Alessandro Florenzi, un cuore per due maglie

Alessandro Florenzi è un giocatore con la Roma nel cuore e la nazionale nell’animo. Martedì sera, l’Olimpico è stata la cornice perfetta per celebrare questa unione.

Con il suo gol decisivo contro la Norvegia, senza contare quello annullato in posizione regolare, Alessandro ha onorato le sue dichiarazioni pre-partita: «La maglia dell’Italia deve essere tatuata sulla pelle», aveva detto in conferenza stampa. E questo l’ha dimostrato sul campo, come è suo solito fare: poche parole e tanti fatti.

Una concretezza, che affonda le radici nell’umiltà, suo valore fondamentale. Merito anche o soprattutto dell’educazione ricevuta in famiglia, che lo ha sempre tenuto con i piedi per terra, così che lui ha imparato poi a spiccare il volo.

Basta prendere come esempio il gran gol in Champions League contro il Barcellona di Messi e Neymar, che entrerà probabilmente nella storia del calcio; difficile non esaltarsi dopo una giocata del genere. Eppure, per il papà, raggiunto dai microfoni di Sport Mediaset dopo la partita, Alessandro resta sempre «un somaro». «Alessandro è un cuore di mamma, e basta. Per me resta lo stesso di sempre», dice invece la mamma.

Ma Alessandro è anche «‘rcocco de nonna. Come tutti noi», come scrive Ugo Possenti, nella sua poesia dedicata al giocatore. Quella nonna che Florenzi è corso ad abbracciare sugli spalti dopo il gol segnato contro il Cagliari nella scorsa stagione, e che non ha potuto far a meno di scoppiare in lacrime. Un gesto di una semplicità disarmante, in cui molti di noi si rivedono, e che riporta il mondo del calcio sulla dimensione terrena, come a voler ricordare che prima viene la famiglia e poi tutto il resto.

Quello che molti a Roma chiamano il ‘vero Capitan Futuro’, rischia davvero di diventare un esempio da seguire per tutto il popolo giallorosso e non solo; un ragazzo che ieri sera, in vista dell’europeo, ha lanciato un segnale di sicurezza a questa nazionale, e ha fatto innamorare ancora di più la sua città. Un ‘tuttofare’ in campo ma non per questo un «tappa buchi», come ha tenuto a precisare in conferenza stampa il mister Antonio Conte, che nutre grande stima per il giocatore, e piuttosto elogia la sua versatilità in campo come sua forza. Alessandro è un ragazzo che, a soli 24 anni, ha forgiato la chiave del suo successo nel sudore e nel sacrificio.

 
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