Chi ha ucciso Giulio Regeni? Tutte le teorie sul caso

La morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano di Cambridge torturato e ucciso in Egitto, ha attirato l’attenzione del pubblico in tutto il mondo. Il mistero è ancora fitto, e sul giallo vengono proposte le teorie più disparate. Un guazzabuglio di versioni fra cui è senz’altro utile cercare di fare, per quanto possibile, ordine.

REGENI UCCISO DALLA POLIZIA PERCHÉ VISTO COME UN SOVVERSIVO

È la teoria più semplice. Il ragazzo studiava i sindacati e le opposizioni egiziane, e aveva vaste conoscenze in quell’ambiente. Era appassionato, e non solo come osservatore: simpatizzava con l’opposizione e l’appoggiava.
Poi quel tragico 25 gennaio è uscito di casa, in un momento inopportuno: l’anniversario della rivolta che ha destuito Mubarak. Quel giorno la polizia era in massima allerta, probabilmente lo hanno arrestato e, sapendo già chi fosse, potrebbero averlo torturato senza troppi pensieri, fino a ucciderlo.
L’Espresso, citando il giornale Albidaya, racconta un caso simile a quello di Regeni avvenuto nel 2013: un attivista di nome Mohamed Al Jundi, sarebbe scomparso sempre il 25 gennaio, tre anni esatti prima di Regeni, e poi ritrovato morto a bordo di una strada, con il corpo segnato dalle torture. La polizia aveva parlato di incidente stradale, una ricostruzione impeccabile che era stata proposta, all’inizio, anche per Regeni. Questo elemento sembra indicare che si tratti di una sorta di ‘procedura standard’ (quella di torturare, uccidere e poi dire che è stato un incidente stradale) e che la polizia potrebbe averla applicata senza troppi pensieri: senza curarsi del fatto che stavolta quello che hanno ucciso è un cittadino straniero, e di un Paese alleato.

REGENI UCCISO DAI SERVIZI SEGRETI EGIZIANI PERCHÉ RITENUTO UNA SPIA

Questa teoria è tanto facile da proporre, quanto da negare: non si può dimostrare che Regeni fosse una spia e non ci sono nemmeno sufficienti indizi a riguardo. È vero che ha collaborato con la Oxford Analytica che, anche volendo solo guardare i membri del direttivo, puzza di servizi (Sir Colin McColl, per esempio, è presentato come ex capo dell’MI6 britannico), ma questo non è comunque sufficiente. Certo può insospettire il fatto che, proprio nei giorni in cui Regeni è scomparso, il capo dell’Aise, il servizio segreto italiano che si occupa dell’estero, fosse sul posto. Si sarebbe mosso per qualsiasi altro nostro cittadino all’estero? Chissà.

REGENI UCCISO DALL’OPPOSIZIONE PER FAR CADERE LA COLPA SUL GOVERNO

Questa teoria è proposta in più varianti. Secondo qualcuno, l’opposizione egiziana potrebbe aver scambiato Regeni per una spia del governo infiltrata: per questo lo avrebbero torturato per farlo parlare, e poi lo avrebbero ucciso. In questo modo, agli occhi del mondo, la colpa sarebbe ricaduta sul governo.
Il problema di questa teoria è che un piano del genere sarebbe stato estremamente rischioso: primo, per la probabilità di venire scoperti durante il sequestro; secondo, perché il governo – una volta scoperto il fatto – avrebbe avuto la scusa per attuare un violentissimo giro di vite proprio sulle opposizioni.
Il governo egiziano, poi, ne avrebbe ricavato un doppio vantaggio: avrebbe acquisito prestigio agli occhi dell’Italia individuando i colpevoli, e avrebbe eliminato l’opposizione a colpi di arresti e giustizia sommaria. Per questo sembra, a rigor di logica, improbabile che l’opposizione possa aver osato una simile manovra.

COMPLOTTO ANTI-EGIZIANO DEI TERRORISTI ISLAMICI

È la teoria che propone attualmente il governo egiziano. L’Egitto è un Paese chiave nella lotta al terrorismo in Medioriente. Dei terroristi potrebbero aver ucciso Regeni allo scopo di compromettere le relazioni tra l’Egitto e i Paesi europei. Secondo alcuni commentatori, comunque, questo tipo di eventi non sarebbe sufficiente per incrinare delle relazioni internazionali. Inoltre, questa teoria potrebbe anche essere plausibile, ma non esistono né prove né indizi per rafforzarla.

I SERVIZI INGLESI MANIPOLEREBBERO QUELLI EGIZIANI PER DANNEGGIARE L’ITALIA

Questa teoria suggestiva, proposta dal giornalista Marco Gregoretti, si basa sulle testimonianze di fonti anonime informate: sostiene che Regeni fosse una super spia italiana che avesse lo scopo di fomentare le proteste dell’opposizione, in modo da far sentire in pericolo il regime di Al Sisi.

I servizi italiani, riporta l’articolo di Gregoretti, sarebbero impegnati in una campagna di destabilizzazione per fare pressione sul presidente egiziano, affinché appoggi e supporti l’intervento militare italiano in Libia, di cui si sta parlando sempre più in questi giorni. Afferma la fonte anonima che «L’Aise si starebbe muovendo in Egitto per creare i presupposti affinché si renda necessario l’invio delle nostre truppe. In particolare stanno cercando di suscitare allarme per una nuova sommossa in Egitto contro Al Sisi, pericolo che non esisterebbe, anche se la colpa poi ricadrebbe sui Fratelli Musulmani».

Apparentemente la fonte dà per certo quanto appena riportato, compreso il fatto che Regeni fosse un agente, ma considera solo un’ipotesi il passo successivo: che l’MI6, il servizio segreto britannico, abbia cioé ‘comprato’ qualche agente del Mukhabarat (forze speciali segrete egiziane) per uccidere Regeni. Lo scopo sarebbe stato di creare un incidente internazionale, rovinare le relazioni tra Italia ed Egitto e impedire all’Italia di avere una relazione privilegiata con il Paese delle piramidi.

Quest’ultima teoria è credibile solo se si crede al giornalista e alle sue fonti: fiducia a parte, non risultano particolari prove. Inoltre – è bene sottolinearlo – che un incidente del genere potrebbe davvero minare le relazioni tra Italia e Egitto, è tutto da dimostrare.

Non resta quindi che attendere l’esito delle indagini e la comparsa di ulteriori elementi.

 
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