Arte divina, la genialità di Shen Yun Performing Arts – Gli sfondi digitali

Quasi completamente perduta in Oriente, l’essenza di una cultura millenaria risorge in Occidente. Questo è il terzo articolo di una serie di nove approfondimenti che esplorano la cultura tradizionale cinese, per rivelare una più profonda comprensione della genialità della compagnia di danza classica cinese: la Shen Yun Performing Arts di New York.

Lo spettacolo teatrale della cultura classica cinese di Shen Yun e i fondali digitali portano scenari di 5 mila anni di Storia sulla scena moderna: lo stato dell’arte della tecnologia utilizzato per rappresentare la natura e l’antica arte cinese, i classici giardini cinesi e le scene celesti tanto spesso ritratte nei dipinti buddisti.

Immaginate di mescolarvi con la gente di un tempo lungo il fiume Yangtze in Cina. La soffice rosa fioritura riflessa sul fiume e le montagne che spuntano da una nebbia viola all’orizzonte. Ora immaginate di stare in piedi in cima a un precipizio, fissando lo sguardo lungo la Grande Muraglia cinese che si estende in lontananza verso il cielo, i segnali di fumo si levano dalle sue torri come una volta.

Shen Yun si muove attraverso le montagne, i dirupi, le vallate, le terre fertili dei bacini, fino alle foreste subtropicali sempreverdi del Sud-est asiatico. La compagnia Shen Yun Performing Arts con sede a New York, è specializzata in danza classica cinese ma sa far rivivere anche le diverse danze tradizionali, i costumi e la musica dei 55 gruppi etnici che costituiscono il popolo cinese.

SHEN YUN SECONDO ROBERT STROMBERG, PREMIO OSCAR 2009 PER LA SCENOGRAFIA DI AVATAR

Lo scenografo di Avatar, premitato all’Oscar e all’Emmy Award, Robert Stromberg, ha ossservato che il fondale potrebbe essere «una nuova forma d’arte in sé, l’esibizione dal vivo unita alla proiezione digitale». Dopo aver visto Shen Yun a Los Angeles, Stromberg ha dichiarato a New Tang Dynasty Television che il fondale di Shen Yun ha creato la sensazione di «andare a teatro e al cinema allo stesso tempo».

«Lo spettacolo è stato assolutamente bello – ha affermato Stromberg – È stato così stimolante! Credo di aver trovato nuove idee per il prossimo film di Avatar». Stromberg ha anche studiato i paesaggi cinesi e ha apprezzato l’autenticità del fondale: «Uno spettacolo tradizionale con autentici passi di danza e autentici fondali, è stato unito tutto insieme».

ANTICHI GIARDINI

I giardini cinesi, come gli antichi giardini visualizzati sullo sfondo di alcune delle danze di Shen Yun, hanno sempre avuto un profondo significato per il popolo cinese.

«Il Tao (la Via, che significa l’Ordine della Natura), ha ispirato ai suoi seguaci ad essere profondamente consapevoli del processo di cambiamento in natura”, spiega R.S. Johnston nel suo libro “Studiosi di Giardini della Cina», come citato in un articolo di Kongjian Yu nel 1993 sui giardini cinesi che appaiono su Arnoldia, dell’Università di Harvard, la rivista dell’Arnold Arboretum.

«L’umiltà taoista di fronte alla natura è chiaramente espressa nel disegno dei paesaggi e nell’adeguamento degli edifici al loro luogo», scrive Johnston. Il principio taoista dello yin e dello yang si manifesta anche nel bilancio degli elementi del giardino.

«L’acqua e la pietra, l’ombra e la luce, l’interno e l’esterno sono bilanciati per manifestare il Tao o la Via della Natura», spiega Joan Kvitka Kent, direttore dell’istruzione dei giardini classici cinesi di Portland, in un articolo dell’Università Statale di Portland.

Il fondale del giardino di Shen Yun è descritto sul suo sito web come contenente «edifici riccamente ornati, fiori squisiti, alberi rari […] e perfettamente posizionato in modo profondamente stratificato, la loro collocazione contiene un significato profondo».

LE PRATERIE DELLA MONGOLIA

L’erba verde-oro è separata dal cielo blu-oro da una linea di verdi montagne sul fondale di Shen Yun. Crea lo scenario per i ballerini della Mongolia, i cui movimenti sono simili a quelli di un cavallo al galoppo o a un’aquila che si libra in cielo.

Un poema mongolo di 1500 anni fa sul sito web di Shen Yun illustra il legame che i Mongoli sentono per il loro ambiente, le praterie: «I cieli sono blu profondo, la campagna non ha limiti. Quando il vento soffia sull’erba bassa, arrivano il bestiame e le pecore».

Il popolo Mongolo «è noto per la sua vicinanza alla natura, per il canto, per la vivace danza e l’impareggiabile capacità di equitazione e di tiro con l’arco», secondo il sito web.

DALLE VETTE HIMALAYANE ALLE FORESTE SUBTROPICALI

Ogni anno gli spettacoli di Shen Yun cambiano. Con circa 20 danze in ogni spettacolo, i ballerini ripercorrono l’ampia storia e l’estensione geografica ed etnica della Cina.

I ballerini ritraggono i Tibetani nelle montagne himalayane e i ballerini etnici Yi fanno tre passi avanti e uno indietro con un movimento circolare che caratterizza il “Passo ritmato del grano saraceno”, un movimento ispirato al momento del raccolto. La danza si svolge sullo sfondo dei campi fioriti, le montagne e le vallate nella parte sudoccidentale della Cina.

Shen Yun si muove attraverso le montagne, i dirupi, le vallate, le terre fertili dei bacini, fino alle foreste subtropicali sempreverdi del Sud-est asiatico.

I gruppi etnici sono ritratti nel loro ambiente nativo, ma il fondale digitale non si limita a creare la scena. Fornisce inoltre un’esposizione interattiva della scena, tradizionalmente eseguita con carrucole, corde e sacchi di sabbia.

Per esempio, in una danza che rappresenta un racconto dell’opera letteraria classica cinese, Viaggio in Occidente, il Re Scimmia tira la luna giù dal cielo. In parecchie danze, le fate e gli esseri divini scendono sulla terra come forme sullo schermo digitale. Atterrano sul palco dove i ballerini li incontrano e si spostano dal luogo di atterraggio creando una circolazione continua dal cielo verso il palcoscenico.

Shen Yun «crea un’atmosfera unica e un bel mondo colorato», ha dichiarato Masahide Yanagawase, una delle più famose artiste di effetti visivi in ??Giappone, a Epoch Times dopo aver visto lo spettacolo di Tokyo nel 2009.

«I fondali non solo si coordinano con i ballerini sul palco in maniera continua da fornire un effetto meraviglioso, ma sono anche in armonia con il contenuto di ciascun programma. Lo svolgimento delle trame e il modo di esprimere le storie sono molto attraenti. Si tratta di un evento prezioso da ricordare», ha affermato la Yanagawase.


Epoch Times è media partner di Shen Yun Performing Arts. 
Uniche date italiane dello spettacolo: 30 e 31 marzo 2016, ore 20 Teatro degli Arcimboldi, viale dell’Innovazione 20, Milano.

Per maggiori informazioni, visitare il sito ufficiale di Shen Yun Performing Arts

 

 
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