Seguace ‘buono’ dell’Isis prevede il futuro: «Sharia in tutto il pianeta»

Definito ‘imam radicale’, lo si potrebbe chiamare anche un seguace moderato dell’Isis. È Anjem Choudary, cittadino britannico di religione islamica. Un uomo dai toni calmi e posati, secondo cui in futuro saremo tutti sottomessi all’Islam e dovremo farcelo piacere.

Choudary, 48 anni, vive a Londra. Per mesi è stato invitato in vari talk show e trasmissioni televisive per esprimere le sue singolari opinioni, riuscendo a mantenersi al riparo dalla legge, che solo di recente inizia a toccarlo. Oggi, 5 agosto 2015, è infatti stato citato in giudizio per aver incoraggiato il sostegno allo Stato Islamico.

Se da un sostenitore dell’Isis ci si aspetterebbe, ovviamente, brutalità e modi spicci, Choudary è sorprendente: chi si arrabbia e alza i toni, di solito, è il giornalista che lo intervista. La sua è una visione perfettamente metabolizzata, scarsamente emotiva e molto convinta, basata sulla sua interpretazione del Corano. Il suo sistema di valori è basato sul libro sacro islamico applicato alla lettera, cosa che – dice – comprende l’idea di una società futura dominata dalla legge islamica, e naturalmente da una certa violenza contro gli infedeli. Chi non sarà d’accordo con questa società, sarà ucciso.

«Sembra che tu sostenga quello che è successo oggi, vero?», gli chiede per esempio un giornalista dopo l’attacco di Charlie Hebdo. «No, dico che queste cose vanno comprese nel loro contesto. Stiamo parlando di un governo francese che ha bandito il burka ed è coinvolto nell’occupazione di terre musulmane. Devi considerare che nell’Islam queste cose sono punite con la pena capitale».

Se sotto la legge islamica chi insulta Maometto viene condannato a morte, la Francia deve tenere in conto la «sensibilità» dei musulmani in merito, e quindi aspettarsi questo genere di reazioni, spiega Choudary.

Tuttavia, nella futura società di matrice islamica, che per Choudary si realizzerà sicuramente, non è che chi non crede nell’Islam verrà ucciso. Cristiani, ebrei e musulmani potranno vivere pacificamente insieme. A patto che ciò avvenga sotto la legge islamica. E a quel punto non ci sarà più bisogno della jihad, che ha infatti uno scopo di difesa, o di «rimuovere gli ostacoli all’applicazione della sharia».

«L’Islam non significa essere pacifici. L’Islam prevede la sottomissione a Dio», tramite la quale si raggiunge la pace universale. Ma non è che la pace sia alla base dell’Islam, secondo Choudary.

Quanto all’Italia, è a rischio di attacchi? Intervistato dal Corriere, Anjem Choudary dice: «Si, credo proprio di sì. Non solo dal punto di vista ideologico e politico, visto che l’Islam è in enorme crescita in Italia. Ma soprattutto a causa della sua prossimità all’Africa, soprattutto alla Libia, che sta venendo progressivamente annessa allo Stato Islamico. Se volete stare tranquilli, allora giù le mani dai musulmani! Perché vi immischiate negli affari dei musulmani?».

Il mondo islamico futuro, tra l’altro, non prevedrà alcuna discriminazione delle donne. La regola di vestirsi integralmente e venire lapidati in caso di adulterio, per esempio, sarà applicata a entrambi i sessi.

Quindi tutti dovrebbero vivere sotto la legge islamica, abolendo ogni forma di libertà di pensiero? Alla domanda del giornalista, Choudary risponde: «In America chiedete alle persone di obbedire alla legge dell’America, quindi sotto la sharia bisognerà obbedire alla sharia». Si tratta semplicemente della legge, per Choudary. Quanto al profeta Maometto, si potrà discuterne e persino muovere critiche. Ma non insulti, che portano dritti alla condanna a morte. Chiaro?

 
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