Arnaud Beltrame, il poliziotto morto per «difendere la patria»

Un «eroe» che «combatte fino alla fine» ed è sicuramente consapevole di quanto può costargli il suo gesto estremo. La morte di Arnaud Beltrame, tenente colonnello della polizia del dipartimento dell’Aude, che si era offerto in cambio di un ostaggio a un killer jihaidista, ha suscitato ammirazione e commozione in tutto il mondo.

Il presidente della repubblica francese Emmanuel Macron, in uno degli innumerevoli omaggi resi all’ufficiale morto in servizio, ha sottolineato che «dando la vita per mettere fine all’atto terroristico dei jihaidisti, è caduto da eroe».
Per la sua famiglia, questo gesto coraggioso è stato tuttavia ovvio, una naturale conseguenza dei ferrei principi che animavano il colonnello Arnaud. La madre ha confidato a radio Rtl: «Lui mi direbbe “faccio il mio lavoro mamma”, tutto qui». E ha aggiunto: «Quello che ha fatto non mi stupisce […]. È sempre stato così: una persona che, da quando è nata, ha fatto tutto per la patria […]. Era la sua ragione di vita, difendere la patria, Arnaud era così: difendeva gli altri».

Venerdì scorso, subito dopo che il terrorista Radouane Lakdim aveva preso gli ostaggi nel supermercato di Trèbe, Arnaud Beltrame si era offerto in cambio di una persona trattenuta. Ha lasciato il telefono aperto su un tavolo, permettendo alla polizia di sentire quello che stava succedendo nel supermercato e di intervenire, quando ha sentito gli spari contro l’ufficiale.

Anche il fratello di Beltrame, Cédric ha ricordato a Rtl: «È andato come un eroe, ma sapeva certamente di non avere alcuna possibilità […] non ha esitato un secondo». Il tenente colonnello è deceduto in seguito alle gravi ferite.
Il tenente colonnello Beltrame aveva 45 anni, si era laureato nel 1999 a Saint-Cyr, e i suoi superiori l’avevano definito un militare «che combatte fino alla fine e non si ritira mai». Nel 2001 aveva ottenuto inoltre il grado di maggiore della scuola ufficiali di polizia, e nel 2003 insieme ad altri sei gendarmi era stato selezionato tra 80 candidati per integrare il Gign [Gruppo di intervento della gendarmeria francese, unità tattica di polizia per la lotta al terrorismo, ndt].

Inviato in Irak, comandante della Guardia repubblicana e assegnato per quattro anni alla sicurezza dell’Eliseo, Beltrame è stato anche comandante della compagnia di Avranches fino al 2014, diventando in seguito segretario generale del Ministero dell’Ecologia. Era appena tornato dall’incarico nella prefettura di Aude come vicecomandante della polizia dipartimentale.
Era sposato e non aveva figli, e quest’anno avrebbe dovuto celebrare il matrimonio religioso nella città medievale di Carcassonne. E in questa città, davanti alla caserma e nonostante la pioggia, i cittadini e gli abitanti dei dintorni hanno deposto fiori in omaggio al gendarme.

Anne-Marie Bonnet, una donna che abita vicino alla caserma, è arrivata con un bouquet di rose bianche con la scritta ‘Grazie’ e ha affermato che «è stato un gesto eroico […] lo ringraziamo per quello che ha fatto». Chiede inoltre un «tributo nazionale» per Arnaud Beltrame, e racconta emozionata: «È un eroe, non ho dormito stanotte, ho tanto pregato pensando a un miracolo che lo salvasse. Lui ha salvato delle vite».

 

Articolo in francese: Arnaud Beltrame : le gendarme « héros », né pour « défendre la patrie »

Traduzione di Francesca Saba

 

 
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