Ancora problemi per Michael Jordan

La battaglia legale tra la leggenda del basket Michael Jordan e la marca cinese di prodotti sportivi Qiaodan Sports Company sembra essere tutt’altro che conclusa, nonostante Jordan alla fine dell’anno scorso abbia vinto una causa contro di loro.

Il verdetto emesso dalla corte suprema cinese, dopo che diversi tribunali minori si erano pronunciati a sfavore del cestista americano, ha riconosciuto a Jordan la proprietà dei diritti sulla traslitterazione cinese del suo nome: in Cina, infatti, i nomi stranieri vengono traslitterati in ideogrammi la cui pronuncia è simile al nome originale. Nel caso di Jordan la traslitterazione cinese è 丹 che si pronuncia all’incirca Ciò-dan, scritto Qiaodan. 

Nel mese di luglio, tuttavia, Qiaodan Sports (che non è di proprietà di Jordan) ha intentato causa contro Jordan e Fangda Partners, lo studio legale che lo rappresenta in Cina, accusandoli di diffamazione: secondo China News Service, l’azienda cinese ha chiesto un risarcimento di 1,1 milioni di yuan (160 mila dollari) per la «calunnia maligna» e i danni causati alla propria reputazione da una lettera inviata da Fangda agli organizzatori della tredicesima edizione dei National Games of China. Qiaodan Sports sostiene che la lettera avrebbe alterato il contenuto della sentenza della Corte Suprema del Popolo nel tentativo di convincere gli organizzatori a boicottare l’azienda.
La Qiaodan Sports Company ha anche richiesto una rettifica della lettera e delle scuse pubbliche.

L’avvocato di Qiaodan, Chen Ruo Jian, ha dichiarato che l’azienda «ha dovuto intraprendere molti sforzi per mantenere i rapporti commerciali con i suoi partner, dopo che Jordan e i suoi avvocati hanno sferrato questo attacco».

Jordan, come nella causa precedente, durata quattro anni, ha ribadito che un tale uso del suo nome stava ingannando i consumatori cinesi, lasciando loro credere che lui fosse affiliato al brand. In una dichiarazione rilasciata dopo la sentenza di dicembre, ha commentato: «I consumatori cinesi meritano di sapere che Qiaodan Sports e i suoi prodotti non hanno alcun legame con me».

La sentenza della Corte Suprema del Popolo è stata ‘anomala’ in un sistema giuridico ben noto per favorire le imprese cinesi nelle contese sui diritti di proprietà intellettuale che coinvolgono aziende straniere. Nel maggio del 2016, Apple ha perso un causa contro una società cinese di pelletteria che usa il nome ‘iPhone’ per i suoi prodotti. La società di calzature New Balance è stata costretta a pagare 16 milioni di dollari dopo che un tribunale ha stabilito che aveva violato i diritti di un cittadino cinese che prima della New Balance aveva registrato la versione cinese del nome della società. Anche altre aziende e celebrità occidentali come Starbucks, Tesla e il presidente Donald Trump hanno intrapreso battaglie legali in passato per reclamare il diritto a utilizzare il proprio nome in Cina.

Articolo originale : Michael Jordan Faces More Trouble Over Name Rights in China

Traduzione di Marco D’Ippolito

 
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