Ciclista iraniana campionessa di libertà in Ride2Freedom

Poteva passare l’estate con l’aria condizionata a Dubai, ma invece la 21enne Ghazal Tavanaei ha scelto insieme ad altri giovani di attraversare in bicicletta gli Stati Uniti, da Los Angeles a New York. Il progetto si chiama Ride2Freedom e ha lo scopo di salvare cinque orfani del Falun Gong in Cina. 

«Ride2Freedom è una squadra di più di venti giovani, rappresentanti di sedici Nazioni, che hanno intrapreso una corsa di quasi cinquemila chilometri attraverso l’America per salvare gli orfani dalla persecuzione del Falun Gong», c’è scritto in una lettera aperta del gruppo al presidente Obama. «I praticanti del Falun Gong continuano a essere imprigionati, torturati e uccisi a causa del loro credo – prosegue la lettera – Quel che è peggio, è che i figli rimangono senza casa e senza nessuno che si prenda cura di loro». Il Falun Gong è una disciplina di meditazione composta da cinque esercizi e un insegnamento basato sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Dal 1999 è stata perseguita in Cina, e da allore molte persone sono state uccise, lasciando i figli orfani i figli di tanti praticanti. 

Tavanaei viene dall’Iran. La sua famiglia si è trasferita a Dubai quando aveva undici anni. È stata rimasta colpita da Ride2Freedom. All’inizio non sapeva se partecipare. «Ho saputo del progetto da Instagram», ha detto. «Ho pensato che fosse un’idea magnifica». 

UN DESIDERIO CONDIVISO 

Secondo la Tavanaei, tutti i giovani ciclisti condividono lo stesso desiderio. «Vogliamo aiutare a portare la libertà di credo in Cina, alle persone che vogliono seguire Verità, Compassione e Tolleranza. Vogliamo sensibilizzare di più la gente». 

Durante il viaggio il gruppo ha parlato alla gente, è stato onorato da politici di vari Stati, ha tenuto conferenze, visitato stazioni di polizia, fatto autoscatti nei negozi, è andato a casa di un ufficiale di polizia, tenuto un banchetto in un festival, fatto dei discorsi e postato aggiornamenti e storie sui social. I ragazzi terranno una manifestazione a Washington D.C. il 17 giugno, e hanno chiesto un appuntamento al Presidente. Parleranno alle Nazioni unite. 

«Voglio soltanto dire: continuate a sostenerci. È come se noi fossimo la loro voce», dice la Tavanaei. «Dobbiamo essere la loro voce, così la gente si sveglierà, quando saprà che è in corso un genocidio, si farà avanti». La Tavanaei ha detto che la gente può aiutare, postando il suo sostegno a Ride2Freedom su Facebook, Instagram, Twitter e altre piattaforme. 

L’AMERICA È SPECIALE 

Per lei, l’America è un posto speciale. «Perché l’America è una terra di libertà di credo, di parola, d’informazione, poiché questa è la natura del Paese, vorrei che i leader e tutte le persone, sostenessero la libertà di credo anche per la Cina». Per lei, non importa il Paese di origine di una persona. «Siamo tutti fratelli e sorelle», iraniani, argentini, americani…«se godiamo del diritto della libertà di credo, e se c’è qualcuno che non ha questa libertà, dobbiamo aiutarlo ad ottenerla». 

Non sapeva che avrebbe parlato ai praticanti del Falun Gong in questo modo. È stato un inaspettato susseguirsi di circostanze. 

Lei e suo padre si sono recati a New York per la Conferenza internazionale di Condivisione delle esperienze della Falun Dafa, per poi iniziare un ‘viaggio di piacere’ in America.

Il viaggio doveva finire all’inizio di giugno. Ride2Freedom iniziava il primo giugno. «Quando il mio viaggio di piacere è finito, ho detto a mio padre che volevo partecipare a Ride2Freedom. Era molto felice per me». 

«Deve essere il mio destino!», ha detto la Tavanaei, ridendo allegramente. 

Essendosi appena laureata, si è potuta organizzare. Ha conseguito una laurea in produzione cinematografica e giornalismo, e qualche volta lavora come freelance. Lavora anche nell’industria manifatturiera del padre, che si trova in Iran. 

Alcuni ragazzi di Ride2Freedom hanno un permesso di viaggio speciale. «Molti dei ciclisti frequentano le scuole superiori, o sono ancora più piccoli. Quando le scuole hanno capito l’importanza del progetto, li hanno lasciati andare. All’inizio molti di loro facevano i compiti e si aiutavano l’un l’altro nello studio» la sera, mentre campeggiavano, dopo aver viaggiato tutto il giorno, ha detto la Tavanaei. 

I componenti del gruppo hanno legato tra loro. «Ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa di nuovo», ha detto. «Sembra che siano tutti così vicini. Mi sembra che siano i miei fratelli e sorelle. Dovremmo apprezzare questi momenti». 

Su quale sia per lei la parte più difficile di questa impresa, ha detto di non saper rispondere. Venendo dal Medio Oriente, non è abituata alle basse temperature, quindi i tratti freddi e ventosi delle Montagne Rocciose sono stati «abbastanza difficili». Non aveva mai fatto niente di simile fino ad allora. 

«Campeggiare, nei sentieri e nelle foreste», è una cosa diversa dalla vita lussuosa di Dubai. Ma la parte divertente si fonde con le difficoltà. «Dopo aver superato un problema, sarà una cosa su cui riderai». 

Cat Rooney ha contribuito a questo articolo. 

Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle dell’autore  e non riflettono necessariamente il punto di vista di Epoch Times

Articolo in inglese: ‘Iranian Rider in Ride2Freedom Champions Freedom

 
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