A Parma apre il labirinto più grande del mondo

Perdersi per poi ritrovare la strada. Andare a intuito o cercare di ricordare i propri passi: una ricerca della via giusta che potrebbe riflettere il nostro modo di vivere. Questo e altro potrà accadere all’interno del Fontanellato, il labirinto di Franco Maria Ricci a Parma che aprirà al pubblico venerdì 29 maggio.

Sarà il labirinto più grande del mondo quello del designer parmigiano, che per finanziare il progetto ha venduto la sua casa editrice: «Com’è noto, quando fece costruire il suo Labirinto, che era una prigione, Minosse nutriva intenzioni cupe e crudeli; io immaginai un equivalente addolcito, che fosse anche un Giardino, dove la gente potesse passeggiare, smarrendosi di tanto in tanto, ma senza pericolo». Così lo descrive Ricci sul suo sito web.

Il Fontanellato copre un manto d’erba di 7 ettari e regala un percorso di 3 kilometri che si snoda tra circa 200 mila piante di bambù di specie diverse, che oggi costituiscono la piantagione più grande d’Europa.

La possibilità di una visita sta riscontrando un grande successo in vista dell’apertura e i fiumi di prenotazioni lo dimostrano. Gente di tutte le età vivranno una tra le «fantasie più antiche dell’umanità» e al tempo stesso potranno ammirare una notevole collezione artistica di circa 500 opere tra pitture e sculture dal Cinquecento al Novecento e una biblioteca dedicata alla tipografia e grafica, con interi volumi di Giambattista Bodoni e l’intera produzione di Alberto Tallone.

Le sale espositive verranno inaugurate il 28 maggio con la mostra Arte e Follia, presentata da Vittorio Sgarbi e dedicata ai pittori padani Antonio Ligabue e Pietro Ghizzardi.

Un sogno diventato realtà per Franco Maria Ricci, che spera e, a volte, fantastica, sul fatto che all’interno della sua creazione potranno succedere cose meravigliose: «Cose che non posso prevedere. Per esempio, un ragazzo potrà incontrare una ragazza o innamorarsi di un dipinto o di un libro. Apparterrà a una nuova generazione, bella e intelligente, che io non riuscirò a vedere».

 
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