Avvocato canadese per i diritti umani David Matas riceve premio in Italia

David Matas, dopo aver appreso in gioventù dell’Olocausto, ha sentito il bisogno di fare qualcosa in risposta agli enormi crimini contro l’umanità. Ha poi trovato la sua vocazione nel sostenere le cause dei diritti umani.

L’avvocato internazionale per i diritti umani di Winnipeg, Canada, negli anni ha dedicato il suo tempo a molte cause meritevoli: «I diritti umani sono diventati un veicolo per riuscire a fare qualcosa», ha detto.

Il suo lavoro è stato riconosciuto il 10 luglio a Roma, quando Matas ha ricevuto il Premio Internazionale Cartagine nella categoria “Pace e Difesa dei Diritti Umani”.

Il premio viene assegnato ogni anno dall’Accademia Internazionale di Cartagine, organizzazione no-profit che consegna premi in 16 categorie diverse a coloro che, in Italia e all’estero, hanno contribuito allo sviluppo e alla diffusione della cultura e della conoscenza nei vari settori.

L’intento del premio è «l’elevazione e la promozione del progresso dei popoli, della ricerca della verità, della libertà, della giustizia e della pace e, quindi, della fratellanza universale».

Tra i vincitori del passato, l’attore Antonio Banderas, il regista Franco Zeffirelli e il presidente della repubblica Giorgio Napolitano.

È stato nel 1970 che Matas venne coinvolto nella sua prima causa in difesa dei diritti umani: la ricerca dei criminali di guerra nazisti. Da allora ha lavorato a una serie di iniziative, tra cui la lotta contro l’apartheid in Sud Africa e contro la repressione nell’ex Unione Sovietica e nell’Europa dell’Est mentre vigeva il regime comunista.

Più di recente, Matas si è concentrato sulla persecuzione del Falun Gong, una pratica di meditazione spirituale che nel corso degli ultimi 15 anni è stata brutalmente repressa dal regime comunista in Cina.

Nel 2006 Matas, insieme all’ex segretario di Stato canadese David Kilgour, ha pubblicato un rapporto che conferma le affermazioni sull’espianto forzato – autorizzato dallo Stato – degli organi dai prigionieri di coscienza del Falun Gong ancora in vita, che vengono uccisi per effettuare il procedimento di trapianto.

I due hanno successivamente viaggiato in molti Paesi dell’Asia e altrove per allertare i funzionari governativi riguardo a questi abusi, nella speranza che approvassero una legge per impedire ai loro cittadini di recarsi in Cina in cerca di un nuovo organo.

Per il loro lavoro, Matas e Kilgour sono stati nominati nel 2010 per il premio Nobel per la Pace.

PREOCCUPAZIONE E SOLIDARIETÀ

Durante la cerimonia di premiazione a Roma, gli spettatori hanno guardato un breve film inerente l’espianto illegale di organi in Cina e l’impegno di Matas e degli altri collaboratori nel denunciare la persecuzione dei praticanti del Falun Gong. Al termine dell’intervento Matas è stato omaggiato da una standing ovation.

Matas ha detto: «Direi che il pubblico e anche la giuria (l’Accademia Internazionale Cartagine) sono stati fortemente catturati da questo problema dell’uccisione dei praticanti del Falun Gong per i loro organi. Successivamente, ho ricevuto numerosi commenti – complimenti dalla gente del pubblico, e in seguito da altre persone, che hanno espresso la loro preoccupazione e solidarietà».

Ha detto che il fatto che questa accademia europea, che opera in lingua italiana, abbia scelto lui per il premio significa che il suo messaggio e gli sforzi fatti stanno iniziando ad essere notati.

«A volte, quando sto parlando mi chiedo se ci sia qualcuno in ascolto, e quindi il fatto di aver ricevuto questo riconoscimento da una giuria che è così lontana dal mio Paese e che opera in una lingua straniera mi dà una certa fiducia che il messaggio venga ascoltato e che si stia diffondendo».

Matas osserva che portare avanti una causa per i diritti umani fino al compimento è un lavoro molto impegnativo. In molti, quando non riescono a vedere dei progressi, semplicemente si abbattono per la frustrazione e abbandonano l’iniziativa.

«Una delle cose che mi fa andare avanti è che mi rendo conto che per ottenere dei risultati effettivi è richiesta una grande mole di lavoro per un lungo periodo di tempo», ha detto.

Nel corso degli anni, Matas ha assistito a grandi cambiamenti e a risultati positivi, come la fine dell’apartheid in Sud Africa e il crollo dell’Unione Sovietica.

«Sono convinto che dopo un lungo periodo di tempo le associazioni che lavorano in favore dei diritti umani trovino sostegno, e che comunque per quanto possano essere brutte le cose, senza un impegno sarebbero peggiori».

Articolo in inglese: Canadian Rights Lawyer David Matas Receives Award in Italy

 
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