Allarme umanitario in Libia, Msf: l’Europa è complice

Il governo italiano nega, ma in Libia tutti lo danno per certo: l’intelligence del nostro Paese starebbe collaborando con i trafficanti di esseri umani per impedire ai migranti di lasciare la Libia verso le coste italiane.

I gruppi militari che nello specifico si stanno occupando di impedire le partenze dallo Stato africano sono la Brigata 48 e la Brigata del Martire Anas al-Dabashi, che secondo il Corriere sarebbero dirette da due fratelli. Uno di loro è soprannominato al-Ammu, ovvero ‘lo zio’ perché da giovane chiedeva sigarette ai passanti chiamandoli ‘zio’: un semplice facchino, che gradualmente ha fatto carriera nel mondo della malavita tra omicidi e furti, diventando un grande boss criminale-jihadista della regione, leader anche nel traffico di esseri umani. Ora invece collabora con l’Italia nel compito di fermare questo stesso traffico.

Una «riconversione», la definisce il Corriere, che tuttavia potrebbe essere dovuta semplicemente all’interesse personale: 5 milioni di euro dall’Italia e dal governo libico e la promessa di legalizzare la milizia.

Tutte storie non verificate – anche se il Corriere afferma di aver parlato con l’intelligence libica – eppure vari media raccontano scenari molto simili.

I mafiosi, tuttavia, non diventano paladini della giustizia in un solo giorno: Medici Senza Frontiere, infatti, denuncia le condizioni di vita e di detenzione dei migranti che vogliono lasciare la Libia. «Le persone – racconta un’inviata di Msf che ha osservato per un anno i centri di detenzione in Libia – per il solo crimine di desiderare una vita migliore, vengono accatastate e lasciate in stanze buie, prive di ventilazione, di 30 centimetri quadrati, incapaci persino di stendere le proprie gambe per giorni, affamate fino ad ammalarsi; e poi mi guardano, con la disperazione negli occhi, e sussurrano: “Tirami fuori di qui”» . Donne incinte malmenate e stuprate, torture e abusi di ogni genere non sarebbero avvenimenti rari.

Msf – che è al momento sotto indagine per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare – denuncia l’operato dell’Europa nel sostenere le milizie che impediscono ai migranti di partire: una soluzione, afferma l’Ong, che non fa altro che creare ancora più vittime di violazioni dei diritti umani.

«L’allarme umanitario – ha assicurato ai giornalisti il primo ministro Paolo Gentiloni – non solo lo condividiamo ma è uno dei nostri impegni maggiori da molto tempo e mi auguro che gli sviluppi che abbiamo avuto in queste settimane con le autorità libiche ci consentano di avere nei rapporti con la Libia la possibilità di chiedere e forse anche ottenere condizioni umanitarie che sei mesi fa neanche ci sognavamo di chiedere».

 
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