Cina, donna sessantenne detenuta da quattro mesi per possesso di volantini

A Yushu in Cina, Ning Tingyun è stata arrestata e incarcerata senza processo, dopo che un poliziotto, durante il controllo dei suoi documenti, ha trovato alcuni opuscoli informativi. Ordinaria amministrazione, nella dittatura comunista cinese.

Minghui.org, il sito di informazione sulla persecuzione della dittatura cinese contro i praticanti della disciplina spirituale del Falun Gong, riporta che il 15 ottobre 2017  la sessantenne Ning Tingyun  è stata arrestata da un agente in borghese nella stazione di Yushu.

Nel corso della verifica (effettuata in modo illegale poiché l’agente non sì è qualificato), la donna è stata individuata come appartenente al Falun Gong: il suo nome appariva nel database del Partito Comunista Cinese creato allo scopo di controllare i praticanti di questa disciplina. L’agente ha quindi dato inizio alla perquisizione.

I volantini che Ning Tingyun possedeva, documentano la crudele persecuzione e le violenze subite dal 1999 dai cinesi che seguono questa pratica spirituale pacifica. La donna è stata successivamente portata in un centro di detenzione, dove è tuttora trattenuta e, nonostante il suo caso sia stato trasmesso ai giudici, il processo non ha ancora avuto luogo.

LA REPRESSIONE

Ning si è avvicinata al Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, nel 1998, mentre aveva gravi problemi di salute e, dopo aver cominciato a eseguire gli esercizi ha riscontrato notevoli miglioramenti.

Dopo che il regime cinese, nel 1999, aveva annunciato di voler reprimere il Falun Gong, Ning era stata tra le migliaia di persone andate alla Corte d’Appello per chiedere il rispetto del diritto alla libertà spirituale, tutelato (purtroppo solo ‘sulla carta’) anche dalla Costituzione cinese. Ma, prima ancora che riuscisse a condividere con i funzionari la sua esperienza personale sui benefici di questa pratica, era stata arrestata e inviata al campo di lavori forzati di Jiamusi per un anno.


1° ottobre 2000, piazza Tiananmen. La polizia arresta dimostranti pacifici. Nel gennaio 2017, il regime cinese ha dichiarato pubblicamente che la campagna di persecuzione restava una politica ufficiale. (Ap/Chienmin Chung)

Dopo la liberazione, Ning ha subito continue violenze e abusi: durante una perquisizione nella sua abitazione la polizia ha sequestrato libri del Falun Gong e 2 mila yuan (circa 260 euro). La motivazione è stata che praticava gli esercizi in pubblico. Ed è stata arrestata numerose volte in seguito, perché informava altre persone con quanta ferocia il Pcc porti avanti la persecuzione contro chi ha una fede.

Sono innumerevoli i casi di praticanti perseguitati allo stesso modo dalla polizia cinese.

Questo giornale ha raccontato la tragica esperienza vissuta da Wang Huijuan, insegnante di scuola primaria, che attualmente abita a New York. Anche lei arrestata e imprigionata, perché in possesso di opuscoli e Dvd che mostravano la propaganda che il Pcc utilizza per giustificare la repressione.

L’insegnante è stata rinchiusa in un centro di detenzione e condannata a sette anni di carcere. È stata sottoposta a lavaggio del cervello, interrogatori, restrizioni fisiche, percosse, intubazioni, privazione del sonno e torture psicologiche, nel piano di «riforma del pensiero» attuato dal Pcc.

 

Traduzione di Francesca Saba

60-Year-Old Woman Arrested, Detained 4 Months Without Trial for Carrying Brochures

 

 
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