestre a bassa quota, che «nelle guerre del futuro, lo sviluppo della armi antisatellite (Asat) sarà molto importante», e che «le armi laser per lo spazio saranno uno dei maggiori progetti di sviluppo Asat».

Nell’articolo del Diplomat, si legge che gli sviluppi della Cina sulle armi a microonde ad alta potenza «colpiranno l’efficienza del più avanzato missile Usa», e «le applicazioni potrebbero includere il loro utilizzo come armi anti-satellite o come integrazioni di missili per superare le difese aeree nemiche».

Fisher ritiene che utilizzando piattaforme laser spaziali, la Cina «realizzerebbe il sogno di Ronald Reagan dell’iniziativa di difesa strategica», dal momento che conferirebbe loro un sistema di difesa su larga scala che potrebbe intercettare le testate. In aggiunta, Fisher sostiene che nel complesso, la minaccia dei sistemi bellici di quinta generazione sta crescendo, e che la Cina sta spingendo con decisione in questa direzione.

Il sistema, secondo l’esperto militare americano, andrebbe molto oltre i sistemi anti-missili balistici conosciuti come Thaad (Difesa d’area terminale ad alta quota), che gli Stati Uniti stanno attualmente sviluppando in Corea del Sud.
Con questo sistema di laser proposto dalla Cina, conclude Fisher, in uno scenario futuro di guerra con la stessa Cina, quest’ultima potrebbe «mettere fuori uso tutti i nostri satelliti che sono indirizzati alla Cina per comunicare con le nostre forze e per la sorveglianza ottica o elettronica. Potremmo, da un momento all’altro, non vedere più, o diventare vulnerabili agli attacchi cinesi; e se lanciassimo noi gli attacchi, questi laser potrebbero distruggere le nostre testate».

Articolo in inglese: China Makes Advances in Space Lasers, Microwave Weapons

Traduzione di Alessandro Starnoni 

 
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