L’impero russo potrà rinascere?

Sono seduto in un McDonald a bere un cappuccino e mangiare un cornetto dinanzi alla vista spettacolare di uno dei monasteri più famosi della città, se non del Paese.

Questa situazione non sarebbe insolita se non mi trovassi a San Pietroburgo e il monastero in questione non fosse fuori dal comune. È il monastero di Alexander Nevsky, così chiamato in onore dell’eroe più importante e ammirato della storia russa.

E non è consueto che le icone di due Paesi, McDonald e il monastero Nevsky, si trovino l’una di fronte all’altra. Nel monastero sono sepolti prestigiosi scrittori, musicisti e artisti russi. Il cornetto che sto mangiando è un’icona culinaria francese. La cassiera del McDonald non sembra russa ma piuttosto nativa di una delle ex repubbliche sovietiche.

Questa scena è solo un ulteriore esempio dell’estensione della globalizzazione e di come oggigiorno stia avendo effetto sul mondo.

L’IMPATTO DEL COMUNISMO

Gli anni del comunismo hanno lasciato il segno sul carattere di molti russi. Sembrano introspettivi e disillusi, forse a causa della mancanza di alcune libertà ai tempi dell’Unione Sovietica, situazione che ho osservato anche in Armenia diversi anni fa.

Come alcuni giovani armeni mi dissero a quel tempo e come mi è stato detto anche da diversi amici russi, sebbene durante gli anni dell’Unione Sovietica i loro bisogni di base fossero assicurati, c’era un’enorme pressione sul fatto di non dover essere diversi e creativi. Pressione che conseguentemente ha dato alla gente quel senso di oppressione e ha infine influenzato il loro carattere.

Dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, la Russia ha attraversato un periodo di grande fermento.

Angela Sem, una giovane russa che attualmente vive a New York mi ha detto: «Dopo la distruzione dell’Unione Sovietica c’è stato un periodo di confusione, di mancanza di regole e di mancanza di etica commerciale, dove le persone con una forte iniziativa personale hanno approfittato della situazione per iniziare a costruire enormi fortune. Quelle persone vicine al potere erano ovviamente le più favorite».

Il risultato è che l’odierna Russia sta sviluppando una sorta di società ‘bipolare’, dove una piccola minoranza ha enormi ricchezze e la stragrande maggioranza della popolazione vive secondo gli standard delle classi di medio o medio-basso livello.

IL FASCINO DELL’ESILIO

La mancanza di opportunità e le crescenti difficoltà economiche hanno invogliato molti giovani (tra cui molti artisti) a emigrare, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti.

Quelli che emigrano sono per lo più giovani che vogliono ampliare i propri orizzonti e avere migliori opportunità. Si sentono limitati dal predominante clima di corruzione del Paese. Per esempio, quei commercianti che si rifiutano di pagare le tangenti ricevono la visita degli ispettori antincendi, dei controllori del fisco o della polizia fino a quando non desistono e si rassegnano a pagare – o a cessare la loro attività.

Si stima che negli ultimi dieci anni siano emigrati un milione e 300 mila russi, un numero persino maggiore di quelli che sono espatriati dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991. Un sondaggio condotto nel 2011 ha rilevato che il 21 per cento dei russi hanno il desiderio di emigrare. Nel 1991, i russi che avevano questo intento erano il 5 per cento della popolazione.

Stavo camminando in un sobborgo di Mosca dove, nonostante il bel tempo, ho incontrato poche persone in giro per le strade. Improvvisamente mi sono sentito disorientato e incapace di trovare l’ingresso della metropolitana che stavo cercando.

Ho fermato una donna che stava camminando con la sua giovane figlia e ho chiesto a lei indicazioni con il mio russo elementare. Lei mi ha risposto parlando velocemente. Quando ho chiesto lei di parlare più lentamente, la signora, questa volta in perfetto inglese, mi ha spiegato dov’era l’entrata della metropolitana.

Abbiamo fatto una breve chiacchierata, le ho chiesto quale fosse il suo punto di vista sull’attuale situazione della Russia e la signora mi ha spiegato le difficoltà incontrate dai giovani che vogliono avere un lavoro e un salario che permetta loro di vivere bene.

Mi ha spiegato che a detta del governo la situazione economica della Russia è buona. E poi, con un tono di irritazione e quasi di disperazione nella voce, ha detto: «Se siamo così ricchi, perché allora siamo così poveri?»

Si è anche rammaricata della sostanziosa immigrazione dalle ex repubbliche sovietiche verso le principali città russe. «Praticamente stiamo venendo rimpiazzati», ha detto tristemente. Stava rispondendo educatamente a una questione rispetto alla quale molti russi sembrano essere intolleranti: la crescente immigrazione delle persone provenienti dai Paesi limitrofi.

Le autorità russe sono particolarmente preoccupate riguardo agli immigrati cinesi, che vedono come parte di una ‘infiltrazione cinese’ da dover contrastare con delle politiche restrittive in materia di immigrazione.

LA RUSSIA COME POTENZA ECONOMICA

L’economia russa è al nono posto nella graduatoria mondiale. Il suo vasto territorio contiene enormi quantità di preziose risorse naturali. I Monti Urali sono pieni di minerali, riserve di gas e di petrolio, e in Siberia e nell’estrema Russia orientale ci sono grandi quantità di carbone e di legname.

Tuttavia, la maggior parte di queste riserve si trovano in regioni remote, aspre e lontane dai porti, una situazione che rende il loro sfruttamento molto costoso e che richiede grandi investimenti di capitale. Inoltre, la diffusa corruzione e la mancanza di investimenti nelle infrastrutture influisce negativamente sull’economia.

Dalla recessione economica di fine 2008 e inizio 2009, la Russia ha registrato unacrescita continua. Nel 2011 il Pil è cresciuto del 4,2 per cento, uno dei valori più alti tra le principali economie mondiali. Il petrolio e il gas continuano a essere le principali esportazioni del Paese, il che rende la Russia altamente vulnerabile ai prezzi mondiali dell’energia, come dimostrato dalle recenti drammatiche riduzioni nel prezzo del petrolio.

Il crescente capitalismo di Stato sta avendo un effetto negativo sullo sviluppo economico del Paese. Le aziende di proprietà del governo stanno eliminando le imprese private. La Rosneft, il gigante petrolifero controllato dallo Stato, e la Gazprom che ha il monopolio del gas naturale, sono divenute due delle più grandi società energetiche del mondo dopo aver inghiottito le compagnie energetiche private.

UN ENIGMA CHIAMATO PUTIN

Con la disintegrazione dell’Unione Sovietica e del Partito Comunista, e la successiva ascesa di Putin al potere, la Russia è probabilmente il primo caso al mondo di Paese guidato dalla sua polizia segreta.

Nel diciannovesimo secolo, Fyodor Tyutchev, considerato uno degli ultimi grandi poeti romantici russi ha scritto quanto segue:

Chi comprenderebbe Russia con la ragione?
Per lei non è stato creato alcun criterio:
La sua anima è di un tipo speciale
apprezzata solo mediante la fede.

Questa difficoltà di comprensione vale in particolare per Vladimir Putin, uno dei personaggi più enigmatici della Russia.

In Russia, le parole e i simboli sono più importanti della realtà. Putin, sia in qualità di presidente che di primo ministro, ha ripetutamente cercato di utilizzare dei simboli per ottenere sostegno alle sue politiche. Uno di questi è stata l’idea di una Russia quale roccaforte isolata e circondata da potenti nemici, in particolare gli Stati Uniti.

Tuttavia nonostante l’utilizzo di questi simboli, ho notato un forte antagonismo nei confronti di Putin, in particolare da parte dei giovani e degli intellettuali di tutte le età.

Molte persone ritengono che, sebbene la corruzione in Russia c’è sempre stata, non è mai stata così diffusa come oggigiorno. Questa sensazione è aggravata dalle manovre messe in atto da Putin per rimanere al potere a tempo indeterminato, il che causa enorme preoccupazione tra i russi.

IL FUTURO DELLA RUSSIA

I russi, orgogliosi del loro passato, sono ansiosi più che mai di esprimere liberamente i loro desideri politici e di crescere e prosperare in un clima di pace e tranquillità, qualcosa che non è possibile con Putin al potere.

Putin, da quando ha assunto il comando, ha esacerbato gli aspetti negativi del suo regime: il consolidamento del suo potere, il controllo rigoroso dei media e dell’economia, la manipolazione elettorale e la persecuzione di coloro che si oppongono al suo regime. Tuttavia, ha guadagnato popolarità dopo l’annessione della Crimea e il suo sostegno per la popolazione di etnia russa che vive in Ucraina.

Date queste circostanze, è impossibile prevedere con certezza la direzione che gli eventi prenderanno. Tuttavia, è chiaro che i leader russi si trovano a fronteggiare un’ampia e complessa serie di problemi. Come risponderanno a queste sfide determinerà il tipo di Paese che la Russia diventerà.

Il dottor César Chelala è vincitore del premio Overseas Press Club of America e del premio giornalistico nazionale in Argentina.

I punti di vista espressi in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non rispecchiano necessariamente il punto di vista di Epoch Times.

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Articolo in inglese: Will the Russian Empire Be Reborn?
 
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