Baltimora, dichiarato lo stato di emergenza

È stato dichiarato lo stato di emergenza a Baltimora dopo che nella notte di lunedì 27 aprile la città è diventata palcoscenico di scontri e feriti. Poco dopo il funerale di Freddie Gray, il ragazzo afroamericano che la scorsa settimana è morto con la spina dorsale spezzata in seguito all’arresto della polizia, la comunità afroamericana nella cittadina del Maryland è insorta per protesta.

A distanza di una settimana dalla morte del ragazzo migliaia di persone sono scese in strada per manifestare, così che qualche ora dopo il funerale, il corteo che sembrava essere pacifico, si è trasformato in una vera e propria rivolta. In giornata il governatore Larry Hogan ha dichiarato lo stato di emergenza dato che i numeri parlano di 27 arresti e 15 poliziotti feriti, tra cui due gravi, secondo le dichiarazioni della Polizia di Baltimora. Questo scenario potrebbe rimandare ad un dissenso storico degli afro rispetto alla polizia. Nella Baltimora del ’68, dopo la morte di Martin Luther King, ci furono infatti otto giorni di moti afroamericani contro la polizia.

La conseguenza è sfociata nella rappresaglia. Dalle auto in fiamme alle razzie, dai sassi lanciati alle risposte con lacrimogeni, Baltimora ha visto scontri armati tra la polizia e la comunità degli afroamericani. La neo ministra della giustizia Linda Singh lunedì sera ha incontrato il presidente Obama per parlare della situazione. Citata dalla CNN, ecco le sue parole dopo l’annuncio dell’arrivo di 5mila soldati della Guardia Nazionale: «esorto vivamente tutti i membri della comunità di Baltimora ad aderire ai principi di non violenza. Nei giorni a venire, intendo lavorare con i leader di tutta Baltimora per assicurare il fatto che siamo in grado di proteggere la sicurezza e i diritti civili di tutti i cittadini».

A questo segue la dichiarazione – riportata da Ansa – del sindaco di Baltimora Stephanie Rawlings-Blake, che ha annunciato un coprifuoco per tutta la settimana che andrà dalle 10 di sera alle 5 del mattino: «Riporteremo l’ordine. Ci sono criminali in azione che vogliono distruggere la nostra città». Anche la sorella del ragazzo afroamericano ha voluto prendere parola: «Freddie non era una persona violenta», ha detto, mostrandosi in disaccordo con quanto accaduto.

 
Articoli correlati