A sorpresa, Erdogan riconquista la maggioranza assoluta

Dopo le bombe, le violenze, l’incapacità di giungere a un accordo di governo, Erdogan è riuscito – si direbbe – a convincere gli elettori del suo messaggio: ‘senza di me niente stabilità’.

A giugno le elezioni turche avevano portato a un risultato indeterminato, privo di partiti con la maggioranza assoluta. Le elezioni sono poi state ripetute, in mancanza di una coalizione di governo, e questa volta Erdogan, leader turco da circa un decennio è riuscito a riconquistare la maggioranza assoluta, con il 49,4% dei voti e 316 seggi su 550.

Dopo la vittoria elettorale, subito la vittoria militare sbandierata dal governo: 80 militanti dell’Isis sono stati uccisi. Tutto è funzionale a dare l’idea di stabilità e concretezza che solo l’uomo di ferro turco è in grado di dare. Anche perché la strada meno autoritaria e più democratica è stata bloccata a suo tempo dall’Europa stessa.

Il presidente turco intende riformare la Costituzione, aumentando ulteriormente i propri poteri. I curdi hanno protestato fortemente contro la vittoria, inaspettatamente così netta, di Erdogan, arrivando a scontrarsi con la polizia.

Alle critiche circa la libertà di stampa in Turchia, il Erdogan ha risposto: «Che ve ne importa? Pensate alle elezioni nei vostri Paesi», riporta Ansa. «Se la nostra nazione sceglierà un governo monocolore – diceva prima del risultato delle elezioni – creerà i presupposti per un ritorno al clima di stabilità e fiducia che abbiamo vissuto per 13 anni».

ESPERTI SORPRESI

«Devo dire che anche persone preparate e accorte, che in Turchia ci vivono, avevano previsto risultati sostanzialmente uguali a quelli del giugno scorso», commenta per email il professor Fabio Grassi, esperto di Turchia. «Abbiamo dunque tutti sottovalutato due fattori: primo, il desiderio di stabilità di una popolazione che ha visto notevolmente aumentare il proprio tenore di vita in questi 13 anni; secondo, la grande difficoltà delle opposizioni a prefigurare un’alternativa valida e sostenibile. Al riguardo, non sorprende che sia stata punita la posizione sterile del Partito di Azione Nazionalista (Mhp, destra nazionalista), ma sorprende che non ne abbia tratto il minimo vantaggio il Partito Repubblicano del Popolo (Chp, sinistra nazionalista). Quello del Partito Democratico dei Popoli (Hdp, sinistra libertaria con forte base etnica curda nel sud-est) deve considerarsi un risultato tutt’altro che cattivo, visto che buona parte della popolazione continua a considerarlo nient’altro che il braccio politico del Partito Curdo dei Lavoratori (il partito armato curdo)».

 
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