Il discorso di un parlamentare americano sui diritti umani in Cina

Quando si parla di diritti umani in Cina, i funzionari degli Stati Uniti tendono spesso a misurare le parole: a esprimere i valori americani, ma senza dare l’impressione di aggredire il regime.

Di tutt’altra pasta è fatto il deputato del Congresso degli Stati Uniti Chris Smith. In un recente viaggio in Cina, Smith ha infatti tenuto un discorso intitolato Il dovere di difendere i diritti universalmente riconosciuti, in cui ha parlato di un «genocidio di donne» e di una lunga serie di abusi compiuti dal governo cinese. Com’era prevedibile, la stampa locale lo ha ignorato, e su internet ha ricevuto molti attacchi dai sostenitori indefessi del Partito Comunista Cinese.

Il deputato Smith era vicino alla fine del suo viaggio di cinque giorni in Cina e stava visitando la New York University-Shanghai su invito del vice rettore della scuola, Jeffrey Lehman. «Negli ultimi anni ho sentito parlare dello stesso problema – ha spiegato nel suo discorso – Le condizioni dei diritti umani sono peggiorate». Smith è stato in Cina altre quattro volte in passato, l’ultima nel 2008.

«Diversi avvocati dei diritti umani sono ‘scomparsi’ semplicemente perché cercavano di difendere i poveri e i vulnerabili. I difensori dei diritti dei lavoratori vengono presi di mira, intellettuali e studenti vengono zittiti, la società civile e le minoranze etniche vengono sempre più viste come minacce alla sicurezza», ha denunciato nel suo intervento il parlamentare.
Da luglio scorso, sono stati incarcerati e interrogati più di 300 avvocati, assistenti legali, membri del personale di studi legali e attivisti vari. Un’avvocatessa molto importante, Wang Yu, è stata accusata di «sovversione del potere statale» a gennaio di quest’anno. In caso di condanna rischia l’ergastolo.

Smith ha affermato che la «libertà religiosa, quel diritto umano universalmente riconosciuto di esercitare pacificamente la fede in Dio, non è migliorata in Cina». Il parlamentare si è quindi appellato «al presidente Xi perché salvaguardi questo diritto umano riconosciuto a livello internazionale». Il deputato ha anche condannato l’uso dell’aborto forzato e varie altre violazioni dei diritti dei lavoratori da parte del regime.

I media statali hanno ignorato completamente il viaggio di Smith, che non è apparso quasi per niente sui giornali. Non è chiaro se sia stato a causa di ordini ufficiali o solo di mancanza d’interesse. L’ampia partecipazione del pubblico tuttavia non sembra deporre a favore della seconda ipotesi: sul sito di Smith si parla di una folla di persone in piedi che riempiva la stanza dove ha parlato.

Guancha, un sito web giornalistico che è in parte proprietà della Federazione di Shanghai per le Associazioni di Scienza Sociale, legata allo Stato, ha pubblicato un articolo che definisce Smith un «adepto dell’anti-Cina» e si chiede come mai «qualcuno a cui chiaramente non piaci, continui a venire a casa tua a rimproverarti».

Su Sina Weibo, il Twitter cinese, quasi tutti i commenti sul parlamentare americano erano negativi. È anche possibile che i commenti a favore siano stati censurati, e secondo molti l’unità di propaganda online del Partito, nota come ‘la brigata dei 50 centesimi’, dava battaglia a tutto campo nei commenti, come evidenziato da un utente di Shandong: «Troppi 50-centisti hanno inquinato l’ambiente online».
Un utente della provincia di Shandong, che non è noto se sia un commentatore pagato pro-regime ha detto: «Questo non dimostra che la Cina ha libertà di parola?» Un altro utente, che forse intendeva fare satira sui commentatori pagati, ha sentenziato: «Cina e Corea del Nord sono i Paesi che più di tutti si occupano dei diritti umani».

 

Articolo in inglese: US Congressman Gives Speech on Rights in China

 

 
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