Brasile, scandali e corruzione nell’ex Paese della riscossa popolare di Lula

L’operazione Autolavaggio, avviata solo un anno fa, indaga sull’appropriazione indebita di fondi nella compagnia petrolifera brasiliana a partecipazione statale Petrobras, e come in una vera telenovela brasiliana ci sono già stati numerosi risvolti e colpi di scena.

Il giudice federale Sergio Moro e i procuratori federali stanno investigando su un complesso schema in cui, secondo quanto riportato dai media locali, diverse imprese edili in cambio di contratti d’appalto, avrebbero pagato delle tangenti ai dirigenti della Petrobras. Pare che questi contratti siano stati gonfiati per poi ripartire le varie tangenti fra i politici e i loro partiti.

Il 19 giugno, l’operazione Autolavaggio è entrata nella sua quattordicesima fase con l’arresto di dodici dirigenti delle imprese edili Odebrecht e Andrade Guitierrez. Questi arresti hanno coinvolto non solo gli indiziati che avrebbero pagato le tangenti, ma anche i destinatari delle stesse. Si è giunti così all’incarcerazione di alcuni ‘pesci grossi’ – tra i quali Marcelo Odebrecht, l’amministratore delegato della quinta società più potente del Brasile, un conglomerato che vanta una partecipazione internazionale.

Si parla di miliardi di dollari. Paulo Roberto Costa, il primo dirigente della Petrobras ad avere testimoniato in cambio di una riduzione di pena, ha depositato 23 milioni di dollari in dei conti svizzeri e ha dichiarato che questi soldi provenivano da una tangente pagata dalla Oderbrecht.

Secondo uno degli ultimi sviluppi, il giudice Moro avrebbe ordinato l’arresto di Bernardo Freiburghaus, cittadino con doppia nazionalità (brasiliana e svizzera), accusato di aver organizzato i pagamenti da destinare alla Petrobras da parte della Odebrecht tramite conti bancari esteri. Freiburghaus è attualmente fuggito a Ginevra. Inoltre, Moro e i procuratori hanno contattato il Dipartimento di Giustizia americano per verificare se Odebrecht abbia fatto ricorso a conti offshore.

È facile perdersi tra le somme faraoniche e gli arcani dettagli della saga dell’operazione Autolavaggio, ed è altrettanto difficile comprendere a pieno quali saranno le sconvolgenti conseguenze per questo Paese. Quest’operazione, infatti, rischia di demolire le fondamenta su cui poggia la corrotta politica brasiliana e mandare in frantumi l’egemonia del Partito dei Lavoratori (Partido dos Trabalhadores o PT), e l’intera struttura della politica economica del Paese.

EFFETTO DOMINO

L’operazione Autolavaggio avrà un serio impatto sui finanziamenti delle campagne elettorali, e le conseguenze potrebbero essere delle peggiori. Nelle elezioni del 2014, dieci grandi compagnie (inclusa la Odebrecht), hanno donato ingenti somme di denaro ai membri della Camera; è veramente poco probabile che queste stesse società faranno delle ulteriori donazioni ai canditati delle elezioni comunali e del consiglio municipale del 2016.

Sebbene tali donazioni siano legali, sollevano rilevanti conflitti di interesse, dato che numerose società, che in passato hanno versato del denaro per le campagne elettorali, hanno ricevuto contratti e/o finanziamenti agevolati da parte del governo, tramite banche statali. Data la pressione esercitata dall’operazione Autolavaggio e la volontà di attuarne gli insegnamenti che ne sono derivati, le future donazioni potrebbero entrare in collisione con le nuova e rigida normativa anti-corruzione brasiliana, passata nel 2013 e attuata tramite il decreto presidenziale nel Marzo 2015.

Non essendoci finanziamenti pubblici per le campagne elettorali, e in assenza di altre riforme politiche, i membri dei vari partiti brasiliani potrebbero ricorre, con sempre maggiore facilità, a fonti illecite di denaro. Un sistema di finanziamento illecito per le campagne elettorali è già ampiamente diffuso, e potrebbe solamente peggiorare.
Chi detiene denaro sporco e ha bisogno di riciclarlo, sarà tentato di colmare le lacune lasciate dalla sospensione delle donazioni da parte delle società che finanziavano i politici e i loro partiti, in cambio di favori da quest’ultimi. L’operazione Autolavaggio, dunque, potrebbe in realtà rendere le elezioni in Brasile a breve termine ancor meno trasparenti e più soggette a corruzione.

Le indagini potrebbero avere, oltretutto, un impatto negativo sul potere esercitato a livello federale dal PT, partito che è al suo quarto mandato presidenziale.

Sebbene il governo brasiliano guidato dalla presidente Dilma Rousseff, sia stato considerevolmente indebolito dalla stasi economica e dagli scandali di corruzione, sta lottando con le unghie e con i denti, in maniera risoluta e decisa, per portare a termine il proprio mandato. Finora tutte le proteste tese all’impeachment nei confronti di Dilma Rousseff non hanno portato a nulla, ma l’opposizione è fiduciosa del fatto che alle elezioni presidenziali del 2018 il predominio del PT a livello nazionale arriverà al capolinea.

Nonostante ci siano prove che dimostrano come lo schema di corruzione della Petrobras porti al PT, molti all’opposizione continuano a credere che la corruzione del Partito dei Lavoratori sia in qualche modo più insidiosa di quella presente in altre formazioni politiche, perché è sistemica al partito e non basata su singoli episodi di corruzione personale: invece di esser puramente motivata dall’avidità individuale, questo tipo di corruzione appare come una strategia strutturata perpetuata dall’egemonia del PT.

È quindi evidente come la supremazia del PT stia perdendo terreno. Lo scandalo sta persino travolgendo l’ex presidente del PT, l’acclamatissimo Luiz Inácio “Lula” da Silva, che è stato in carica per due mandati dal 2003 al 2010, e che potrebbe ricandidarsi alle elezioni del 2018. C’è chi ritiene che il giudice Moro, arrestando Marcelo Odebrecht, potrà ottenere informazioni sul conto di Lula in modo da accusarlo; un vero incubo per l’amministrazione Rousseff.

CAPITALISMO DO COMPADRIO

Alcuni coinvolti nell’operazione Autolavaggio pensano che le indagini siano finalizzate solo a riformare i vertici della politica economica brasiliana. Nell’attuale sistema brasiliano, gli interessi delle istituzioni statali e delle aziende private sono strettamente collegati: i politici e gli enti governativi utilizzano il proprio potere per promuovere ‘i giganti nazionali’ assicurando loro numerosi appalti pubblici, finanziamenti agevolati e aiutandoli ad aggiudicarsi gare d’appalto per importanti progetti esteri.

Odebrecht è uno di questi giganti, ed è un nome familiare ai brasiliani; ha infatti realizzato dei progetti ben noti, come la costruzione dell’aeroporto internazionale e della sede centrale della Petrobras entrambi a Rio, il restauro del Teatro dell’Opera di Manaus e il nuovo stadio del Corinthians a San Paolo (squadra di cui l’ex presidente è fervente tifoso).

Ma la sopportazione nei confronti di questo sistema si sta esaurendo; il procuratore Carlos Fernando dos Santos Lima, per esempio, ha recentemente affermato in un’intervista, che la maggioranza onesta e silenziosa dei brasiliani non dovrebbe più tollerare di esser utilizzata come fonte di vantaggi «da parte di strutture del potere che arrestano la vera concorrenza tra gli operatori economici … e che sono responsabili delle crisi cicliche e del nostro capitalismo clientelare» (noto in Brasile come il ‘capitalismo do compadrio’).

Nonostante il prevedibile effetto che l’operazione Autolavaggio avrà sui fondi della campagna e sul panorama elettorale del Partito dei Lavoratori, è difficile immaginare che l’eccellente intuizione di Santos Lima diventi realtà: numerose aziende in tutto il modo sono estremamente dipendenti dai favori elargiti dai governi, considerando questo sistema capitalista universale, che è più ingiusto e forse più competitivo e predatore che mai.

Combattere per delle leggi più rigide e una migliore loro applicazione è sicuramente positivo, ma è difficile non considerare le parole del procuratore come una storia dalla morale borghese, su uno scandalo in cui – come negli scandali del passato legati alla corruzione – gli interessi di alcuni privati e di alcuni partiti prevalgono sempre sull’interesse generale.


Le idee espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non riflettono necessariamente il punto di vista di Epoch Times.

Articolo in inglese: How the Massive Petrobras Corruption Scandal Is Upending Brazilian Politics

 
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