Chi si nasconde dietro al contrabbando di petrolio con la Corea del Nord?

La vicenda delle imbarcazioni che commerciano illegalmente petrolio con la Corea del Nord sta diventando sempre più intricata.

La Corea del Sud ha sequestrato una nave battente bandiera di Hong Kong, la Lighthouse Winmore, dopo che verso la fine di novembre era stata sospettata di aver venduto petrolio alla Corea del Nord. La società proprietaria dell’imbarcazione, la Lighthouse Ship Management, ha sede nella città portuale di Guangzhou, nella Cina meridionale.

Le autorità doganali sudcoreane ritengono che l’11 ottobre la nave abbia caricato circa 14 mila tonnellate di petrolio raffinato in Corea del Sud. Secondo la Reuters, il 19 ottobre la Winmore avrebbe trasferito oltre 600 tonnellate verso una nave battente bandiera nordcoreana, la Sam Jong 2, nelle acque internazionali tra la Cina e la penisola coreana eseguendo gli ordini della società armatrice, la Billion Bunker Group Corp.

Secondo il giornale sud coreano Chosun Ilbo, il governo della Corea del Sud ha dichiarato che i satelliti spia degli Usa, tra ottobre e dicembre, hanno contato almeno 30 casi in cui navi cinesi hanno trasferito petrolio a imbarcazioni nord coreane.

Il giorno prima delle dichiarazioni del governo di Seul, il presidente americano Donald Trump aveva scritto un tweet accusando la Cina di aver fornito petrolio alla Corea del Nord.

Il caso ha reso chiaro quanto sia difficile rintracciare gli armatori e scoprire chi si nasconda dietro al contrabbando.
A quanto pare la Billions Bunker è una società registrata nelle isole Marshall da un uomo di affari taiwanese di nome Chen Shih-hsien. A inizio gennaio Chen è stato citato in tribunale a Taiwan, per essere poi rilasciato dopo aver pagato una cauzione di 1,5 milioni di dollari taiwanesi (circa 418 mila euro).
Il pubblico ministero lo accusa di aver noleggiato la Lighthouse Winmore per fornire petrolio alla Corea del Nord, violando cosi le sanzioni internazionali. Inoltre un’altra petroliera sospettata di contrabbando, la Billions 18, appartiene al Bunker’s Taiwan Group, una società registrata nelle Isole Vergini britanniche, di cui Chen è l’unico azionista, secondo le accuse del pubblico ministero di Kaohsiung.

In seguito all’udienza il ministro della Giustizia di Taiwan ha dato la disposizione di congelare i conti correnti di Chen e delle sue società.

Le immagini scattate il 19 ottobre 2017 mostrano la nave Rye Song Gang 1, della Korea Kumbyol Trading Company, mentre effettua una transazione nave-nave, verosimilmente di petrolio, nel tentativo di eludere le sanzioni. (Dipartimento del Tesoro degli USA)

Come è noto, la Corea del Nord nel 2017 ha testato una serie di missili balistici intercontinentali, e il consiglio di sicurezza dell’Onu ha reagito imponendo sanzioni che impediscono alla Corea del Nord di rifornirsi liberamente di petrolio. Ma gli Stati Uniti hanno dichiarato di aver individuato un certo numero di imbarcazioni, inclusa una legata alla Cina, mentre commerciavano illegalmente con la Corea del Nord.
E d’altronde, è altrettanto noto come le due dittature comuniste di Pechino e Pyongyang siano in stretti rapporti commerciali: il regime cinese è il principale partner commerciale e fornitore di risorse energetiche del «regime canaglia» nordcoreano.

La notizia dell’uomo di affari taiwanese coinvolto in questa vicenda ha messo suscitato sui media locali diverse domande: chi è quest’uomo? Ha legami (se sì, quali) con il regime cinese?
Chen proviene da una famiglia che lavora da generazioni nell’industria ittica. Ma il quotidiano taiwanese  Zìyóu Shíbào, ha scritto, citando l’indagine del pubblico ministero, che Chen da qualche anno si dedica al commercio petrolifero internazionale; e le sue due petroliere della capacità di 5 mila tonnellate (la Billions 18 e la Billions 88) sono registrate a Panama.

Durante l’interrogatorio del Pm, Chen ha dichiarato di ignorare che la Lighthouse Winmore stesse trasferendo il petrolio a una petroliera nord coreana, e che un intermediario, un uomo d’affari cinese soprannominato ‘Zhang Zong’, lo aveva contattato perché interessato ad acquistare del petrolio. Questo individuo avrebbe poi proposto a Chen di acquistare il petrolio con un sovrapprezzo di 15-20 dollari per tonnellata. Chen avrebbe (ovviamente) accettato ed ecco spiegato l’appuntamento delle due petroliere in acque internazionali.

Non è chiaro se l’uomo di affari stesse operando per conto proprio o quale emissario del regime cinese. Le autorità cinesi negano ogni sorta di coinvolgimento nel caso.

Il 19 gennaio 2018 Chen Shih-hsien ha tentato il suicidio ingoiando sonniferi, ma è sopravvissuto. Quando è stato dimesso dall’ospedale, ha dichiarato ai giornalisti che lo aspettavano all’uscita: «Sono stato incastrato dalla Cina», secondo quanto riportato dall’Apple Daily (una Testata di Hong Kong e Taiwan). «Perché dovrei fare affari con la Corea del Nord?» ha poi concluso Chen ribadendo la propria innocenza.

I dati di tracciamento delle navi presenti nel database della Thomson Reuters, mostrano che la Lighthouse Winmore aveva iniziato a percorrere con costanza le rotte tra Cina e Taiwan a partire da agosto del 2017. Prima di allora operava principalmente tra l’India e gli Emirati Arabi Uniti. E sembra che a ottobre 2017, quando avrebbe trasferito il petrolio alla nave nord coreana, i segnalatori di posizione della Lighthouse Winmore fossero spenti.

Articolo in inglese: Who Is Behind the Illicit Transfer of Oil to North Korea?

Traduzione di Marco D’Ippolito

 
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