Ong medica contro prelievi forzati di organi candidata al Nobel per la Pace

La Doctors Against Forced Organ Harvesting (Dafoh), organizzazione non governativa di medici e chirurghi che combattono la pratica del prelievo forzato di organi, è candidata al Premio Nobel per la Pace.
Lo ha dichiarato un comunicato stampa dell’organizzazione stessa: «La Dafoh è lieta di annunciare che è stata nominata al premio Nobel per la Pace 2016», ha scritto in un’e-mail – servendosi dell’acronimo della Ong – il dottor Torsten Trey, presidente dell’organizzazione con sede a Washington; «La nomina, di cui siamo stati informati solo pochi giorni fa, è un riconoscimento dei nostri sforzi nel difendere gli standard etici nel campo della medicina e si rivolge a una materia di cui in pochi hanno avuto il coraggio di parlare».

Le candidature per questo prestigioso premio possono essere conferite solo da parlamentari, professori, giuristi e simili; chi voglia suggerire la nomina di un’organizzazione o un individuo per il premio, deve scrivere il nome della persona e il motivo della candidatura al Comitato norvegese per il Nobel.

Il dottor Liam Fox, parlamentare britannico, è una delle persone che ha scelto di candidare la Dahoh. Fox, membro del Parlamento del North Somerset ed ex segretario di Stato alla Difesa, ha riconosciuto il valore della candidatura. «Il dottor Fox pensa che sia una causa oltremodo degna», ha commentato un rappresentante dell’ufficio del dottor Fox in un’intervista telefonica. Le altre persone che hanno nominato l’organizzazione, hanno preferito restare anonime.

Nella lettera di nomina, Fox ha scritto che la «Dafoh è sempre più impegnata nel porre fine al prelievo forzato di organi. La loro vasta ricerca indica che l’anti-etico commercio di organi non viene ancora considerato adeguatamente in Cina».

Da quando è stata fondata, la Dafoh è impegnata in una serie di attività, tra cui l’avvio nel 2013 di una petizione all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti umani che è stata firmata da due milioni di persone. Inoltre, è diventata un punto di riferimento per i media in materia di trapianti di organi, scrive regolarmente dell’abuso dei trapianti in Cina e in tutto il mondo e pubblica una newsletter trimestrale.

L’associazione, forte della propria competenza, fa luce su un fenomeno che sta avvenendo in Cina: un sistema di coercizione e di trapianto abusivo di organi. Decine di prove indiziarie lasciano supporre che questa pratica, gestita da ospedali militari e civili in collaborazione con l’apparato di sicurezza, stia prendendo di mira la popolazione dei praticanti imprigionati del Falun Gong, una disciplina spirituale che il Partito Comunista perseguita dal 1999.

«Lo sforzo della Dafoh di sensibilizzare e fermare il prelievo forzato di organi ai danni dei prigionieri di coscienza e dei praticanti del Falun Gong è davvero un contributo significativo alla pace e ai diritti umani nel mondo – ha scritto Fox nella sua lettera di candidatura – Spero che la Dafoh sarà presa seriamente in considerazione per il Premio Nobel per la Pace 2016».

Il dottor Trey ha sottolineato il ruolo che l’organizzazione ha svolto nel promuovere l’informazione su questo tema, una brutalità che supera per dimensioni e coinvolgimento qualsiasi altro tipo di abuso al mondo. «Da quando, dieci anni fa, è stata diffusa la notizia del prelievo forzato d’organi in Cina, a danno dei praticanti del Falun Gong e di altri prigionieri di coscienza, la Dafoh è in prima linea nel denunciare questi crimini e nel chiedere la piena conformità agli standard internazionali in merito al trapianto etico – ha spiegato Trey – Dopo che sono state rivelate le dubbie pratiche dei trapianti cinesi, il numero globale di iscritti [alla Dafoh, ndr] –  fra medici, infermieri, professionisti in campo medico ed etico e funzionari governativi – ha superato i settemila membri».

       Per saperne di più:


Articolo in inglese: ‘Organ Transplant Advocacy Group Is Nominated for Nobel Prize

 
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