Usa, necessaria alleanza asiatica per fermare la Cina

La marina americana ha di recente inviato il suo Gruppo di battaglia nel Mar Cinese Meridionale, una mossa che si può intendere come una nuova dimostrazione di forza contro gli altrettanto recenti sforzi della Cina di militarizzare le isole della regione con missili anti-aerei, jet e altri armamenti.

I falchi militari cinesi chiedono azioni più drastiche contro la libertà di operazioni in mare aperto degli Usa, e minacciano persino colpi di avvertimento alle navi statunitensi. Il Pentagono, nel frattempo, sta cercando di fare in modo che anche altri Paesi, tra cui l’India e l’Australia, inviino navi da guerra per sfidare le rivendicazioni territoriali della Cina.

Secondo Steven Mosher, presidente del Population Research Institute ed ex ufficiale della marina statunitense, l’importanza di quanto sta accadendo nel Mar Cinese Meridionale non può essere sottovalutata. E mentre gli Stati Uniti stanno compiendo passi nella giusta direzione, hanno bisogno di alzare la posta in gioco nella regione, se può servire a dissuadere il regime cinese dal suo obiettivo finale.

La Marina americana, sostiene Mosher, ha bisogno di formare una coalizione. E invece di mandare qua e là le proprie unità navali in opposizione alle rivendicazioni territoriali della Cina, ha bisogno di raccogliere alleati per creare una flotta di coalizione internazionale.
«Penso che aiuterebbe a prevenire eventuali azioni aggressive da parte della Cina», spiega Mosher, facendo notare che potrebbe servire anche come «presupposto per un trattato tra potenze in Asia» simile alla Nato. Se questa strategia venisse attuata subito, continua, «potrebbe portare la Cina al tavolo dei negoziati».

Mosher ha proposto la sua strategia durante un evento presso il quartier generale del Naval Sea Systems Command (Navsea), a Washington verso fine febbraio, e il suo piano è ben fondato.

FRONTI MULTIPLI

La realtà è che il regime cinese sta combattendo su più fronti per il controllo del Mar Cinese Meridionale: impiega l’esercito per spingersi in avanti, impadronirsi del territorio e costruire difese. Ma i principali strumenti che utilizza per respingere le altre nazioni sono la manipolazione del sistema giuridico, e la propaganda.

E i suoi principali strumenti di propaganda sono le critiche agli Stati Uniti, che sono visti come un aggressore ‘egemone’. La marina americana, spiega Mosher, deve invece evitare di trasformare la questione del Mar Cinese Meridionale in un conflitto tra Stati Uniti e Cina. Il regime cinese, ha continuato, lo userebbe semplicemente come pretesto per fare propaganda contro gli interessi Usa.

Quando trova sulla sua strada altre nazioni, come il Vietnam e le Filippine, la Cina utilizza le intimidazioni come strategia. «Avremmo già visto dei sanguinosi scontri nel Mar Cinese Meridionale, se non fosse per la presenza degli Stati Uniti», afferma Mosher.

Secondo Mosher, se gli Stati Uniti dovessero coalizzare altri Paesi sotto un’unica bandiera per contrastare la Cina, questo potrebbe sconfiggere la strategia del regime cinese: i suoi sforzi di etichettare gli Stati Uniti come un aggressore risulterebbero vani, così come quelli di intimidire le altre nazioni. «La Cina si prende gioco degli altri Paesi quando si sente in una posizione di forza, ma si inginocchia quando è troppo debole», continua Mosher.

PIANI PER IL DOMINIO

Mosher ha anche avvertito del pericolo che le ambizioni della Cina vanno ben al di là del Mar Cinese Meridionale: l’obiettivo finale del Partito Comunista Cinese (Pcc), è quello di sostituire gli Stati Uniti nel ruolo di potenza leader mondiale.

L’obiettivo del Pcc è diventato sempre più pubblico negli ultimi anni. Michael Pillsbury, un importante consulente al Pentagono e direttore del Centro per la Strategia cinese presso l’Istituto Hudson, ha descritto dettagliatamente le ambizioni e la strategia del Pcc nel suo libro del 2005, ‘The Hundred-Year Marathon: China’s Secret Strategy to Replace America as the Global Superpower‘, [La maratona dei cento anni: La strategia segreta della Cina per rimpiazzare l’America nel ruolo di superpotenza globale, ndt].

Pillsbury spiega che questo è sempre stato l’obiettivo del Pcc, sin dalla sua fondazione sotto Mao Zedong; ma se prima lo manteneva segreto, ora è venuto a galla.

Uno dei tanti esempi che Pillsbury usa, è un libro del 2009 scritto da un colonnello dell’Esercito Popolare di Liberazione del Pcc (Pla), ‘The China Dream‘ [Il sogno cinese, ndt], e fa notare come il colonnello «alluda all’importanza di studiare le debolezze americane, e di prepararsi a colpire gli americani, una volta che l’Occidente diventerà consapevole del vero piano della Cina».

Pillsbury prende in esame inoltre un articolo cinese del 2005 che ambisce a un nuovo mondo sotto il dominio del Pcc che «ponga gli ordini al di sopra della libertà, l’etica al di sopra della legge, e il governo d’elite al di sopra della democrazia e i diritti umani».

Anche Mosher è giunto a conclusioni simili riguardo all’obiettivo finale del Pcc, ed è stato tra i primi studiosi a mettere in guardia in merito alla questione, con il suo libro del 2000, ‘Hegemon: China’s Plan to Dominate Asia and the World‘, [Egemonia: Il piano della Cina per dominare l’Asia e il mondo, ndt]

Ha citato le parole di Mao Zedong del 1958, che affermava che non appena il Pcc fosse diventato abbastanza forte, «avrebbe stabilito un comitato per il controllo della Terra».

«Cosa significa questo? Significa quello che dice», commenta Mosher. «Non appena la Cina fosse diventata politicamente e militarmente abbastanza potente, Mao avrebbe voluto espandersi oltre la Cina e controllare il resto del mondo».

Il Mar Cinese Meridionale è un punto chiave di questo piano. Molti esperti della difesa hanno avvertito che la Cina sta cercando di stabilire una «zona strategica anti-accesso», che le consentirebbe di formare un anello difensivo intorno alla Cina, e tenere così le altre nazioni, in particolare gli Stati Uniti, a distanza di sicurezza militare.

Il Pcc è già sulla buona strada rispetto a questa strategia, e i falchi militari cinesi ne stanno parlando apertamente. Il South China Morning Post ha infatti riferito il 28 febbraio che «l’esercito della Cina è preparato “a difendere la sovranità” nel Mar Cinese Meridionale».

Il Maggiore Generale cinese Qiao Liang, professore presso l’Università di Difesa Nazionale del Pla, ha reso tutto questo ancora più chiaro in un recente editoriale pubblicato sul China Military Online, portavoce ufficiale del Pla.

«Per contenere efficacemente gli Stati Uniti, gli altri Paesi nel formulare le loro strategie devono pensare di più a come tagliare il flusso di capitali verso gli Stati Uniti», ha scritto Liang, notando l’importanza strategica di controllare le rotte marittime più importanti come il Mar Cinese Meridionale. «Questo è il modo per controllare la linfa vitale degli Stati Uniti».

Secondo Mosher, l’idea di un mondo con il Pcc come nazione leader è spaventosa: «Lo stesso Partito che imprigiona i membri del Falun Gong e i cristiani, opprime i tibetani… Quello stesso governo si comporterà esternamente proprio come fa internamente».

«Sono sempre stato favorevole ad avere un corretto rapporto con la Cina», ha dichiarato Mosher, spiegando che questo non significa fare i suoi interessi, ma mantenere una propria integrità morale nel dialogo: «Dovremmo avere un corretto rapporto con la Cina, dove possiamo capire quel che è esattamente il Partito comunista cinese, e sapere che cosa fa al popolo cinese».

Mosher ha osservato inoltre che Chiang Kai-shek, leader del Kuomintang e leader della Repubblica di Cina tra il 1928 e il 1975, aveva affermato durante la Seconda guerra mondiale che i giapponesi avrebbero alla fine lasciato la Cina, ma che il Pcc era un vero e proprio cancro al cuore del Paese.

Mosher si è detto d’accordo con questa visione del Pcc, aggiungendo che gli interessi di quest’ultimo sarebbero quelli di esportare la propria forma di governo all’estero. Qualcosa che farebbe saltare completamente l’ordine mondiale, allontanandolo da diritti umani e democrazia, e distruggendo tutto: «Tutte le cose che abbiamo costruito nel corso dei secoli», ha concluso, «il Pcc le riporterebbe al punto di partenza».

 

Articolo in inglese: US Needs to Form an Asian Alliance to Stop Chinese Hegemony, Says Top Expert

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