L’arcipelago delle Azzorre si trova a circa 1.600 km al largo della costa europea, più o meno a un terzo della strada tra Europa e Nord America. Le isole appartengono al Portogallo e gli storici sostengono che esse erano sempre state disabitate fino a quando delle spedizioni portoghesi le colonizzarono nel 15esimo secolo. Ma recentemente una controversa teoria alternativa sta guadagnando terreno.
Alcuni esperti, tra cui il presidente dell’Associazione Portoghese della Ricerca Archeologica, Nuno Ribeiro, hanno sostenuto che l’arte rupestre e i resti di strutture umane presenti sulle isole suggeriscano che le Azzorre fossero occupate da uomini migliaia di anni fa.
Quest’affermazione è controversa perché è legata a una teoria secondo cui esisteva una via commerciale tra fenici, norvegesi e il Nuovo Mondo, il tutto molto prima di quando si pensa, convenzionalmente, che ci sia stato il primo contatto con l’America.
Risulta curioso anche che alcune delle strutture sembrino essere dall’età della pietra, la qual cosa suggerisce che esistesse fin da allora una civiltà abbastanza avanzata da viaggiare così lontano e colonizzare le isole remote. Questo è un altro punto di contesa.
La controversia ha portato il governo del Portogallo a istituire una commissione di esperti per indagare ulteriormente.
Nel 2013 la commissione ha dichiarato che tutti i resti percepiti come di un’antica civiltà erano o formazioni rocciose naturali o strutture di origini più moderne.
Tuttavia, Antonieta Costa, una ricercatrice presso l’Università di Porto in Portogallo, è rimasta poco convinta e ha continuato la ricerca sull’ipotesi secondo la quale le Azzorre erano abitate nell’antichità e anche nella preistoria.
All’inizio di questo mese, la dottoressa Costa ha avuto un incontro con il segretario regionale dell’istruzione e della cultura delle Azzorre, Avelino de Meneses. De Meneses è stato uno degli esperti ad aver firmato il rapporto del governo che nega l’antichità dei manufatti.
Ma Antonieta Costa ha raccontato a Epoch Times via e-mail che de Meneses di recente si è mostrato aperto alle sue ipotesi. Dopo anni in cui il governo ha negato il permesso di condurre le indagini archeologiche sulle Azzorre, la Costa ha ora un po’ di sostegno del governo per la sua ricerca.
LA TEORIA DEI CONTATTI TRA FENICI E NUOVO MONDO
Nel 1778 un articolo di Johan Frans Podolyn per la Royal Society of Sciences and Letters di Göteborg descrisse il presunto ritrovamento di monete cartaginesi a Corzo, una delle isole Azzorre.
Cartagine fu fondata nel primo secolo a.C. dai Fenici in quella che oggi è la Tunisia. Una teoria (impopolare nell’archeologia tradizionale) sostiene che i Fenici sapessero come raggiungere il Nuovo Mondo, ma avrebbero diffuso un mito sull’impossibilità di attraversare l’oceano, in modo da poter mantenere il monopolio sulla rotta commerciale.
Tra le presunte prove dell’esistenza di questa rotta commerciale tra Vecchio e Nuovo Mondo, ci sono degli artefatti rinvenuti in Nord America, come ad esempio i petroglifi trovati a Peterborough (Canada). Tra i sostenitori di questa teoria ci sono il biologo di Harvard ora epigrafista Barry Fell e l’archeologo di Harvard David Kelley.
Alcuni studiosi hanno respinto le teorie di Podolyn sulle monete sostenendo che queste potrebbero essere state lasciate lì dai coloni successivi in ??possesso di questi antichi manufatti o che possano essere false.
Inoltre, ad alimentare ulteriormente la teoria degli antichi colonizzatori ci sono le voci su una statua trovata su una delle isole dai primi coloni, anche se la precisa ubicazione di questa statua (se realmente è esistita) è ora sconosciuto.
La dottoressa Costa ritiene che nelle Azzorre potrebbero effettivamente esserci delle pietre molto simili a quelle rinvenute nel Nuovo Mondo: sostiene infatti che alcuni dei segni che ha visto sulle rocce delle Azzorre sembrano simili a quelli studiati da Fell in Nord America, ma sono necessarie ulteriori ricerche sulle Azzorre per confermare le somiglianze. Per il momento la studiosa è immersa nei misteri, relativamente minori ma comunque interessanti, sui manufatti delle Azzorre.
CALENDARI DELL’EPOCA DELLA PIETRA?
Antonieta Costa ha studiato (entro le sue limitate possibilità, non godendo del pieno appoggio governativo) pietre, bacini e piccole aperture realizzate nelle rocce sulle isole.
Le piccole aperture o fessure nelle rocce sono state convenzionalmente spiegate come tagli effettuati dai coloni moderni allo scopo di forare con più facilità la pietra. Ma la dottoressa Costa è di un’altra opinione.
Queste fessure potrebbero essere parte di un sistema di calendari: chi le ha create, infatti, ha evitato il loro allineamento con la direzione est cardinale. Le fessure più vicine alla direzione cardinale est sono più piccole di quelle che si affacciano verso le altre direzioni. Ciò suggerisce un allineamento metodico dei fori corrispondenti alla direzione. Ma le fessure sembrano anche allinearsi con i solstizi, suggerendo una funzione calendariale.
MAPPE DELL’ERA DELLA PIETRA?
Le iscrizioni effettuate sule lastre di roccia delle Azzorre sono simili a mappe identificate in altri siti dell’epoca della pietra nell’Europa continentale. La Costa lo sostiene citando il lavoro di Angelo Fossati, professore di preistoria all’Università Cattolica del Sacro Cuore in Italia. Nel suo libro in inglese, European Landscapes of Rock-Art [Paesaggi europei dell’arte rupestre ndt], Fossati ha descritto delle mappe dell’età della pietra e la Costa ritiene che possano essere paragonabili a quelle delle Azzorre: «Perché questo popolo preistorico ha rappresentato delle mappe? Queste mappe rappresentano territori reali o immaginari? Sono una sorta di rappresentazione mitica del mondo conosciuto?». Ma su questo argomento di studio, relativamente nuovo, si sa ancora troppo poco.
Traduzione di Francesca Testa e Vincenzo Cassano