Arrestate 44 persone che volevano citare in giudizio Jiang Zemin

Le autorità comuniste hanno arrestato decine di cittadini che hanno tentato di presentare delle denunce legali contro l’ex leader del Partito Jiang Zemin. Lo ha riferito un’organizzazione estera attiva nella tutela dei diritti umani.

La campagna di pressione sulle autorità cinesi, finalizzata a incriminare Jiang per aver lanciato la persecuzione della pratica spirituale del Falun Gong, è partita a maggio 2015 e sta crescendo rapidamente. Attualmente sono state presentate più di 80 mila querele e la maggior parte provengono da praticanti del Falun Gong.

In molti casi le autorità cinesi non hanno preso alcun provvedimento nei confronti di chi ha sporto le denunce. Tuttavia nella città nordorientale di Harbin si è verificata un’eccezione e non è ancora chiaro se ciò sia dovuto a una politica nazionale differente o a funzionari locali incerti su come gestire questa situazione.

Secondo l’Organizzazione Mondiale per Indagare sulla Persecuzione del Falun Gong (Woipfg), tra il pomeriggio dell’11 luglio e la mattina presto del 13 nella città di Harbin sono stati arrestati e detenuti dalla polizia locale almeno 44 praticanti del Falun Gong. Il 15 luglio la polizia di Harbin ha detto che gli arresti sono stati attuati in «relazione all’indagine» sulle denunce penali presentate contro Jiang.

I nomi dei praticanti detenuti a Harbin, provenienti da venti differenti contee, comuni e aree del distretto di Shuangcheng, sono noti e sono stati elencati dalla Woipfg.

Dalla fine di maggio decine di migliaia di praticanti del Falun Gong hanno denunciato Jiang Zemin alla più alta corte e al massimo organo procuratore della Cina  per crimini contro l’umanità e genocidio. Grazie a una riforma giuridica attuata nei primi di maggio, la Corte Suprema del Popolo e la Procura Suprema del Popolo hanno dovuto accettare la maggior parte delle denunce presentate.

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Al contrario prima di questo cambiamento legislativo, gli organi giuridici potevano rifiutare o ignorare le denunce per qualsiasi motivo.

Minghui.org, un sito che fornisce informazioni di prima mano sulla persecuzione del Falun Gong, afferma che al 23 luglio sono state verbalizzate ben 84.835 denunce presentate da 103.605 praticanti. Oltre mille di queste denunce provengono da praticanti cinesi, a suo tempo perseguitati nella Cina continentale, che attualmente vivono all’estero.

Il 20 luglio 1999 Jiang Zemin, ordinò di avviare la persecuzione. Oltre 3.800 praticanti del Falun Gong sono morti per mano dell’apparato della sicurezza del regime e del famigerato Ufficio 610, un’organizzazione extralegale simile alla Gestapo nazista, e migliaia di altri praticanti sono stati incarcerati. I ricercatori hanno anche raccolto le prove dei prelievi forzati di organi da queste persone, una pratica criminale a scopo di lucro che viene effettuata negli ospedali militari e privati della Cina.

Questa ondata di denunce penali contro Jiang va di pari passo con la rapida evoluzione dell’ambiente politico cinese. Negli ultimi due anni l’attuale leader Xi Jinping ha smantellato la rete politica di Jiang nella campagna anti-corruzione. A partire dal 2012 sono stati purgati Bo Xilai, boss di Chongqing, e una serie di protetti di Jiang – l’ex potente zar della sicurezza Zhou Yongkang, il defunto numero due dell’esercito cinese Xu Caihou e l’aiutante Ling Jihua – tutti con l’accusa di corruzione.

Articolo in inglese: ‘Chinese Police Arrest 44 Who Attempted to Sue Former Regime Leader

 
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