Alitalia tocca il fondo?

Non c’è solo Lufthansa all’orizzonte: dopo la notizia di mercoledì diffusa dal Financial Times, sull’interessamento del fondo americano Cerberus all’acquisizione di Alitalia per intero, arriva giovedì la conferma della presa in considerazione della proposta da uno dei tre commissari straordinari che stanno guidando la vendita della linea aerea. Se l’acquisto da parte di un altro vettore (per di più della sola sezione aviation) segnerebbe la fine di Alitalia come azienda autonoma, l’arrivo dei fondi di private equity dall’America (per acquisire l’intera compagnia) manterrebbero Alitalia una linea aerea indipendente e non una semplice proprietà di un’altra aviolinea.

Il commissario Stefano Paleari spiega al Sole 24 Ore che non c’è alcuna preclusione sui fondi di private equity, e che «Alitalia ha bisogno di un azionista stabile e con adeguate risorse da investire per lo sviluppo». Paleari ha posto l’accento sul lavoro svolto in questi mesi insieme a Luigi Gubitosi ed Enrico Laghi per ridurre i costi dell’azienda e arrivare al pareggio di bilancio. Infatti, assicura il commissario, il secondo semestre del 2017 «si chiuderà con un ebitda in sostanziale pareggio […] con una dotazione finanziaria di oltre 800 milioni di euro, di poco inferiore al prestito ponte ricevuto» per il 2018.

Per Paleari i problemi maggiormente rilevanti sono i «costi esterni» ai quali Alitalia deve far fronte, come i versamenti all’amministrazione di Roma Capitale, quelli per la ‘tassa sul rumore’, e quelli ancora destinati all’aeroporto di Fiumicino: un totale di almeno 213 milioni di euro all’anno. Per il commissario bisogna quindi trovare una soluzione alla «politica dei trasporti» dal momento che «l’accessibilità a una regione o a un Paese è la condizione primaria per garantirne lo sviluppo. L’Italia deve affrontare questo nodo, anche in chiave di competizione tra aerei ed alta velocità ferroviaria».

Per quanto riguarda la proposta di Cerberus, l’unico problema è che è arrivata dopo la scadenza del termine di presentazione delle offerte, e la spiegazione è secondo il Ft che il fondo avrebbe ritenuto troppo restrittivi i tempi e le condizioni della vendita.

A ogni modo, anche se non ha presentato la sua proposta in tempo, Cerberus avrebbe già avuto contatti nei mesi passati con i tre commissari di Alitalia ed espresso il suo interessamento ad Alitalia, con la condizione, scrive il Ft, «che venga completamente ristrutturata». Il fondo potrebbe investire tra i 100 e i 400 milioni di euro.

In questo caso, non essendo la proposta del fondo americano tra quelle contenute nella busta al vaglio dei commissari, non può essere presa in considerazione, a meno che Cerberus non si accodi a una delle offerte già esistenti, o che l’asta venga addirittura cancellata. Questo implica che, plausibilmente, nel caso i commissari entro il 5 novembre non trovassero adatte le offerte pervenute  ̶  che comunque non considerano l’acquisto di Alitalia per intero  ̶  potrebbe essere indetta una seconda tranche di vendita per includere anche l’offerta di Cerberus. L’accordo con il futuro acquirente potrà essere trovato infatti fino al 30 aprile 2018 e Alitalia ha l’operatività dei voli assicurata per tutto il prossimo anno grazie al prestito di 900 milioni avuti dallo Stato italiano.

 
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