Salvatore Aranzulla svela il suo segreto

Cos’hanno in comune dubbi informatici, prima posizione su Google e un milione di euro di fatturato all’anno? Niente, a meno che non si parli del blog di Salvatore Aranzulla.

Catanese di 24 anni, è ormai il principale divulgatore informatico italiano. O meglio colui che risponde a domande molto richieste dagli utenti. Provate a digitare su google ‘Come aggiornare Android facilmente’, ‘Come scoprire il numero privato’, oppure ‘Come pulire il PC lento gratis’ e il primo risultato che compare è il blog di Salvatore Aranzulla.

Salvatore Aranzulla, titolare a socio unico della Aranzulla Srl, sul suo blog si autodefinisce «il più autorevole e conosciuto divulgatore informatico in Italia» e ha pubblicato cinque libri sulla sicurezza informatica. Epoch Times l’ha intervistato.

Come è nato il tuo blog?

Il mio blog è nato una decina di anni fa. I miei amici mi chiedevano di continuo la soluzione agli stessi problemi di informatica e ogni volta rispiegavo a ognuno di loro come risolvere lo stesso problema. Da qui l’idea di creare delle guide corredate di fotografie con un linguaggio molto semplice. Cominciai a pubblicare queste guide su uno spazio web gratuito e con il passare del tempo iniziai a pubblicarne un numero importante. Considera che oggi io e i miei collaboratori abbiamo prodotto circa cinquemila guide, che passo dopo passo spiegano come risolvere un problema. Nel 2008 il sito è diventato qualcosa di più serio e strutturato, dal momento che ho cominciato a pubblicare in maniera regolare: pubblichiamo sei articoli al giorno, da lunedì a venerdì.

Quante visite ricevi giornalmente e quanto guadagni dal blog?

Sostanzialmente il blog è il primo sito internet in Italia di tecnologia per numero di accessi secondo Nielsen, e abbiamo il 35 per cento di quota di mercato in Italia. Secondo Google Analytics ogni mese realizziamo 12 milioni di visite e 20 milioni di pagine visualizzate. Quindi considera che sono circa 400 mila visite al giorno, con dei picchi; per esempio il 22 gennaio abbiamo ricevuto 440 mila visite in un giorno. Il blog è totalmente gratuito per i lettori e si finanzia tramite la pubblicità. L’azienda fattura all’incirca un milione di euro.

All’anno?

Sì, all’anno.

Come gestisci il blog e quanto tempo ti impegna ogni giorno?

Il blog è gestito a distanza, ossia i miei collaboratori lavorano tutti da casa. Nella mia giornata occupa dalle 8 alle 10 ore al giorno. Considera che il mio lavoro non consiste più tanto nella produzione degli articoli, che vengono realizzati da un mio collaboratore, bensì quello di trovare le strategie editoriali per aumentare il traffico. Ogni anno raddoppiamo il traffico, quindi riusciamo ad avere un tasso di crescita tra il 100 e il 120 per cento. Se prendi dicembre di quest’anno con quello dell’anno scorso la crescita è stata questa. La mia attenzione è più focalizzata nel trovare i titoli degli argomenti da pubblicare. Sviluppo il blog dal punto di vista tecnico, grafico e del business.

Sulla base di quale criterio scegli le domande a cui dare risposta?

Abbiamo un sistema, che chiamiamo sistema dei titoli, che sviluppiamo da ormai sette anni. È un sistema che analizza i termini che gli italiani digitano sui motori di ricerca ed estrapola quelle tematiche legate all’informatica che non abbiamo trattato sul nostro blog. Per cui vengono analizzati i trend di ricerca, si individuano le tematiche e si verifica se il nostro sito internet ha già fornito una risposta. Se non l’ha già fornita si procede a scrivere un articolo. Pubblichiamo un articolo se esiste un certo numero di utenti che cercano risposte a quella tematica.

La scelta delle domande è legata in qualche modo alle pubblicità sulla pagina?

Sì. Esisteva un modulo fino a qualche tempo fa che adesso abbiamo disattivato. Le pubblicità erano correlate all’argomento dell’articolo. Se parlavo di antivirus, la pubblicità era legata agli antivirus, insomma producevamo gli articoli tenendo anche conto degli investitori. Adesso abbiamo disabilitato questa parte e ci focalizziamo unicamente sulle ricerche dei lettori.

Quanti collaboratori lavorano al tuo blog?

Oscilliamo da un minimo di tre persone che lavorano in maniera stabile, fino ad alcuni periodi come dicembre-gennaio, in cui arriviamo fino a 15 persone. Sono perlopiù sviluppatori che mi aiutano ad accrescere varie parti. Ad esempio abbiamo implementato delle modifiche grafiche piuttosto importanti in questi giorni, che hanno richiesto la collaborazione di 10-15 persone. Di base siamo in tre: io, una persona che mi aiuta con gli articoli e un’altra che mi aiuta con il lavoro tecnico.

Prima hai parlato di strategie editoriali. Cosa sono?

Si tratta di trovare gli articoli giusti da proporre ai lettori. Trovato l’articolo, si deve poi scegliere il titolo. Ad esempio abbiamo pubblicato oggi degli articoli ‘Quale hard disk esterno comprare’. Trovare i titoli è un lavoro di cui mi occupo io. Scrivere un titolo adeguato comporta un’indicizzazione più o meno buona dell’articolo sui motori di ricerca. Nelle prossime settimane cambieremo format editoriali in termini di titoli per vedere se possiamo migliorare ancora il tasso di crescita del blog.

Come viene visto Aranzulla nell’ambiente dei divulgatori informatici?

Credo non ci sia un ambiente di divulgatori informatici. Quasi tutto il mercato di massa segue il mio blog. Tieni presente che su 10 utenti, 4 arrivano a noi. Se proseguiamo con la crescita in atto, nel giro di 6-8 mesi, dovremmo raggiunge il 50-55 per cento di quota di mercato. Dal punto di vista dei consumer, io e miei collaboratori siamo il punto di riferimento. Poi ci sono altre tematiche di nicchia, ma di quelle non mi occupo, come ad esempio programmazione e sviluppo di siti web. Queste tematiche editoriali non le trattiamo sul nostro blog. In questo caso esistono siti specializzati, come html.it e hwupgrade, siti rispettivamente specializzati sulla programmazione e su hardware.

Tu stesso ti sei formato con questi siti?

Sì. All’inizio quando ho iniziato a imparare a creare un sito internet, incominciai a studiare nel tempo libero dopo la scuola Html.it. Questo sito ha delle guide con diverso livello di formazione. Ad esempio sulla programmazione c’è il corso per principianti, è tutto in italiano e fornito in maniera assolutamente gratuita. Ovviamente come dicevo sono tematiche più avanzate che non trovano spazio sul nostro blog. L’obbiettivo del blog non è quello di insegnare come programmare, bensì di risolvere un problema. Per esempio come cancellare un virus, come installare un antivirus. Abbiamo obbiettivi abbastanza diversi.

Qual è secondo te il segreto del tuo successo?

I contenuti fatti bene, che vengono controllati, in modo che l’utente rimanga soddisfatto e ritorni a leggerci. Tieni presente che riscriviamo gli articoli che non funzionano più. Se abbiamo un articolo che ci porta del traffico, ma ad esempio un programma non esiste più, oppure un link non funziona più, noi riscriviamo questo articolo. In questo modo garantiamo all’utente sempre un contenuto di qualità. Chi magari si occupa dell’ambito editoriale spesso produce degli articoli e va avanti. In realtà magari l’utente entra nell’articolo e non funziona più. Per esempio se nell’articolo ‘Come installare l’antivirus’ l’antivirus si aggiorna, magari quell’antivirus consigliato non è più valido. Noi aggiorniamo i contenuti. Abbiamo un pacchetto di cinquemila guide, che a fine anno saranno seimila, sempre aggiornate. Inoltre chi accede al mio blog non ha conoscenze particolari a differenza ad esempio di Html.it, dove chi accede ha un minimo di conoscenza per capire i contenuti che vengono pubblicati. Nel nostro caso i contenuti sono accessibili a chiunque.

Ho letto che uno dei tuoi segreti per indicizzare bene su google è scrivere con un linguaggio semplice.

Il blog nasce quando avevo 14 anni. Il linguaggio era molto semplice e ho visto che funzionava bene. Abbiamo deciso di mantenere questo linguaggio. E’ utile per gli utenti e per i motori di ricerca, che ultimamente si stanno specializzando in ambito semantico, ossia nell’interpretazione dei testi. Avere un linguaggio semplice consente ai motori di ricerca di capire meglio il contenuto e indicizzarlo nella categoria giusta.

Qual è il profilo del lettore medio del tuo blog?

Considera che abbracciamo un pubblico molto ampio. C’è una prevalenza di pubblico maschile. Su cento persone che si collegano al blog, il 35 per cento è costituito da donne, la parte restante da uomini. Se si va a vedere la ripartizione per fasce d’età, queste risultano essere omogenee. Trovi dall’adolescente alla persona adulta – che hanno un virus nel pc o il cellulare che ha smesso di funzionare – e vanno direttamente su google o sul mio sito. Le soluzioni sono testate da me e dai miei collaboratori per cui l’utente segue le istruzioni, risolve il suo problema ed è soddisfatto, quindi in futuro ritornerà su blog. Considera che un utente entra nel blog due volte e mezzo al mese, un numero importante.

Secondo te è possibile guadagnarsi da vivere attraverso un blog che parli delle proprie passioni?

Sì e no. Il problema è che la pubblicità con il passare degli anni ha un valore in termini relativi sempre più basso. Il guadagno di un sito attraverso internet è calcolato con l’rpm[ricavo ogni mille pagine visitate, ndr]. Questo valore continua a diminuire anno dopo anno. Ad esempio dopo la crisi in Italia abbiamo registrato una diminuzione importante di questo valore. Allora come siamo riusciti ad aumentare il fatturato? Aumentando di tantissimo le pagine viste e il numero di lettori aventi una quota di mercato importante. Chi incomincia adesso ha una difficoltà non di poco conto. Ossia riuscire ad avere una base sufficientemente elevata di pagine viste, milioni di pagine, che gli consentano di generare dei ricavi. Questo varia molto in base alla tematiche. Per esempio nell’informatica gli rpm sono piuttosto bassi, parliamo di un euro o poco più, facendo riferimento a Google Adsense, che è la piattaforma più utilizzata per monetizzare con i siti internet. Quindi sì, è possibile guadagnare, ma è necessario realizzare volumi talmente alti che lo rendono abbastanza difficile.

Quale sarà la prossima domanda e risposta che pubblicherai?

Stiamo aggiornando gli articoli, per cui l’attività è in manutenzione. Quasi sicuramente a febbraio quando ricominceremo a pubblicare, faremo anche delle guide agli acquisti. Per esempio il migliore smartphone, quale smartphone comprare con 200 euro, con 300 euro. Forniremo anche dei consigli hardware ai nostri lettori, dove siamo abbastanza carenti.

Quali consigli ti senti di dare a un aspirante blogger?

Produrre dei contenuti di qualità, ma soprattutto cercare di avere costanza, perché avere un risultato in termini di traffico non è un’attività semplice, né veloce. Ci vuole tempo per sviluppare dei contenuti e per farli leggere ai potenziali lettori. Non è così facile come può sembrare in un primo momento.

Hai qualche progetto in futuro?

Al momento sto cercando di capire se nella pasticceria, una mia passione oltre all’informatica, posso avviare un punto vendita e monetizzare questa passione.

Hai fatto un corso da pasticcere?

Sì. Ho studiato all’Alma, una scuola il cui rettore è Gualtiero Marchesi. Ho studiato un corso superiore di pasticceria e l’ho finito a dicembre. Ho un bagaglio di conoscenze tecniche che posso utilizzare e sto cercando di capire dal punto di vista economico quanto può reggere un’idea in questo settore.

Viaggi grazie al tuo blog?

Guarda, faccio molti viaggi per cercare di trovare nuove idee. Come dicevo il mio lavoro è più che altro di analisi. Chiudermi in un ufficio e ragionare su una tematica per otto ore al giorno, difficilmente produce un risultato positivo. Quindi la cosa che faccio abbastanza spesso è quella di viaggiare in maniera tale da poter aprire la mente, distrarmi e poter trovare la soluzione ai problemi che devo risolvere. Riusciamo a crescere del 100-120 per cento anno su anno, e per crescere con questo ritmo, è necessario ottimizzare sempre di più le tematiche, riuscire a prevederle ed è una cosa abbastanza complicata. È da una settimana che per dieci ore al giorno sto cercando di migliorare il format dei titoli, ma ancora non ho trovato la soluzione. Devo cercare di trovarla entro una decina di giorni, ossia quando cominceremo a scrivere gli articoli a febbraio [l’intervista è stata realizzata il 23 gennaio, ndr]. Viaggiare mi consente di spaziare e di risolvere le problematiche.

Viaggiare ti aiuta a elaborare nuove idee?

Sì. In questo momento siamo riusciti a fatturare tutto il mercato delle guide. Pubblichiamo mille guide all’anno. La problematica è trovare nuovi titoli che facciano traffico. Conosco il problema, ho provato delle potenziali soluzioni, ma non sono ottimali. Quando viaggio, faccio dei dolci o mi dedico ad altro, la mia mente si distrae. Quando ho frequentato il corso di pasticcere mi sono venute in mente molte idee.

Durante i tuoi viaggi incontri persone che ti possono fornire buone idee?

Sì. Viaggio pochissimo in Europa, ma soprattutto in Asia. Adoro il Giappone e a fine dicembre ho fatto il mio terzo viaggio lì. Quando le realtà sono diverse dalle nostre riesci a staccare. Ad esempio Hong Kong è bellissima. Sono realtà diverse dalle nostre città, quindi il semplice passeggiare e osservare ti rilassa. In questo modo riesco a fare altri ragionamenti, anche inconsci, per risolvere le problematiche in corso. Considera che quest’anno lavoreremo su due problematiche rilevanti. La prima è ridurre il carico di pubblicità sulle nostre pagine. Le nostre pagine hanno un carico di pubblicità ridotto, grazie al quale gli utenti sono in grado di leggere i contenuti in maniera agevole. Ma per fare ancora meglio è necessario ridurre la pubblicità, mantenendo però il fatturato uguale. Questa problematica potrebbe portare a rivedere i titoli, la seconda problematica su cui lavorare.

Il successo del tuo blog ti ha aiutato ad avere un orizzonte delle idee più ampio?

La cosa più bella del blog è che vengo spesso invitato come relatore in cui racconto la mia esperienza imprenditoriale. Viaggio molto in Italia, da settembre a dicembre ho tenuto molto convegni, girando in Liguria, Toscana, ecc. Da questo punto di vista è molto bello. Per il resto sono una persona abbastanza riservata. Sono molto seguito in Italia, ma continuo a fare la mia vita di sempre in Sicilia, dove riesco a gestire tutto.

Intervista rivista per ragioni di brevità e chiarezza.

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