Ethan Gutmann: perchè leggere il mio libro sul genocidio in Cina

EDIMBURGO – Giovedì alla Word Power Books, Ethan Gutmann ha dato il via alla promozione ufficiale nel Regno Unito del suo nuovo libro Il massacro: uccisioni di massa, la raccolta di organi e la soluzione segreta della Cina al problema dei dissidenti.

Il libro è una potente testimonianza sulla comparsa di nuovi metodi di repressione, tortura ed esecuzione messi in atto dal Partito Comunista Cinese (Pcc) esposti attraverso interviste prolungate e confidenziali a persone coinvolte, per lo più praticanti del Falun Gong [antica disciplina spirituale i cui praticanti sono perseguitati dal regime,ndt]. Il signor Gutmann non è un praticante del Falun Gong, tuttavia ha sviluppato una profonda compassione per la loro situazione in Cina.

Il tour del Regno Unito, dopo quello in otto città Canadesi, include le visite al Parlamento inglese, all’Assemblea gallese, al Parlamento scozzese, a Glasgow e ad altre città.

Il signor Gutmann ha condiviso il palco con i membri delle Assemblee, dei Parlamenti britannici e con i candidati al Premio Nobel per la Pace David Kilgour e David Matas, autori di Bloody Harvest: the killing of Falun Gong for their organs (Prelievo insanguinato: L’uccisione dei praticanti del Falun Gong per i loro organi). Il pubblico ha anche ascoltato le testimonianze dirette di alcuni dei praticanti del Falun Gong che hanno sperimentato personalmente il sistema di tortura cinese.

Nella città di Edimburgo, Gutmann ha parlato con Rosemary Byfield facendo un appassionato appello a esaminare il contenuto del libro.

Domanda: Nel 2006 è uscito il resoconto di Kilgour e Matas e adesso lei ha scritto un ulteriore libro sull’argomento. Cosa c’è di nuovo nel suo libro The Slaughter?

Ethan Gutmann: Il mio libro si basa quasi esclusivamente sulla ricerca sul campo. Ho intervistato le persone in maniera esauriente – in alcuni casi, per i giorni – per cercare di cogliere l’essenza di queste accuse. Inoltre, ho riflettuto a lungo sul ‘perché’. Perché lo Stato cinese dovrebbe correre un tale rischio commettendo queste barbarie? Che cosa rappresenta realmente il conflitto con il Falun Gong? Rispondo che tutto ciò ha a che vedere con il Falun Gong, con la sua diffusione e con il fatto che la repressione messa in atto dal Pcc sia connessa fortemente con questa diffusione.

Il mio libro approfondisce anche la resistenza del Falun Gong nelle carceri – spaziando anche sul dirottamento del canale televisivo comunista di Changchun e su incidenti simili che hanno avuto un profondo effetto sulla piega presa dalla repressione. Tuttavia in ultima analisi, cerco fortemente di lasciar trarre al lettore le proprie conclusioni. Kilgour e Matas sono personalità decisamente indubitabili, mentre io sono solo uno scrittore. Per cui se vogliamo, il libro è fatto per essere letto e giudicato ‘con i propri mezzi’. E le persone dovrebbero trarre le proprie conclusioni dalle prove.

Domanda: Quali sono le prove che ha raccolto?

Ethan Gutmann: Abbia cuore, non posso riassumere tutto il libro qui! Vede, ho intervistato numerosi testimoni che erano stati sottoposti a esami fisici – nei campi di lavoro, nelle carceri, nei centri di detenzione o nelle ‘prigioni nere’ – che erano chiaramente mirati a valutare la corrispondenza dei loro organi o dei loro tessuti. Non solo nella comunità del Falun Gong, anche in quella degli uiguri, dei tibetani e persino dei cristiani delle chiese indipendenti.

Riflettiamo su questo: Gli uiguri e i praticanti del Falun Gong in realtà non comunicano tra loro, giusto? E i tibetani parlano con gli uiguri? Forse un po’. Tuttavia qual è la probabilità che i testimoni di tutti questi diversi gruppi possano descrivere esattamente lo stesso tipo di esame fisico?

Ma non dobbiamo affidarci solo a questo. Ci sono le testimonianze di diversi medici, tra queste quella di un chirurgo che ha eseguito di propria mano il prelievo di organi dalle vittime ancora in vita. Leggete il capitolo nove: tratta di un medico che prima ancora che emergessero le testimonianze sul prelievo forzato degli organi dai prigionieri di coscienza si è imbattuto nella vendita degli organi dei praticanti del Falun Gong. Ci sono anche dei casi di trapianti di cuore che erano stati programmati in un determinato giorno a una precisa ora, come se le autorità cinesi avessero una capacità da ’ai confini della realtà’ per prevedere un incidente stradale. Naturalmente disponevano semplicemente di un ampio ‘gruppo’ a cui attingere. Anche riguardo a questo le persone possono giudicare da se stesse. tuttavia penso che le prove portino decisamente a comprendere che questo gruppo fosse popolato dai praticanti del Falun Gong.

Domanda: Qual è stata la reazione al suo libro?

Ethan Gutmann: Le recensioni sono forti. Un critico lo ha definito una «bomba atomica». E il riconoscimento sta iniziando a diffondersi. A Taiwan, dal momento che uno dei testimoni del libro è attualmente candidato a sindaco di Taipei, la reazione è stata particolarmente profonda. Mi aspetto che l’edizione cinese abbia un buon successo. In America, il lancio del mio libro si è svolto alla fondazione National Endowment for Democracy. La sala era piena. In Canada su Amazon, il libro si è classificato di recente al primo posto tra i libri sulla Cina.

Tuttavia penso che una comprensione più ampia sia questa: il resoconto Kilgour-Matas è uscito nel 2006. Per molte persone, persino per quelle che non avevano ancora letto il libro, la semplice idea che qualcuno nel 2014 se ne sarebbe uscito con un nuovo libro su questo argomento avrebbe indicato che Kilgour e Matas non avevano scavato un ‘pozzo improduttivo’, in effetti avevano scoperto qualcosa di molto profondo. Altrimenti nessun giornalista di buonsenso avrebbe messo così tanto impegno, sette anni di sforzi, per scrivere un libro sull’argomento.

Domanda: Che cosa vuol dire ai lettori di Epoch Times?

Ethan Gutmann: Grazie per questa domanda, anche se questo potrebbe non essere piacevole per nessuno di noi. Mi dispiace per questo. Ma preparatevi.

Un segmento crescente di giovani è stato sempre più condizionato dall’idea che su internet tutto dovrebbe essere immediatamente disponibile, che dovrebbe avere meno di novecento parole e che, naturalmente, tutto dovrebbe essere gratuito.

Beh, il mio libro è lungo 355 pagine. Ha più di settanta immagini. Ebbene sì, sto affermando a riguardo che un libro può fare qualcosa di molto magico e molto profondo che un articolo di novecento parole non può fare – anche se probabilmente dovrete sperimentare questo da soli piuttosto che credermi sulla parola. Per quanto riguarda la velocità di accesso, è possibile scaricarlo per vostro piacere su Amazon in circa tre minuti – lo so, lo so, detesto interrompere il ciclo di gratificazione immediata, ma tre minuti non sono poi così lunghi. E infine, temo davvero che l’editore debba far pagare qualcosa.

Tuttavia, questo libro è stato un inferno per il mio benessere finanziario per cui a questo punto qualche libro venduto qua o là non farà la differenza. Quindi, andate a comprare una copia usata, prendete una copia in prestito o per quanto mi importi rubatene una – ma per l’amor di Dio aprite il libro, in mezzo da qualche parte, andate direttamente alla fine se preferite, sporcate le pagine con il ketchup, fate tutto quello che volete! Basta che iniziate a leggere. Non ho scritto questo libro perché venga usato come sostegno per i diritti umani. È fatto per essere letto e sì, è destinato a far pensare, non a pensare a voi stessi. In realtà mi chiedo se questo preoccupi qualcuno.

Che dire dei potenziali lettori che praticano il Falun Gong? Mi chiedo se il problema è ciò che ritengono di sapere già su questa storia. Ma hanno considerato l’idea – semplicemente la possibilità – che potrebbero conoscerla non così bene come pensano? Potrebbero essere sorpresi dal libro? Sarebbe questa una cosa necessariamente negativa? Ho anche la sensazione che alcuni praticanti si preoccupino; che in qualche modo sarò irrispettoso o semplicemente stupido. Beh, può rincuorarli il fatto che i praticanti hanno rivisto il libro al pari dei non-praticanti? Non è un segreto; lo si legge nei ringraziamenti.

O forse i praticanti o i dissidenti cinesi pensano che si annoieranno? Ma chi mi conosce bene sa che non mi sarei preoccupato di finire di scrivere un libro noioso, o un tomo legale o un libro di testo. Perché ho avvertito che al di sotto di tutte le domande del tipo: «È realmente accaduto?», la vera domanda è: «Perché me ne dovrei preoccupare?»

E questa è l’essenza del libro: avvicinare la gente, arrivare abbastanza vicino ai testimoni al punto di poter toccare loro e magari persino sentirne il sudore.

Personalmente, la cosa più deludente per me – in realtà scoprire questo è decisamente sconvolgente – è che là fuori, in particolare nel Regno Unito, ci sono persone che mi piacciono e che ammiro, persone che sono veramente dedite a questo problema – che considerano il prelievo forzato degli organi un crimine contro l’umanità – ma che trovano infinite scuse per evitare di sedersi e leggere qualcosa per la quale non solo ho dedicato una grossa parte della mia vita, ma che potrebbe mettere loro in grado, in una lotta collettiva, di porre fine a questo crimine mostruoso. Le parole non possono descrivere…

Domanda: Ha sollevato la questione del prendersi a cuore…

Ethan Gutmann: Tuttavia, non posso costringere le persone a prendere a cuore la faccenda. Sì, voglio arrivare al cuore delle persone, ovunque si trovino e attraverso le barriere linguistiche e culturali. Ed è per questo che nel mio libro c’è l’arte e non solo la scienza. E sì, questi testimoni sono persone interessanti, molte delle quali con delle vite francamente più interessanti della mia, che hanno rischiato la loro vita e quelle dei loro familiari per essere in questo libro. Queste persone stanno aspettando voi, come fantasmi che non potranno mai essere liberati fino a che non risiederanno nella vostra mente. Se avete cuore, dovreste accoglierli.

Domanda: Per quanto riguardo i governi, che cosa vorrebbe che loro…?

Ethan Gutmann: Non sono così preoccupato per i governi, perché i loro membri leggono. Loro hanno il tempo di leggere. Se non leggono, vengono licenziati. Sto viaggiando per il Regno Unito in questo momento con Kilgour e Matas. In generale, veniamo accolti con rispetto dai governi perché i loro membri hanno letto i nostri libri e hanno compreso che sono decisamente fondati. In questi giorni, i giornalisti non hanno il tempo di leggere. No. Questo è stato in definitiva scritto per il popolo.

Domanda: È un libro molto commovente, è un libro umano.

Ethan Gutmann: Beh, questa non è una questione giuridica. In Cina, non esiste realmente nessuna legge. Per necessità, questo è un libro sulla lotta umana. Né in realtà presento semplicemente in questo libro i praticanti del Falun Gong come vittime.

Non sto dicendo che è la storia definitiva del Falun Gong o la più grande cosa mai scritta o l’ultima parola su questo argomento. Niente affatto! Tuttavia dico che si tratta di una storia degna di essere letta, discussa ed ebbene sì, messa in dubbio.

Per quanto riguarda le questioni politiche di questa atrocità – mi sento in modo singolare un po’ più ottimista sul fatto che vedremo presto dei cambiamenti. Eravamo solo nel Galles, in realtà per la seconda volta. E c’è stata un’accoglienza molto buona rispetto alla prima volta. Loro vogliono chiaramente fare qualcosa per questo problema a livello politico, tuttavia… tuttavia… la verità è che abbiamo sempre saputo che molte di queste cose sono vere.

Prendiamo il caso dei ‘gulag’ sovietici. In tutto l’Occidente si sapeva che esistevano. Eppure c’è voluto un libro, in realtà solo un capitolo del The Gulag Archipelago di Alexander Solzhenitsyn – voglio dire, il primo capitolo mette a confronto i gulag con un sistema di depurazione delle acque. Che potente metafora! Perfino se l’Occidente leggesse solo quel capitolo, la gente sarebbe indotta a riconsiderare i gulag e ad affrontare la verità. Beh, io non mi sto paragonando a Alexander Solzhenitsyn. Niente affatto! Tuttavia vorrei sottolineare che si può leggere il mio primo capitolo su Amazon senza spendere un centesimo. E quando sento dire dalle persone cose del tipo, «beh, penso che troverei il libro troppo inquietante e troppo sconvolgente per i miei gusti», mi sento dispiaciuto. Tutti dobbiamo fare la nostra parte. La cosa più pericolosa che dobbiamo fronteggiare in qualità di specie – altro che l’Ebola, i virus o la peste – è la nostra propensione umana a scivolare nel genocidio.

E sta accadendo ora. Nel mio libro, intervisto una praticante del Falun Gong che nel maggio 2013 è stata sottoposta a un esame apposito degli organi insieme ad altri cinquecento detenuti, prevalentemente praticanti del Falun Gong. Ha 56 anni, la mia stessa età. Nessuno di noi vivrà per sempre. Non dovremmo ascoltare la sua testimonianza? E se non ora, quando?

Il National Review ha descritto Ethan Gutmann come un «colossale informatore sociologico e politico». Il suo libro ‘Loosing the new China’ (Perdere la Nuova Cina) ha vinto il premio ‘Spirit of Tiananmen’, il riconoscimento di ‘Miglior libro dell’anno’ del New York Sun e il ‘Chan’s Journalism Award’ per l’eccezionale manoscritto. La ricerca seminale di Gutmann nella sorveglianza dell’internet cinese, nel sistema dei ‘laogai’ e nell’intersezione degli affari occidentali con gli obiettivi di sicurezza cinesi ha ricevuto un’attenzione sostenuta a Washington, Londra e Bruxelles sia a livello governativo che di intelligence.

I punti di vista espressi in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non rispecchiano necessariamente il punto di vista di Epoch Times.

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