Peggiora la persecuzione delle religioni nella Cina comunista

WASHINGTON – Nella Cina comunista la libertà di religione è da sempre limitata, tuttavia, secondo la testimonianza data nel corso di un’audizione al Congresso degli Stati Uniti, negli ultimi mesi il controllo da parte dello Stato e le interferenze hanno raggiunto un livello mai così alto dal periodo della Rivoluzione Culturale.

Il 23 luglio, la Commissione esecutiva del Congresso degli Usa sulla Cina ha ascoltato alcuni rappresentanti del Falun Gong, dei buddisti tibetani, degli uiguri musulmani e dei cristiani, che hanno discusso delle nuove forme di persecuzione perpetrate in Cina nei confronti delle loro rispettive comunità.

Il presidente Chris Smith (membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato del New Jersey) ha introdotto l’udienza dichiarando: «Le autorità cinesi sono spaventate dalla semplice idea che gli individui abbiano il diritto di vivere le loro credenze apertamente e serenamente, senza paura e intimidazione». A testimonianza del concetto che stava illustrando ha elencato alcuni esempi, tra cui le «oltre 1.200 croci, che insieme a 35 chiese, sono state demolite dal 2014. Ciò è stato fatto, secondo quanto riferito, perché erano considerate troppo rilevanti», ha detto.

Le dichiarazioni di apertura del presidente Smith e del copresidente Marco Rubio (membro del Partito Repubblicano e attuale senatore della Florida), hanno dato risalto alla retata di avvocati difensori dei diritti umani messa in atto in Cina il 10 luglio. Smith ha detto: «Gli avvocati, dal momento che hanno preso le difese dei diritti dei praticanti del Falun Gong, degli uiguri, dei cristiani e di altri membri delle comunità perseguitate, sono stati accusati di essere una ‘banda criminale’ e incolpati di ‘fomentare disordini’».

Rubio, dopo aver affermato che duecento avvocati sono stati arrestati, interrogati o dati per dispersi, ha definito questa situazione come la più grave repressione nei confronti della professione forense dal 1980, quando, dopo la Rivoluzione Culturale, è stato istituito il sistema legale.

Sia Smith che Rubio hanno collegato il giro di vite nei confronti degli avvocati con la repressione religiosa attuata dalla Cina, sottolineando che molti degli arrestati erano cristiani praticanti e che avevano preso la difesa di quegli individui di alto profilo che avevano osato «esternare le loro convinzioni religiose e spirituali», ha detto Rubio.

IL PARTITO COMUNISTA CINESE MINACCIA LA FAMIGLIA DI UN’ATTRICE CANADESE

La cittadina canadese d’origine cinese Anastasia Lin, attrice e recentemente incoronata Miss Mondo del Canada, ha parlato della pressione esercitata nei confronti di suo padre in Cina dopo che si è aggiudicata il titolo del 2015. Inizialmente, le aveva detto che era molto fiero di lei, tuttavia dopo pochi giorni, le ha detto di smettere di schierarsi in difesa dei diritti umani in Cina, altrimenti avrebbe dovuto tagliare i contatti. La Lin ha detto che era preoccupata del fatto che la sua testimonianza a questa udienza avrebbe creato preoccupazioni a suo padre per la sua attività e per la sua famiglia in Cina.

La Lin, in qualità di cittadina canadese, era indignata dal fatto che suo padre fosse minacciato dagli agenti della sicurezza cinesi a causa del «suo impegno nel sostenere i valori canadesi dall’altra parte del mondo». Ha raccontato di aver interpretato, nel film Bleeding Edge che uscirà questo inverno, il ruolo di una donna imprigionata perché praticante del Falun Gong. Sebbene il personaggio impersonato venga torturato, la scena più difficile da girare per la Lin è stata quando i suoi familiari vengono portati davanti a lei e fatti inginocchiare implorandola di rinunciare al suo credo. La Lin ha detto che anche se non ha mai sperimentato personalmente la tortura o qualunque altra cosa che le guardie carcerarie le avrebbero potuto fare, «adesso comprendo cosa voglia dire avvertire la profonda paura che le persone che amo di più al mondo possano pagare per le mie convinzioni».

Rubio ha detto: «Il fatto che probabilmente alcuni cittadini americani subiscano l’estorsione a causa della sicurezza e della salvaguardia dei propri parenti in Cina, è incredibile e scioccante per molte persone».

Il regime comunista della Cina ha inoltre messo pressione sugli altri Paesi affinché accettino la sua politica di distruggere il Falun Gong. La Lin ha citato i 56 praticanti cinesi del Falun Gong che sono minacciati di espulsione dopo aver chiesto asilo in Corea del Sud. Nonostante le lettere dei membri del Congresso e del Parlamento Europeo, sono molto pochi dal 2002 i praticanti del Falun Gong ad aver ricevuto asilo in Corea del Sud. Il presidente Smith ha detto: «Ritengo che si possa essere ben certi che ciascuno di questi [56 praticanti cinesi del Falun Gong, ndr], una volta tornati in Cina verranno perseguitati. L’incarcerazione è praticamente certa, come certe sono sicuramente le molestie».

La Lin ha detto di avere, grazie alla sua professione di attrice, molta familiarità con i metodi di tortura usati sui praticanti del Falun Gong. «Le guardie carcerarie infilano delle stecche di bambù sotto le unghie dei prigionieri. Le donne vengono torturate con i manganelli elettrici nelle loro parti intime e violentate». Ha anche indicato tra i metodi di tortura più comuni i pestaggi e «l’alimentazione forzata che spesso viene applicata con tale violenza da perforare l’esofago o i polmoni».

La signora Lin, che ha iniziato la sua carriera di attrice all’età di sette anni, è apparsa in oltre venti tra film e produzioni televisive sui diritti umani in Cina. Dopo aver vinto il titolo di Miss Mondo del Canada, rappresenterà il Paese nordamericano nella finale della competizione che si terrà il prossimo dicembre a Sanya, in Cina. «Almeno questa è la mia speranza», ha detto la Lin. «I recenti avvenimenti mi lasciano perplessa».

GLI UIGURI DEVONO FAR FRONTE A UMILIANTI DISPOSIZIONI

Nonostante che la Costituzione cinese e la Legge sull’autonomia etnica regionale dovrebbero garantire la libertà religiosa, la popolazione uigura nel Turkestan orientale è sottoposta da parte del Partito Comunista Cinese (Pcc) a un controllo pressoché totale delle proprie credenze e pratiche religiose.

Evidentemente, il Pcc vede con sospetto il popolo uiguro che rimane fedele alle sue pratiche religiose. La signora Rabiya Kadeer, presidente del Congresso Mondiale degli Uiguri, ha citato diversi casi, ampiamente riportati dai media, di restrizioni poste nei confronti degli uiguri sul loro interesse nell’osservare il digiuno del Ramadan. Ha parlato attraverso il suo traduttore inglese, Alim Seytoff, presidente dell’Associazione americana degli Uiguri. La signora Kadeer, madre di 11 figli, era una donna d’affari di grande successo e ben nota in Cina, fino a quando è stata dichiarata nemico del Partito e ha trascorso sei anni in una prigione cinese.

Alcune indiscrezioni non confermate, circolate sui social media, affermavano che degli uiguri erano stati costretti «a mangiare del cocomero in pubblico per dimostrare la non osservanza del digiuno», ha detto la Kadeer. Lei ritiene che queste informazioni siano credibili in quanto sono coerenti con i numerosi racconti degli uiguri, in particolare degli studenti, «che a scuola vengono costretti dagli insegnanti a bere acqua per ‘dimostrare’ che stanno seguendo regole della scuola e del governo».

Ha anche citato un’intensificazione delle provocazioni contro la fede islamica. Alla vigilia del Ramadan, nella contea di Niya cuore dell’etnia uigura, è stata organizzata una gara di bevute di birra. Ha detto che questa è «un’umiliazione della fede islamica e un attacco alla fede del popolo uiguro».

CONTROLLO ASSOLUTO DEL BUDDISMO TIBETANO

Losang Gyatso, capo-servizio in lingua tibetana di Voice of America, ha osservato che dal 2009 l’ambiente oppressivo creato dal Partito ha provocato le auto-immolazioni di protesta di oltre 140 tibetani. Il più recente esempio è avvenuto il 9 luglio, quando un monaco 27enne di nome Sonam Topgyal, si è dato fuoco in una piazza di Kyegudo, nella provincia di Qinghai, diventando il sesto tibetano ad auto-immolarsi dall’inizio dell’anno. Le autorità cinesi lo hanno portato via e si ritiene che sia morto.

Una nota che aveva scritto una settimana prima del suo atto, rivela la sua disperazione. «Al momento in cui il governo sta attuando delle politiche volte a reprimere la nostra religione, tradizione e cultura, e a distruggere il nostro ambiente, non c’è assolutamente alcuna libertà di espressione per il nostro popolo e non esiste alcun canale per denunciare la nostra situazione».

Un altro recente avvenimento, avvenuto il 12 luglio, riguarda la morte in prigionia del prigioniero politico Tenzin Delek Rinpoche, un lama molto rispettato. Alla sua famiglia e alla comunità monastica era stato impedito di vederlo dal 2013, possibilità che è stata negata loro persino il giorno in cui le autorità cinesi hanno dichiarato la sua morte. Volevano che il corpo gli fosse restituito al fine di condurre un funerale appropriato per un Lama di alto livello. Quei tibetani che il 13 luglio hanno implorato la restituzione del suo corpo sono stati picchiati duramente, ha detto Gyatso. Diversi giorni dopo, è stato concesso ai suoi familiari e ad alcuni monaci di vedere la salma nel centro di detenzione, all’interno del quale è stata poi cremata.

Gyatso ha detto che i tibetani avvertiranno la cremazione in prigione «come un atto umiliante e degradante, e quindi la comprenderanno come una punizione aggiunta per coloro che hanno continuato a invocare la sua innocenza per 13 anni, e che poi hanno implorato per la restituzione delle sue spoglie dopo la sua morte», ha detto Gyatso.

Gyatso era preoccupato riguardo l’effetto a lungo termine dell’interferenza del Pcc nella selezione dei maestri spirituali tibetani reincarnati. Ha detto che questa interferenza mina le basi del buddismo tibetano infrangendo «la fiducia e la fede che i tibetani hanno investito nei loro Lama per centinaia di anni», e potrebbe portare «all’eventuale scomparsa del buddhismo tibetano, sebbene venga praticato dal XIII secolo».

CRISTIANI: LE DEMOLIZIONI DELLA CHIESE E DELLE CROCI

Bob Fu, presidente dell’Associazione ChinaAid, ha detto che negli ultimi 18 mesi la soppressione delle chiese indipendenti cristiane si è «intensificata in modo significativo».

«Secondo le informazioni raccolte da ChinaAid, alla fine di giugno di quest’anno nella provincia di Zhejiang, risultavano oltre 1.500 le chiese alle quali sono state demolite o rimosse le loro croci facendo uso della violenza… e oltre 1.300 i cristiani che sono stati interrogati, arrestati o tenuti in custodia per aver protestato o tentato di prevenire la distruzione delle loro chiese o delle croci», ha detto il pastore Fu.

Persino le chiese appartenenti al ‘Movimento patriottico delle tre autonomie’ autorizzate dal governo, sono soggette alle estreme campagne di persecuzione statale. Nell’ultimo mese, nelle città di Hangzhou e di Jinhua, sono state distrutte o rimosse le croci di tutte le chiese protestanti e cattoliche approvate dal governo.

Il pastore Fu ha aggiunto: «La campagna sponsorizzata dal governo per distruggere prevalentemente le croci delle chiese approvate dal governo, riflette un nuovo sviluppo della persecuzione religiosa in Cina».

 
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