Falsi miti, la caffeina non disidrata

Per molto tempo si è detto che la caffeina è diuretica, tanto che si è sconsigliata la sua assunzione nelle persone a rischio di disidratazione o durante i periodi di caldo intenso. Sebbene questo consiglio sia stato dato con le migliori intenzioni, in realtà è sbagliato.

Per definizione, un diuretico aumenta la produzione di urina; pertanto, l’acqua o qualsiasi bevanda consumata in grandi quantità è un diuretico. Inoltre, è importante sottolineare che urinare di più non provoca inevitabilmente disidratazione, ossia una perdita eccessiva di acqua dal corpo.

Bere fornisce all’organismo l’assorbimento di liquidi, evitando la disidratazione e simultaneamente producendo urina. Sarebbe più accurato definire una bevanda ‘scarsamente reidratante’ se provoca grosse perdite di liquidi. La caffeina è un diuretico di modesta efficacia, e se assunta con regolarità il corpo tollera rapidamente questo effetto, entro quattro-cinque giorni. E la cosa sorprendente è che si era al corrente di questo concetto già cento anni fa: nel 1928, uno studio condotto su tre persone ha dimostrato che quando i partecipanti hanno assunto caffeina per più di due mesi (una dose che non superava mezzo milligrammo per chilogrammo di massa corporea, cioè circa mezza tazza di caffè), questo ha causato un «notevole» aumento di urina.

Mentre, una regolare assunzione per quattro o cinque giorni, ha creato una tolleranza all’effetto diuretico, quindi era necessario un milligrammo per chilogrammo di massa corporea (una tazza di caffè) per ottenere un effetto. Questo ha suggerito che consumare regolarmente bevande contenenti caffeina non causa disidratazione cronica.

Questo studio era certamente limitato nella dimensione del campione: ma anche un decennio fa, una ricerca che si è avvalsa di metodi di indagine e analisi contemporanee, ha confermato questi risultati. L’indagine ha coinvolto 59 individui sani, monitorati per undici giorni e lo scopo era di determinare se la caffeina provocasse perdita di liquidi o disidratazione.
Inizialmente, l’assunzione di caffeina di ogni partecipante è stata stabilizzata per sei giorni a tre milligrammi per chilogrammo di massa corporea, circa due o tre tazze di caffè al giorno. In seguito, la sua assunzione è stata modificata per cinque giorni a livelli zero, bassi (una tazza) o moderati (due tazze).
I ricercatori hanno monitorato vari parametri di idratazione, tra cui la produzione di urina e il suo colore. La conclusione a cui sono giunti è che quasi tutti i parametri attualmente utilizzati per monitorare l’equilibrio dei liquidi non sono stati influenzati da una regolare assunzione di caffeina.

Da un punto di vista scientifico, l’effetto di qualsiasi bevanda sui liquidi del corpo è giudicata in base al bilancio dei liquidi ritenuti rispetto a quelli ingeriti. Recentemente, è stato creato un ‘indice di idratazione di una bevanda’ per descrivere la capacità di ritenzione di una bevanda, rispetto allo standard dell’acqua naturale.
Questo indice mostra che caffè, tè e cola hanno capacità di ritenzione simili all’acqua o alle bevande sportive.

Un punto di forza dell’indice di idratazione delle bevande è che riconosce a tutte le bevande la capacità di far espellere liquidi e ovviamente li classifica in base alla loro efficacia. Inoltre consiglia alle persone di non consumare le bevande che piacciono, proprio perché contengono caffeina: in questo modo non possono sostituire automaticamente quelle bevande e questo provoca una riduzione dell’apporto totale di liquidi.

La prova che correla un cattivo stato di idratazione a scarse condizioni di salute (in particolare nei gruppi vulnerabili) è ben definito: la disidratazione può produrre scompensi sull’umore, al cervello e alla funzione cardiaca ed è stato scoperto inoltre che è un indicatore delle peggiori prognosi nei pazienti anziani ricoverati in ospedale.

Pertanto, sebbene alcune bevande contenenti caffeina, come cola e bevande energetiche, producano effetti sullo stato di salute, ad esempio alti livelli di zucchero, in termini di ottimizzazione di bilancio idrico non è il caso di preoccuparsi per la caffeina.

Ben Desbrow, professore associato alla Griffith University . Questo articolo è stato originariamente pubblicato su The Conversation .

Per saperne di più:

Articolo originale: ‘Does Caffeine Cause Dehydration?

Traduzione: Massimiliano Russano

 
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