Attentato di Ankara, giovane illesa per miracolo

La studentessa iraniana Elnaz Hajikhani è sopravvissuta per miracolo all’autobomba esplosa il 13 marzo ad Ankara che ha ucciso almeno 34 persone ferendone altre 125.

L’esplosione è avvenuta nel viale principale della capitale turca, bulvari Ataturk, nei pressi di Kilizay, la piazza principale; il punto esatto e stato la fermata dell’autobus Guven Park, esattamente di fronte al ministero dell’Istruzione.
L’emittente privata NTV news riporta che un’auto, presumibilmente imbottita di esplosivo, è esplosa vicino all’autobus, mandando in fiamme diversi altri veicoli.

Elnaz Hajikhani – studentessa di Scienze ambientali al politenico del Medio Oriente – stava uscendo in quel momento dalla metropolitana per dirigersi alla fermata dell’autobus dove è esplosa la bomba: «Improvvisamente ho sentito un’enorme esplosione. Tutto quello che vedevo era una grande nuvola scura e grandi palle di fuoco arancioni».

«La scala mobile su cui mi trovavo è crollata, ma in qualche modo sono riuscita a venirne fuori. Sentivo le persone urlare ma non ho visto quasi nessuno ferito o morto. Era impossibile vedere».

Questo il video dell’esplosione, nel quale si vede sulla destra Elnaz Hajikhani colpita dalle fiamme mentre esce dalla scala mobile e scappa via (il video è di particolare impatto e potrebbe colpire i lettori più impressionabili).

La giovane ricorda che c’era molta gente in piazza Kizilay, anche se di solito ce ne sono di meno la domenica: «penso che fosse perché oggi c’era un esame all’università». Elnaz Hajikhani avrebbe facilmente potuto restare seriamente ferita se non fosse stata in ritardo.

La ragazza è una praticante della pratica spirituale del Falun Gong, e crede che la vita le sia stata risparmiata grazie a un miracolo: «Oggi sono andata a lezione e ho avuto diversi ritardi per una ragione o per l’altra. Se non avessi tardato sarei stata fra le persone alla fermata dell’autobus, e ora sarei morta».

«Non ho provato paura né dolore in nessun momento dell’esplosione. Mi sono allontanata dal luogo dell’attentato con calma» racconta. «Quando sono arrivata a casa mi sono resa conto che il ginocchio mi sanguinava ed era molto gonfio. Ma non sentivo alcun male».

L’attentato è il terzo in cinque mesi ad Ankara, ed è avvenuto solo tre settimane dopo che un’auto kamikaze contro alcuni pullman di carichi di militari ha ucciso 29 persone nella capitale turca.

Un gruppo combattente curdo, estensione del gruppo di ribelli curdi fuorilegge denominato il Partito dei Lavoratori Curdi, ha rivendicato l’attentato del 17 febbraio scorso.  Ma il governo sostiene che l’attentato sia opera della milizia curdo-siriana, in collaborazione col Pkk, organizzazione curda ribelle attiva da 30 anni.

 

Articolo in inglese: Student Narrowly Escapes Deadly Car Bombing in Ankara, Turkey

Hanno contribuito: Emel Akan e Associated Press

 
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